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giovedì 14 agosto 2008

"Ecco un caso di certezza della pena", direbbe qualcuno. Siamo sicuri?

"Ecco un caso di certezza della pena", direbbe qualcuno. Siamo sicuri? Il caso riguarda Alì Juguri, 42enne iracheno. Era stato arrestato in Italia per il aver tentato il furto di un telefono cellulare. Per questo era stato condannato ad un anno e tre mesi di reclusione ed aveva cominciato a scontarlo nel carcere milanese di San Vittore. Per "sfollare" quel carcere sovraffollato, Alì Juguri era stato trasferito nel carcere di Vasto e quindi in quello de L'Aquila.
Alì Juguri ha sempre reclamato la sua innocenza e nonostante in Italia il codice penale preveda la condizionale, per le condanne di incensurati a reclusioni inferiori a due anni, questo signore iracheno è finito in cella. Dopo un processo nel quale era stato assistito da un avvocato d'ufficio, che non deve avere preso molto a cuore la sua vicenda, visto che nessuna misura alternativa è stata prevista per lui.

La storia di Alì Juguri mi è passata molto vicino. Mi ha quasi sfiorato essendo passato Alì, nel carcere della mia città (Vasto) e poi in quello del capoluogo della mia regione (L'Aquila). E mentre era dalle parti in cui vivo, Alì aveva già cominciato uno sciopero della fame, che poi lo ha condotto alla morte. Ma i giornali non si interessano di casi come quello di Alì. C'era da interessarsi dei guai giudiziari del presidente della regione Abruzzo Del Turco, del quale ci si è scandalizzati per il regime di finto isolamento al quale era costretto. Si scriveva delle richieste degli avvocati di Del Turco, di concessione di arresti domiciliari e si intervistavano suoi paesani che sembravano tutti concordi nel ritenerlo innocente.
Alì invece, che non conosceva bene la lingua italiana, non ha trovato alcuna voce che potesse parlare al posto suo. Nessuno si è stracciato le vesti per fargli ottenere quanto in diritto gli spettava. Nessuno che si sia interessato a lui, straniero in Italia per il quale non valgono i diritti. Se sei uno straniero povero in Italia, hai il solo dovere di obbedire alle leggi e di sottometterti alle pulsioni xenofobe dell'opinione pubblica.

E allora cosa poteva fare Alì, se non usare l'unico mezzo di protesta a sua disposizione: il proprio corpo? Lo ha usato, quel suo corpo, fino a consumarlo. Fino a quando il suo corpo non ha cominciato a nutrirsi di se stesso. Fino ad uccidersi. Fino a lasciarsi morire nella più indecente indifferenza di un sistema carcerario, giudiziario, burocratico e politico, che dispensa doveri e concede diritti in base all'etnia, alla religione, alle condizioni personali e sociali.
"Ecco un caso di certezza della pena", direbbe qualcuno. Siamo sicuri? Siamo sicuri che non sia invece, l'ennesimo caso di incertezza della giustizia?

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martedì 10 giugno 2008

AAA: politici mediocri cercano inceneritore di rifiuti!

Probabilmente il colore verde a qualcuno in Abruzzo proprio non deve piacere. Non mi riferisco al verde sfoggiato in ogni occasione dalla Lega Nord. Parlo molto più semplicemente, del verde come colore simbolo della natura, della tutela ambientale, del rispetto del territorio e del suo habitat naturale. Perchè? Perchè sembra che gli amministratori abruzzesi, dal presidente regionale Del Turco ai sindaci dei comuni più piccoli, facciano a gara a chi peggio e più violentemente riesca ad impattare sull'ambiente.
In questi giorni la sezione abruzzese del club degli "incoscienti ecologici" (ma coscienti dei profitti), arruola il sindaco di Cupello, Angelo Pollutri che ha chiesto alla regione di individuare nel territorio del suo comune uno dei tre inceneritori previsti dal nuovo Piano Regionale Rifiuti.
Dopo la turbogas di Gissi, il progetto Centro Oli ad Ortona, le piattaforme petrolifere a Vasto, già una megadiscarica a Cupello, ora il tentativo di impiantare un inceneritore. Tutto a pochi chilometri di distanza tra loro, e tutti a ridosso o all'interno del neonato Parco Nazionale della Costa Teatina. Tutti insistenti in un'area della Regione Abruzzo, caratterizzata da un turismo e dai prodotti tipici agricoli, che sono due pilastri dell'economia della zona.
Tralascio il problema delle nanoparticelle che un inceneritore emette nell'aria in grandi quantità. Lascio da parte il discorso delle patologie causate dal vivere nei pressi di un inceneritore. Non voglio considerare in questo caso, che i veleni emessi dall'incenerimento dei rifiuti, entrano nella catena alimentare con tutti i danni immaginabili per la salute umana. Lascio da parte tutte queste considerazioni che non potrebbero scalfire i pensieri degli amministratori locali, rinchiusi nello stretto recinto del tornaconto economico.
Ma anche su questo fronte, il sindaco di Cupello e gli altri amministratori locali che con la loro approvazione o anche con il silenzio appoggiano la sciagurata idea di Angelo Pollutri, dimostrano la loro poca lungimiranza. Infatti è ormai dimostrato che un inceneritore non è economicamente conveniente, se non grazie alla truffa italiana del CIP6, che finanzia questi impianti a discapito delle energie rinnovabili. Tanto che nel resto del mondo, USA compresi, gli inceneritori non vengono più costruiti da anni, mentre si privilegia la raccolta differenziata, premessa per un corretto riciclaggio dei rifiuti, che consente di recuperare oltre 4 milioni di kilocalorie per ogni tonnellata di rifiuti, contro i poco più di 1 milione dell'incenerimento.
L'antieconomicità dell'incenerimento dei rifiuti, c'è lo sta dimostrando soprattutto in quest'ultimo periodo la Germania, dove vengono inviate (a caro prezzo per l'Italia) le ecoballe campane che contengono rifiuti tal quale. Negli impianti tedeschi i rifiuti nostrani vengono separati e riciclati, per essere trasformati in materia prima secondaria e come tali venduti.
In questo modo in Germania ci si permette un doppio guadagno immediato, un notevole risparmio energetico, meno costi di materia prima, minore sfruttamento delle risorse ... più salute e ambiente più pulito.
Ora prendete l'elenco dei vantaggi tedeschi appena elencati, ribaltateli ed otterrete gli svantaggi per il territorio, nel caso si permettesse la costruzione di un inceneritore. E poi provate ad usare questo metodo, per valutare le capacità politiche dei nostri amministratori: credete di poter concedere un giudizio superiore al mediocre?

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mercoledì 28 maggio 2008

Progetto di porto turistico a Vasto. Alcuni chiarimenti da Porta Nuova a Qui Quotidiano.

Da Michele Celenza dell'Associazione Civica Porta Nuova, ricevo e pubblico una lettera aperta al direttore di Qui Quotidiano.

Personalmente, condivido pienamente le analisi critiche dell'Associazione Civica Porta Nuova, che tocca importanti questioni ambientali, legali e di trasparenza, evidentemente irrisolti.
Come tutti i cittadini vastesi, attendo risposte chiare da quanti sono in dovere di fornirle.


Di seguito la lettera aperta di Michele Celenza, dell'Associazione Civica Porta Nuova, al direttore di Qui Quotidiano ...

Gentile direttore,
dal tenore dell’articolo, apparso sul suo giornale il 22 Maggio scorso, a commento del comunicato della nostra associazione sul progettato porto turistico , direi che all’incirca l’anonimo estensore ne abbia letto (o ne abbia capite) le prime venti righe, non di più. Permetta che gliene offra qui di seguito un veloce riassunto, anche a beneficio dei suoi lettori cui, sono certo, lei intende offrire un’informazione non meno che completa.
Deve sapere, gentile direttore, che noi non siamo un’associazione ambientalista: siamo un’associazione civica. Ci battiamo per la trasparenza e la legalità nella vita pubblica. Se siamo contrari al porto turistico (come lo siamo stati al raddoppio del porto commerciale) è perché, come in quel caso, ci sembra che proprio la trasparenza e la legalità facciano difetto:
1. Per l’insensatezza della cosa in sé. Diciamo che non ha senso costruire un porto turistico:
in piena area SIC: quella che il vostro articolo definisce “una palude salmastra” è infatti per l’Unione Europea parte di un Sito di Interesse Comunitario (SIC), e precisamente del SIC IT7140108 (che per giunta è un SIC cosiddetto prioritario);
a ridosso di uno stabilimento a Rischio di Incidente Rilevante come è la Fox Petroli.
Sarebbe un caso forse unico al mondo.
2. Per l’aperta violazione delle leggi:
• della Direttiva Seveso –per quanto attiene agli aspetti urbanistici;
• del DLgs 17 Agosto 1999, n° 334 –per la mancata informazione e consultazione della popolazione ;
• della Direttiva Habitat –per la violazione dell’obbligo di conservazione.
Il rispetto della legalità è una questione prima civile che politica.
3. Per la sua dubbia pubblica utilità. Sulla costa tra Termoli e Pescara vi sono, già costruiti o in co-struzione, 6 porti turistici maggiori (Pescara, Francavilla, Fossacesia, S. Salvo, Montenero, Termo-li): uno ogni 13 chilometri. Risulta difficile comprendere quale “sviluppo” possa venire alla città dalla costruzione del settimo, che intaccherebbe oltretutto l’unica nostra risorsa non rinnovabile: la costa non cementificata.
4. Per la speculazione in grande stile che si annunzia. Risulta invece abbastanza facile comprendere come la speculazione edilizia di cui si parla da tempo, e che nell’articolo di Qui trova conferma, –il villaggio turistico che dovrebbe fare il paio con il porto- possa effettivamente aiutare “lo sviluppo” di alcuni. Quale contropartita economica è stata offerta al privato per la costruzione del porto turisti-co? Perché di questo l’Amministrazione comunale –e con essa la minoranza- tace? Qual è il ruolo della classe politica locale in questa vicenda, rappresentare il pubblico interesse o essere parte in causa?
Sarebbe il caso che l’Amministrazione –e la minoranza- parlassero con chiarezza alla città. E che si pronunziassero (visto che si trovano) anche sull’istituendo Parco Nazionale.
La ringrazio dell’attenzione e la saluto cordialmente.

Michele Celenza
(Associazione civica Porta Nuova – Vasto)



... in risposta all'articolo seguente apparso su Qui Quotidiano del 22.5.2008

Intanto a Sal Salvo se ne inaugura però uno nuovo di zecca
PORTA NUOVA CONTRARIA AL PORTO TURISTICO

L’associazione “Porta Nuova” è contraria al porto turistico nell’insenatura a sud di Punta Penna e trova sostegno in cinque consiglieri comunali, Marco Marra e Fabio Smargiassi di Rifondazione Comunista, Corrado Sabatini dell’IdV, Riccardo Alinovi dell’Udeur e Antonio Russi, i quali hanno presentato una mozione in Consiglio Comunale per una moratoria riguardo alle autorizzazioni.
Secondo il portavoce di Porta Nuova, una delle ragioni alla base della contrarietà risiederebbe nella considerazione che (son parole sue) “il cosiddetto porticciolo, poi, tanto porticciolo non è. Con i suoi previsti 509 posti barca, quello di Vasto si collocherebbe, tra i porti in Adriatico, tra quelli me-diograndi. Per intenderci: il porto turistico di Rimini ne ha 620”. Fin qui la cronaca pura e dura.
La vicenda non è però di quelle che non si commentano, perché l’atteggiamento osservato dai suddetti consiglieri e consigliori (sia detto senza offesa, ma solo per amor della consonanza) è di quelli che lasciano di sasso e fanno temere per i destini della città o più concretamente per la pre-senza di personaggi che, se non dubitassimo della loro buona fede, definiremmo, come usava dire ai tempi della Guerra Fredda, “quinte colonne” del nemico, sabotatori dello sviluppo cittadino.
Piuttosto d’essere contenti per una prospettiva di crescita che potrebbe porre Vasto a livello di Ri-mini, (una prospettiva, beninteso, e nulla di più) con tanto di porticciolo e villaggio turistico, laddo-ve oggi c’è una palude salmastra ed uno sbocco fetido di fognatura, questi signori gridano invece allo scandalo e cercano di creare allarmismi ingiustificati, fingendo di ignorare che a pochi passi da Vasto, a San Salvo, sì a San Salvo, il porticciolo l’hanno già realizzato e per giunta in una posizio-ne, quella sì, che avrebbe dovuto far gridare allo scandalo gli ambientalisti o presunti tali. Vadano a vedere, questi signori.Vadano lì od altrove, varcando, se riescono, quella Porta che “Nuova” non è in verità più da tempo.


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venerdì 28 marzo 2008

Altre piattaforme al largo di Ortona. Vogliono estrarre petrolio e lasciare inquinamento.

Il Centro Oli che l'Eni vorrebbe impiantare ad Ortona, praticamente uguale a quello già da anni in funzione a Viggiano, con i danni che i cittadini di quel territorio subiscono e raccontano, è stato per il momento fermato. Almeno fino al 31 dicembre prossimo.
E' stato fermato per ora il petrolchimico, ma si nota l'intensificarsi delle estrazioni petrolifere, specie in mare. Proprio al largo di Ortona, sono partite le estrazioni di petrolio, con piattaforme semisommergibili. Ed ora solo al largo di Ortona se ne contano 7 di piattaforme.

Nuove fonti di inquinamento si vanno ad aggiungere, come spiega la professoressa dell'Università dello stato della California, Maria Rita D'Orsogna nel suo blog, dovute alla normale attività estrattiva. Sostanze inquinanti delle quali la normale attività di estrazione non può fare a meno di utilizzare e la cui composizione chimica, è guarda caso segreta.
Così come è apparso evidente che dietro la sospenzione delle attività di realizzazione del petrolchimico dell'Eni, vi erano motivazione elettorali, altrettanto evidente è la scelta politica di ridurre l'Abruzzo a regione da sfruttare energeticamente.
Non è un caso che al largo della costa abruzzere già da tempo di estragga petrolio e gas e che le intenzioni vadano verso l'incremento della produzione, oltre che nella realizzazione di nuovi e devastanti progetti (vedi articolo de L'Espresso).
Una scelta politica silenziosa, strisciante e meschina che ridurrà quella che oggi è chiamata Regione Verde d'Europa, a regione colonizzata. Perchè le risorse energetiche estratte faranno i profitti dei colonizzatori come l'Eni, mentre quando non sarà più conveniente lo sfruttamento del territorio, lo abbandoneranno lasciandosi alle spalle aree ridotte a deserti. Lasceranno cioè in eredità agli abitanti, terre dove non sarà più possibile fare alcuna attività e dove gli unici dati in incremento, saranno quelli relativi a malattie ed inquinamento.


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giovedì 6 marzo 2008

Parco Nazionale della Costa Teatina: una scelta dal basso



(Da Fabio Smargiassi, consigliere comunale del PRC, ricevo il seguente comunicato)

La discussione sul parco nazionale della costa teatina sbarca in consiglio comunale. Le Amministrazioni Comunali della Costa sono chiamati a esprimere il loro parere sulla perimetrazione futura del Parco.
Il circolo di Rifondazione Comunista di Vasto ribadisce la totale convergenza con i confini proposti dalla Regione Abruzzo che con intelligenza li ha tracciati sino all'A 14 inglobando la maggior parte del territorio di Vasto. Al contrario delle maggiori forze politiche che gridano all' "ingessamento del territorio", noi crediamo che questo porterà un'importante opportunità di sviluppo, permettendo un consistente flusso di finanziamenti europei verso progetti orientati a politiche di valorizzazione del territorio.

Con coerenza intellettuale e politica crediamo però nella partecipazione attiva dei cittadini vastesi.
Così come avrebbero avuto il diritto di esprimersi sull'ampliamento o meno del porto commerciale e turistico, dovrebbero essere consultati anche su questo argomento portando al centro della discussione politica le opportunità del Parco e il nuovo volto di una città sino ad oggi politicamente ambigua sulle scelte di sviluppo.
Nè si possono ignorare tutte quelle associazioni e singoli cittadini che con il loro costante impegno hanno portato a risultati, sin'ora solo sulla carta, quali Il Sistema delle Aree Protette della Costa Teatina con la neo Riserva (gia SIC) Dune di Vasto Marina e la Riserva Naturale di Casarsa.
Come PRC attiveremo al più presto incontri nei quartieri.
Crediamo nella partecipazione di tutti e siamo convinti delle nostre posizioni politiche e di poter avere un positivo riscontro dalla cittadinanza.

Il Circolo PRC "Sante Petrocelli" di Vasto


Sulle enormi potenzialità della Parco Nazionale della Costa Teatina, non credo possano essere avanzati ragionevoli dubbi. Ma quelle stesse enormi potenzialità, sono state già in parte intaccate da scelte politiche che non hanno di certo favorito la tutela della costa. Ultimo esempio, le cui responsabilità politiche ricadono anche sul PRC di Vasto, è stata l'approvazione data alla ditta Molino, per nuove colate di cemento proprio su una zona SIC alla Marina di Vasto. Ed intanto nuove minacce alla conservazione del territorio, arrivano ad esempio dal progetto di raddoppio del porto di Punta Penna e dall'implementazione degli stoccaggi di sostanze pericolose, da parte della Fox Petroli, il cui stabilimento è ubicato a ridosso del mare, praticamente nella riseva naturale di Punta Aderci.
Non si può non constatare come la politica abbia fatto - e stia facendo - la sua parte, per compromettere irrimediabilmente la salute di un territorio tra i più belli in Abruzzo.
In questo quadro, una piena, consapevole, democratica ed incisiva partecipazione popolare, non può che vedermi favorevole.
Speriamo solo che alle buone intenzioni, almeno questa volta corrispondano fatti concreti.

P.S.: nella foto, uno scorcio della riserva naturale di Punta Aderci di Vasto. Una delle aree costiere più belle d'Abruzzo.

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giovedì 21 febbraio 2008

L'allegra scampagnata degli amministratori vastesi

(Ricevuto da Claudio Zimarino di Un Voto Pulito per Vasto e pubblicato)

Il mese di Gennaio ha visto un importante evento multipoliticomassmediale, ovvero l’allegra scampagnata in quel di Perth (Australia) di una maxi-delegazione di rappresentanti delle Istituzione Comunali Vastesi. Di solito in queste occasioni viene mandata una persona (il Sindaco), in questa occasione almeno 7 persone (da quello che si vede nelle foto) hanno preso parte all’evento.
La ghiotta occasione era l’Inaugurazione del Monumento all’Emigrante, iniziativa senz’altro lodevole in sè per ricordare chi ha sostenuto enormi sacrifici per riscattare la propria vita dalla miseria e dall’insoddisfazione.
Ci dispiacerebbe però alquanto se l’Amministrazione Comunale dovesse sostenere una spesa stimabile in decine di migliaia di euro (si spera vivamente in una smentita degli interessati), in un momento in cui ogni giorno c’è l’aumento di qualche tariffa locale (vedi Scuola, Rifiuti ed altre belle sorprese che ci aspettano). In ogni caso non è certo uno spettacolo edificante per il cittadino vastese, sempre considerate le circostanze, vedere i nostri rappresentanti crogiolarsi sotto il sole dell’Australia.
Visto che mi contestano di non essere propositivo voglio esserlo questa volta: suggerirei la prossima volta di organizzare un gratta e vinci comunale fra i parenti degli emigranti dal titolo: “Turisti per caso: Vinci un viaggio in Australia, in modo da allargare democraticamente la platea dei potenziali partecipanti anche a chi ha veramente un interesse reale ad andarci.

Claudio Zimarino
Un Voto Pulito per Vasto


P.S.: mi trovo anche in questo caso a condividere quanto descritto nel comunicato stampa sopra riportato. (Crocco1830)

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mercoledì 20 febbraio 2008

L'assurda ed insensata proposta dell’assessore Francesco Paolo D’Adamo

(ricevuto dal movimento Un Voto Pulito per Vasto e pubblicato, il seguente comunicato stampa)
La proposta dell’Assessore Francesco Paolo D’Adamo, lanciata all’interno di un presunto piano di riqualificazione di Piazza Rossetti (che non rientra nelle sue competenze), ci indigna non solo per il suo contenuto: abbattere i due pini di Piazza Rossetti, che ormai fanno parte integrante del Paesaggio di uno dei pochi luoghi decenti rimasti a Vasto, ma anche nelle sue motivazioni: dare maggiore visibilità allo scempio dei Palazzi Scolastici, finora coperto parzialmente dai nostri due amatissimi pini. Ma come il Centro-Sinistra ha condotto una battaglia forsennata contro il modo in cui sono stati restaurati i Palazzi Scolastici ed ora si tira fuori la baggianata della valenza architettonica! Consigliamo vivamente a D’Adamo di dimettersi dal suo incarico per non fare ulteriori brutte figure di fronte alla Cittadinanza, quest’ultima figura è veramente misera.Il movimento UN VOTO PULITO PER VASTO è pronto ad ogni iniziativa al fine di stroncare questo ed altri ennesimi tentativo di scempio del patrimonio naturalistico di Vasto ad opera di chi dovrebbe invece tutelarlo.

Claudio Zimarino - Antonino Spinnato
Un Voto Pulito per Vasto


N.B.: L'indignazione espressa nel comunicato, è anche la mia. All'indignazione, aggiungo profonda commiserazione per la stupidità della proposta.
Crocco1830

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venerdì 8 febbraio 2008

Lo stillicidio sul lavoro continua anche in provincia di Chieti

Ennesimo morto sul lavoro in provincia di Chieti, maglia nera in Abruzzo. Antonio Argentieri, 50enne autotrasportatore è rimasto schiacciato tra il rimorchio e la motrice alla quale stava tentando di agganciare, mentre svolgeva il proprio lavoro a San Salvo, presso la ditta "Sabatini autotrasporti" della quale era dipendente. Sembra che la motrice si sia sfrenata ed a causa di una leggera discesa, abbia cominciato a muoversi fino ad intrappolare il lavoratore. Sul fatto ovviamente sono in corso indagini e la magistratura ha aperto un'inchiesta.
I colleghi, accortisi immediatamente della gravità della situazione, hanno subito chiamato i soccorsi, ma Antonio Argentieri è morto poco dopo l'arrivo in ospedale a causa dei gravi traumi riportati.
Antonio Argentieri lascia così drammaticamente una moglie e due figli, probabilmente tra i pochi che ricorderanno la tragedia di questa morte, avvenuta sul lavoro. Un lavoro che continua ad uccidere ma della cui drammaticità rimangono quasi sempre e solo sterili numeri, buoni neanche per garantire interventi urgenti in materia di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro.
Anche in questo caso, qualche politico locale si sentirà in dovere di pronunciare qualche frase di circostanza, ma nella provincia di Chieti, maglia nera in Abruzzo per infortuni sul lavoro, cosa concretamente si intenderà fare? Ho l'impressione che la domanda resterà, come al solito, senza vere ed efficaci risposte.

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Il porto delle nebbie

(Ricevuto dall'Associazione Porta Nuova di Vasto e pubblicato il seguente comunicato stampa)

Come i giornali hanno informato la città sui dati delle merci movimentate nel porto di Vasto.

Chi scrive si trova per avventura a svolgere una professione molto strettamente legata ai numeri. Ha appreso, così, col tempo, a rispettarli. E a verificare i dati, anche quando possono sembrare dati di dettaglio. “Gott ist im Detail”,”Dio è nel particolare”, è un celebre motto di Aby Warburg. In effetti accade talvolta che seguire fino in fondo un dettaglio porti a comprendere più cose di quante se ne potrebbero immaginare.

1. I dati.
1. Lo scorso 21 Gennaio il tenente di vascello Ivan Savarese, comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Vasto, ha tenuto una conferenza stampa di illustrazione del consuntivo dell’attività portuale nel 2007, nel corso della quale ha reso noti i dati sulle merci movimentate nell’anno nel porto di Vasto. Le merci sbarcata hanno raggiunto le 481.618 tonnellate; quelle imbarcate 113.469, per un totale complessivo di 595.087 tonnellate. Il dato è di oltre il 9% minore di quello del 2006
[1]; e del 15% al di sotto delle previsioni per il 2007 formulate nella Relazione Generale[2] di presentazione del nuovo PRP recentemente approdato in Consiglio Comunale (700mila tonnellate). 2. Se si considera un intervallo temporale un po’ più ampio, si nota che la riduzione dei traffici osservata nel 2007 si colloca all’interno di una larga fascia di oscillazione (tra le 563 e le 659mila tonnellate) in atto dal 2003. Per questo nel comunicato stampa dell'Ufficio Circondariale si parla di “consolidamento”. Proprio questa circostanza smentisce le previsioni formulate nella Relazione Generale del nuovo PRP. In essa –in difformità rispetto alla programmazione sia provinciale [3] che regionale [4]- si prevede un raddoppio dei traffici entro il 2015; e, di conseguenza, un incremento annuo costante e sostenuto [5]. E’ accaduto il contrario. Ma sui giornali nessuno sembra essersene accorto. Anzi…


2. Come il dato è stato reso pubblico dai giornali.

Tutti i giornali del giorno dopo, il 22 Gennaio, hanno interpretato il risultato del 2007 come un dato di crescita –senza naturalmente specificare rispetto a che: Il Centro: “Il porto cresce con i furgoni Sevel [6] (titolo) Continua la crescita del porto di Punta Penna. Lo scalo istoniense è sempre più ricco e più ricercato dalle imprese. Come dimostrano i numeri [!]”;Il Messaggero: “Si espande il porto di Punta Penna. Aumentano traffico merci e passeggeri” (titolo); Il Tempo: “Positivo il bilancio” (titolo); Tutto Abruzzo Oggi: “Punta Penna, un porto che cresce” (titolo); Primo Piano Molise: “Bilancio positivo” (titolo). Così è passata nella pubblica opinione –per lo più come si vede grazie ai titoli redazionali- una notizia che non si può che definire falsa. Ma c’è di più.

3. Ai confini della realtà.
Il traffico portuale secondo Il Centro.
1. Una settimana dopo, il 29 Gennaio, Il Centro (che com’è noto è il maggior quotidiano locale) è tornato sull’argomento. Il tono dell’articolo questa volta è decisamente sopra le righe. Tra il titolo e le prime frasi sono infilati tre falsi in sequenza, e in più alcune affermazioni in palese contraddizione con Relazione Generale di presentazione del nuovo PRP:
“Le merci imbarcate e sbarcate hanno superato 600mila tonnellate”. Falso. Sono (l’abbiamo visto) 595mila.
“Traffico merci da record”. Falso. Abbiamo visto che anzi c’è stata una flessione.
“Lo sviluppo del porto ha superato ogni più rosea previsione”. Falso. Il traffico nel 2007 è stato –lo ripetiamo- del 15% al di sotto delle previsioni formulate nella Relazione Generale di presentazione del nuovo PRP.
“Il porto non basta più” […] “Punta Penna «scoppia»”. In contraddizione con quanto scritto nella stessa Relazione Generale: “Le simulazioni condotte hanno permesso di verificare che per incrementi dei flussi di traffico superiori del 100 % rispetto a quelli attuali (quindi oltre 1 milione di tonnellate all'anno) si registrerebbero tempi di attesa eccessivi per mancanza di disponibilità degli attuali accosti di banchina. Sulla base delle previsioni di sviluppo dei traffici portuali nel medio e lungo termine (entro il 2015) il porto di Vasto raggiungerà questa soglia limite”[7]. Entro il 2015.
Le affermazioni ai punti 1, 2, 4 (la prima) sono attribuite –c’è il virgolettato- al comandante del Circomare, Ivan Savarese, dal quale eventualmente attendiamo una smentita.
2. A questo punto sorge un legittimo dubbio. L’informazione sui traffici portuali fornita nel passato alla città dal quotidiano Il Centro si è sempre mantenuta sullo stesso piano di qualità? Non è una curiosità solo statistica. Andiamo a verificare.
3. Il Centro, 1° Agosto 2007: “Raddoppiate le spedizioni dei furgoni made in Abruzzo Sevel prima cliente del porto (titolo). Vasto. Si rivela un anno d’oro il 2007 per Punta Penna. Salgono ad oltre 700mila le tonnellate di merci scaricate nel porto dall’inizio dell’anno. Le attività mercantili registrano una impennata. Lo scalo istoniense raddoppia il volume dei traffici rispetto allo scorso anno. E a fare da traino al settore commerciale sono soprattutto i furgoni della Sevel[8] spediti via mare per l’Europa. […] «Essere nel Master plan ha aiutato Punta Penna a raddoppiare il volume dei traffici», conferma il comandante del Circomare, Ivan Savarese”. Dal quale attendiamo, di nuovo, una smentita.
Ripetiamo:
- Il Centro, 1° Agosto 2007: “Lo scalo istoniense raddoppia il volume dei traffici rispetto allo scorso anno”;
- Dati ufficiali, 31 Dicembre 2007: -9%.
- Il Centro, 1° Agosto 2007: “oltre 700mila” tonnellate;
- Dati ufficiali, 31 Dicembre 2007: 595mila.
Ogni commento appare superfluo. Potremmo continuare con i dati del 2005 e del 2004, falsi essi pure. Ma ci fermiamo qui.

4. Conclusione.
Il minimo che si possa dire è che vi è stata un’opera sistematica di disinformazione, dovuta sia a una interpretazione forzata e tendenziosa dei dati, sia alla diffusione di dati semplicemente falsi.
Sappiamo quali e quanti interessi siano coinvolti nel progetto di raddoppio del porto. Può darsi che questi ne siano, in tutto o in parte, coinvolti o correlati. Noi, per parte nostra, abbiamo detto quello che sappiamo e che possiamo dimostrare. Altro non possiamo dire. Di certo, ci sembra che la situazione che abbiamo rivelato sia tale da autorizzare il cittadino comune ai peggiori sospetti.Per finire, una domanda. Quanti giornali daranno al nostro comunicato lo stesso risalto che hanno fornito ai dati (o alle loro interpretazioni) che noi abbiamo smentito?

[1] Merci complessivamente movimentate nel porto di Vasto (in migliaia di tonn.)
Anno Merci (kT)
1994 388
1995 298
1996 333
1997 402
1998 346
1999 439
2000 414
2001 414
2002 491
2003 570
2004 659
2005 563
2006 654
2007 595
Fonte: Regione Abruzzo e Ufficio Circondariale Marittimo di Vasto.

[2] Paragrafo 3.3.1: Le attuali condizioni e previsioni di traffico.

[3] Provincia di Chieti, Piano Territoriale delle Attività Produttive, Relazione generale (2006), pag. 144.

[4] Regione Abruzzo, Piano Regionale Integrato dei Trasporti - Il Trasporto Marittimo (2004), pag. 2.

[5] Ancora al paragrafo 3.3.1.

[6] Per inciso: i furgoni imbarcati nel 2007 hanno ammomtato a 12.570 tonnellate, il 2,11% del totale (595.087). Appare un po’ difficile credere che una quantità proporzionalmente così piccola possa costituire per se stessa un elemento di traino (anche se si tratta di furgoni).

[7] Relazione Generale, paragrafo 3.5: Condizioni di operatività dell'attuale sistema portuale

[8] Si veda la nota 6


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venerdì 18 gennaio 2008

A Vasto stabiliti aumenti per oltre il 100%

A cosa si riferisse l'amministrazione comunale di Vasto, quando a settembre 2007 parlava di razionalizzazione del servizio mensa nelle scuole, ancora non credo di varelo ben capito. Forse perchè in realtà non fu mai del tutto chiarito dagli stessi amministratori.
Alla luce dei fatti, il servizio attuale affidato ad un privato, non ha molto di razionale, almeno per le tasche dei cittadini. I costi per i genitori vastesi, con reddito lordo oltre 12000 euro, sono praticamente quadruplicati, ed ora ora dovranno pagare 80 euro al mese.
Così, se fintanto che il servizio mensa era rimasto "irrazionale", un genitore pagava giornalmente poco più di un euro per il pasto del proprio bambino a scuola, ora che lo stesso servizio è "razionalizzato" quello stesso pasto costerà ben 4 euro. Questi alcuni degli effetti della razionalizzazione del servizio mensa, unitamente alla rimodulazione delle fasce di reddito.
Quella stessa rimodulazione che costerà alle tasche dei cittadini aumenti anche nel settore del trasporto scolastico. D'ora in poi, le famiglie vastesi dovranno pagare, per il servizio scuolabus, 10 euro al mese per chi percepisce un reddito fino a 4000 euro annuali, 16 euro da 4001 euro a 8000, 25 euro per chi ricade nella fascia tra 8001 euro e 12 mila.
Per la fascia di reddito lordo superiore a 12 mila euro, si pagheranno d'ora in poi 35 euro, contro i 16,60 euro previsti fino allo scorso mese. Un aumento quindi di oltre il 100%.
Se fino al mese scorso, questi due servizi pesavano su una famiglia con reddito lordo di 1000 euro al mese, per il 3,7%, ora quegli stessi servizi (non maggiori, nè migliori o diversi) incideranno sulle reddito familiare dell'11,5%. Tutto questo a pochi giorni di distanza dall'aumento del 15% della TARSU.
Non devono vivere certamente di stenti questi amministratori vastesi, se facendo con tanta leggerezza i conti in tasca ai cittadini, non si accorgono a quali ulteriori difficoltà li costringono.


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mercoledì 9 gennaio 2008

Le considerazione dell'ARCI di Vasto sull'ampliamento del porto

(Copiamo dal sito dei Barbari Vastesi e pubblichiamo)

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL’AMPLIAMENTO DEL PORTO DI VASTO RIMESSE A NOI DA PROFESSIONALITA’ LOCALI COSTRETTE A SVOLGERE IL PROPRIO LAVORO FUORI PROVINCIA. CON RICHIESTA DI PUBBLICAZIONE A TUTTI IN MODO DA POTER STIMOLARE UN DIBATTITO A PIU’ VOCI SULLA IMPORTANTE QUESTIONE.

PROBLEMATICHE DERIVANTI DAL NUOVO PROGETTO


porto.jpg


dati.jpg1.- Dragaggio delle acque interne.
L’elemento più importante del nuovo progetto è conoscere l’effettivo fondale che si vuole raggiungere all’ingresso del porto.
Da quanto possa capire dal disegno di cui sopra, sembra che nel progetto l’ingresso si sviluppi sulla batimetrica dei dieci metri. Da ciò si può dedurre che, oltre alla realizzazione del nuovo molo di levante e del prolungamento
del molo di ponente (ovvero una colossale diga foranea, necessaria affinché il molo opponente possa fronteggiare le mareggiate preminenti dal settore Nord-Est), bisogna opportunamente dragare la parte interna sia del vecchio porto, sia del nuovo.
Se la profondità delle acque interne la si vuole portare a 10 metri, da un mio veloce e molto approssimativo calcolo, si deve dragare minimo 300.000 metri cubi di substrato. Materiale che di solito contiene differenti agenti inquinanti (idrocarburi, metalli pesanti, etc.). Ebbene lo smaltimento di tale materiale da dragare, al 90% fanghiglia, rappresenta uno dei principali problemi ambientali derivanti dall’eventuale nuova costruzione.
Se invece si lascia l’attuale pescaggio della zona vecchia, l’attività di dragaggio della zona nuova diventa minima, pur presentando le stesse problematiche ambientali.

2.- Alterazione della fascia costiera
Ogni qualvolta si costruisce un manufatto nella fascia costiera si altera sia la biocenosi, sia la morfologia del litorale interessato. Infatti, ciò che viene riportato nella nota 1, al paragrafo 6.2 del Comunicato stampa, datato dic 07, rappresenta l’andamento standard lungo la costa adriatica. Tuttavia, bisogna non fare confusione su ciò che significa “corrente marina” (moto superficiale e di profondità delle acque oceaniche, caratterizzato da propria direzione ed intensità – in Adriatico ed in particolare in prossimità della costa italiana, l’intensità della corrente marina è inconsistente) e su ciò che si intende per “correnti litoranee” (correnti di masse acquee determinate dal moto ondoso). Queste ultime provocano mutamenti alla morfologia litorale.
Le correnti litoranee si generano al verificarsi di mareggiate, ossia quando una perturbazione meteorologica (fronte freddo o fronte caldo) va ad interessare il mare Adriatico. Nel caso specifico, le mareggiate preminenti, ossia quelle che per intensità influenzano l’andamento morfologico delle nostre coste provengono dal settore Nord-Est. (figura 1- dati riferiti alla boa ondametrica posizionata al largo di Ortona). Ciò significa che, nella maggior parte dei casi, la sabbia erosa dall’infrangersi dell’onda con il fondo, viene trasportata dalle correnti litoranee, nel nostro caso lungo la costa da nord verso sud. Questo è un fenomeno naturale, ed ogni qualvolta si realizzano opere costiere, i progettisti dovrebbero sempre porsi la risoluzione del problema della deriva litoranea, ovvero del trasporto litoraneo della sabbia.
Le modifiche della linea costiera osservate dopo la costruzione nel 1959, ovvero la formazione di una spiaggia a nord del molo opponente o le erosioni nella zona sud, rientrano nella norma. Di sicuro questi fenomeni continueranno ad essere osservati in futuro, sia con l’attuale struttura portuale, sia nell’eventualità della realizzazione del nuovo progetto, ma sempre in relazione alla tipologia del manufatto e alla sua posizione rispetto alla direzione e all’intensità delle mareggiate preminenti.
Si dovrebbe osservare, per un periodo minimo di due anni, la direzione e l’intensità del moto ondoso a livello locale con apposite boe di rilevazione (vedi boa ondametrica “Ortona”), per poi simulare l’effetto del moto ondoso rilevato sulla nuova costruzione e sulla costa. Purtroppo, sono molto scettico su tali simulazioni, anche perché di solito chi simula è il progettista oppure è un organo esterno che si mostra sempre favorevole alla realizzazione del progetto.
Infine, volutamente non ho menzionato il fenomeno delle maree, che invece compare nell’articolo: “A Vasto” –si leggeva su Il Centro del Febbraio 2006- “il mare ha ingoiato la spiaggetta antistante il monumento alla Bagnante. All’inizio sembrava un normale fenomeno stagionale di alta marea. Col passare del tempo, però, appare evidente che il problema è tutt’altro che transitorio…”.
Lungo la nostra costa l’intensità delle maree è talmente modesta, che il fenomeno può essere considerato trascurabile.

fig1.jpg

Il TRAFFICO MARITTIMO REGIONALE

1.- La questione “Autostrade del mare”
Un porto marittimo può rientrare nel progetto “autostrade del mare” se presenta dei requisiti specifici. Il requisito fondamentale è che il porto interessato deve presentare un interporto, ovvero una zona di stoccaggio merci con asserviti servizi operativi e logistici. Non necessariamente l’interporto deve essere all’interno del porto, tuttavia i porti regionali: Giulianova, Pescara, Ortona e Vasto; non hanno interporti. Questo è un dato di fatto, ma tale è l’appetibilità dei fondi messi a disposizione dai vari governi che si sono succeduti in questo ultimo quinquennio che stanno sorgendo lungo la penisola progetti su progetti, come punto quello della Modimar . Progetto che tende a colmare la carenza logistica raddoppiando le superfici portuali ed inserendo un fantomatico collegamento Ro-Ro. Argomento molto sentito a livello ministeriale, poiché sviluppa la tematica principe del progetto “autostrade del mare”, cioè ridurre il traffico su gomma nel territorio. Come se l’aumento del traffico marittimo sia esente da consumo di energia, produzione di CO2, inquinamento dell’aria e (elemento in più) del mare da idrocarburi, rifiuti, etc, etc.

2.- La questione “ previsioni di traffico”
Il porto di Vasto verrebbe ampliato per ricevere specificatamente traffico di navi Ro-Ro come asserito nel Master Plan: “…., il porto di Vasto è perfettamente in grado di svolgere il suo ruolo. “Le autostrade del mare non hanno fino a questo momento trovato spazio in Abruzzo […] soprattutto a causa della difficile situazione della portualità. Da questo punto di vista, tuttavia, i recenti investimenti programmati e in via di realizzazione aumentano notevolmente il potenziale dei due porti commerciali e rendono in particolare il porto di Vasto, con i suoi 65.000 mq di piazzali, competitivo e in grado di ospitare un collegamento ro-ro per tutto l’arco dell’anno.” (pagg. 131-132)”.
Prima di fare previsioni di traffico è bene chiarire cosa si intende per collegamento Ro-Ro.
Tecnicamente una nave Ro-Ro (roll off-roll on) sta per una unità capace di trasportare carichi su ruota (auto e autocarri o anche vagoni ferroviari). Un ferry (traghetto) moderno ormai lo si chiama Ro-Ro PAX, dove pax sta per i passeggeri, anch’essi trasportati.
La formula collegamento Ro-Ro sta a significare che nel porto di Vasto arriveranno via gomma dei TIR, sosterranno nei 65.000 mq di piazzale per imbarcare poi su una unità Ro-Ro proveniente da nord o da sud o da est, che a sua volta dovrà prima scaricare altri TIR che procederanno via gomma a nord o a sud o a ovest della penisola. Ecco perché ritengo che il concetto “autostrade del mare” è puramente illusorio, anzi in questo modo opportunamente strumentalizzato.
In estrema sintesi, visto il disegno del nuovo porto, in prima approssimazione stimo che potranno sostare giornalmente massimo un paio di navi Ro-Ro, trasportando ognuna circa un centinaio di TIR .
[illazione + sfogo] = Per le conseguenze, diciamo ambientali e socioeconomiche, potrebbe dare un valido parere la stessa Modimar, avendo collaborato con la Regione Abruzzo “Nell’Analisi di rischio morfologico e socioeconomico della fascia costiera abruzzese”, studio elaborato e stampato a cura della regione nel mese di settembre 2006, tipografia GTE- Fossa (AQ).

Cordiali Saluti
Arci Nuova Associazione Vasto
0873378493
www.arcivasto.it
info@arcivasto.it


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mercoledì 2 gennaio 2008

Antenne a Vasto. Lettera aperta al Dr. Fabio Smargiassi

(Copiamo dal Blog 1manifesto e pubblichiamo)

Lettera aperta al Sig. Presidente della Commissione “Assetto del Territorio” del Consiglio Comunale di Vasto –Dr. Fabio Smargiassi

Gent.mo Presidente Antenne: ”non si possono illudere le persone, né fare demagogia” ha affermato durante i lavori del C.C. del 29/12/2007, l’Assessore all’Urbanistica, Dr.ssa Suriani. Poi, mentre lei, Presidente, nel suo intervento anticipava di voler coinvolgere le Associazioni ed i Comitati di Quartiere in quanto portatori di “interessi diffusi” dei cittadini (facoltà, peraltro, riservatale dalla legge) si è udita un’altra affermazione “strabiliante” dai banchi del PD: “ è ora di dire BASTA A QUESTA DEMAGOGIA ASSOCIAZIONISTICA ! ”.
Come vede, Dr. Smargiassi, lustri fa si parlava di arroganza dei DEMOCRISTIANI, poi di quelli del CENTRO-DESTRA; nell’occasione, i presunti fautori del “CAMBIAMENTO” si sono superati, facendo TOMBOLA PIENA!
Questo comitato, interpretando il comune sentire dei comitati cittadini di Via Ciccarone e “Stella Maris” di Vasto Marina presenti, nonché in solidarietà di quelle Associazioni che si battono da una vita a tutela della salute delle persone, delle bellezze e del territorio della nostra stupenda città, nel prendere atto della sua fine sensibilità democratica ed istituzionale (che onora lei e la carica che ricopre), respinge al mittente le indelicate affermazioni di coloro i quali hanno già dimenticato che quei cartelli, quel tricolore simbolo della Costituzione (che compie in questi giorni 60 anni), quel lacero lenzuolo che ci onora, con la scritta “alberi si, antenne no”, campeggiavano intorno ai palchi elettorali di Forte e Lapenna e che non meno del 50% dei voti, lorsignori li hanno avuti grazie all’impegno della migliore “Società Civile” vastese. In simile contesto, diventa persino penoso che il sindaco in carica , il 13 giugno 2006 abbia potuto far scrivere su di un manifesto, la fatidica frase: “grazie a tutti, da oggi lavoreremo insieme per costruire il futuro”. Sappiamo come il “fumo di Londra” abbia poi avvolto gli intendimenti rivelatisi “virtuali”, del primo cittadino della Patria di Rossetti.
Ove lei, dunque, voglia mantenere fede a quanto espresso in C.C. (senza dare retta a chi non perdendo il vecchio e antistorico vizio dell’”egemonia”, vorrebbe impartirle ordini) sapremo dare ogni utile contributo per trovare una soluzione la più condivisa possibile, con rispetto dei cittadini e soprattutto per ridare lustro al Comune, affinché possa riprendere un minimo di governo del territorio, laddove i potenti della telefonia non possono continuare a spadroneggiare. Non si possono scaricare sui cittadini, errori e colpe che sono solo ed esclusivamente di chi si è avvicendato al governo della città, sul piano antenne (e non solo). Prima di parlare di demagogia è utile ricordare che negli anni 2005-2006, ben 6 Associazioni cittadine con (oggi, non sembra vero) primo firmatario, Peppino Forte, avevano rappresentato la gravità dei problemi(antenne, leucemie, abbandono di quartieri come ad es. il S.Paolo,ecc.) al Comune di Vasto, al Prefetto ed al Presidente della Repubblica. Insediatasi la nuova amministrazione, non solo Forte non ha risposto neanche a sè stesso (e non ha convocato il famoso C.C.straordinario sulle antenne sul quale tanto si era scontrato con i predecessori) ma nonostante ripetuti solleciti ad egli, al Sindaco, in primis e all’Assessore Suriani, fino a due settimane fa, oltre duemila cittadini, a mezzo di questo Comitato, non hanno potuto avere un rigo di risposta scritta, argomentata e motivata, soprattutto in merito all’indagine epidemiologica della ASL, a tutela preventiva della salute (essendo Vasto città “a rischio”dal 1994), ai dati delle emissioni elettromagnetiche rilevate dalle centraline (come annunciato in gennaio 2007), nonché sulle emissioni di polveri sottili), censimento antenne, intervento del Sindaco (su mandato del C.C. del 5 marzo 2007) sul Presidente della Regione, onde premere sul Governo Prodi per far dimezzare le emissioni elettromagnetiche, previo abrogazione del famigerato D.Lgs. “Gasparri”.
Che dire poi del famoso “incontro” dell’8 febbraio 2007. Torniamo a ripetere che non vi è stata nessuna concertazione, perché in quella riunione associazioni che hanno fatto la storia di Vasto, nel difendere il suo territorio, l’ambiente e la salute (firmatarie con noi e Peppino Forte, dei suddetti esposti) quali l’ARCI, L’APE, IL TRIBUNALE DEL MALATO-ITALIA NOSTRA e la stessa PORTA NUOVA, ed altre, non sono state neanche invitate. In quella sede non è stato concordato un bel nulla e la riprova è che avendo noi richiesto un verbale dell’evento, in Comune, tale documento non esiste. L’Assessore Suriani insistette (e Forte non si oppose, scrivendo, poi, sul suo sito internet che era stato “concordato”….) nel dire che il protocollo lo avevano firmato “quelli di prima” e che il Comune andava avanti (nonostante le promesse elettorali e dell’estate 2006).Infatti, pur assenti le predette Associazioni per mancato invito, in quella sede vi furono ben 5 interventi nettamente contrari, con gentile richiesta di elaborare un “nuovo regolamento antenne”, con avvertenza di ricorso, ove necessario, alla Procura della Repubblica, per difendere la salute dei cittadini, sia per l’antenna prevista nella pinetina di Via Pertini, che per quella presso la “bagnante” (entrambi SITI “SENSIBILI”), con l’aggiunta (relativamente a quest’ultima) del “deturpamento di bellezze naturali”, in luogo paesaggistico di pregio internazionale (art.734 c.p.), le cui cartoline arrivano fino al WEST AUSTRALIA. A fronte di una posizione pressoché astensionistica di qualche altro intervenuto, soltanto il rappresentante dell’Associazione “LA BAGNANTE” di Vasto Marina si espresse in favore dell’installazione nella pinetina in riva al mare, con addirittura “ringraziamenti” per l’amministrazione comunale. Sbalorditi, in quella sede, ci chiedemmo dove era finito il giovane rappresentante della stessa associazione (che aveva firmato con coraggio le sopraddette denunce, insieme a noi e Peppino Forte) visto che, di colpo, se ne presentò un altro, da noi mai visto in anni di riunioni del Comitato Cittadino.
Pertanto, ripristinata la “verità storica” e animati da “forte” senso di responsabilità, torniamo a dire che i comitati e le associazioni dei cittadini, caro Presidente, sono sempre stati (pur inascoltati) e sono disponibili per contribuire ad elaborare un nuovo e definitivo “regolamento antenne”, che possa essere il frutto di un’intesa, la più razionale e rispondente alle esigenze della città. A tal fine preferiamo non concludere noi questa missiva , ma affidandoci alle parole (documentate da 5 anni di vittorie a tutto campo, sia al TAR che al Consiglio Di Stato)del Vice Sindaco di Orsogna(4mila abitanti), Fabrizio Montepara: “queste grandi società, NON POSSONO VENIRE A CASA NOSTRA A FARLA DA PADRONI. DEVONO SEDERSI A UN TAVOLO PER DISCUTERE CON I RAPPRESENTANTI DEI CITTADINI. Questa sentenza (n.b. di poche settimane fa)- conferma la lungimiranza della decisione di elaborare un regolamento comunale per decidere dove installare gli impianti di telefonia mobile.
L’apposita commissione consiliare ha completato tutte le indagini e le misurazioni necessarie. Le compagnie di telefonia potranno allocare le antenne in appositi siti, INDIVIDUATI SULLA BASE DI ELEMENTI SCIENTIFICI DAI RAPPRESENTANTI DEI CITTADINI, in seguito al confronto con i gestori telefonici, e non unilateralmente da questi ultimi. Orsogna si conferma all’avanguardia sulle problematiche della telefonia mobile e sta facendo scuola anche a livello nazionale”.
Gentile Presidente, nel ringraziarla se vorrà avvalersi di tutte le prerogative di legge per risolvere il problema, ci pregiamo far osservare all’ Amministrazione attiva che questo testè citato è “CAMBIAMENTO”, non quello dell’”anno che verrà”…poiché il protocollo l’hanno firmato “quelli di prima!” Cordiali auguri di BUON ANNO.

- COMITATO “UN QUARTIERE PER VIVERE” - ZONA S. PAOLO - VASTO Antonio Colella

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sabato 29 dicembre 2007

Antenne a Vasto. Per l'amministrazione vastese la prostesta è NIMBY.

Questa mattina ero presente al presidio davanti al palazzo comunale, organizzato dai comitati di quartiere spontaneamente costiuiti a segiuto di nuove minacce di esposizione ad onde elettromagnetiche, in alcuni quartieri densamente popolati della città. In particolare in questo periodo sono in allerta i quartieri che insistono su Via Ciccarone e quelli di Vasto Marina.
All'interno del palazzo di città, oggi si discuteva anche di questo argomento. Ho assistito quindi al successivo dibattito svoltosi all'interno del saloon comunale (prendo a prestito questa definizione dal bravo blogger vastese 1manifesto, poichè non trovo espressione migliore per definire l'assise civica vastese), al termine del quale è stato approvato un ordine del giorno, con il quale
"si impegna l’amministrazione ed attiva il sindaco all’emissione di provvedimenti urgenti per sospendere tali attivazioni fino alla soluzione concordata delle problematiche in oggetto”. Il problema, credo, sarà solo rinviato.
Ciò che in particolare mi ha lasciato esterrefatto, è il contenuto del dibattito sul tema. Tralasciando i battibecchi da bar (o da saloon) - che hanno visto lanciare reciproche accuse tra i consiglieri, pronte ed immediate repliche a difesa da quelle stesse accuse e nuovi attacchi personali - a parte questi questi battibecchi, dicevo, mi pare sia emerso nel migliore dei casi, un certo pressapochismo nella trattazione del tema. Nel peggiore una certa ignoranza sull'argomento. Tra le righe di altri interventi infine (vedi quello del sindaco o quello dell'assessore Anna Suriani) si leggevano frecciate verso la leggittima protesta dei cittadini, vista come pratica affetta dalla sindrome NIMBY (acronimo inglese che sta per Not In My Back Yard, lett. "Non nel mio cortile").
Questo tipo di considerazione nei confronti della protesta, è spesso utilizzata e propagandata per togliere visibilità e credibilità alla protesta stessa. Se invece non è questa l'intenzione degli amministratori vastesi, devo concludere che hanno allora scarsa attenzione verso le ragioni del dissenso e le forme, i luoghi e gli attori delle contestazioni.
Faccio un esempio, che mi pare il più evidente: come non accorgersi che il Comitato Un Quartiere per Vivere della zona San Paolo ed il suo più visibile rappresentante, il bravo, preparato e combattivo Antonio Colella, appoggiano manifestazioni anche in quartieri diversi da quelli nel quale risiedono?
Non si tratta perciò di alcuna forma di NIMBY della protesta, ma dissenso consapevole verso installazioni selvagge di impianti nocivi per la salute delle persone, ovunque esse avvengano. Dissenso verso installazioni di impianti di telefonia mobile, che oggi a Vasto avviene senza il rispetto delle principali norme in materia e senza alcune indagine oggettiva sui livelli di esposizione alle onde elettromagnetiche.

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giovedì 27 dicembre 2007

Tarsu e raccolta differenziata

A Vasto si torna a parlare di rifiuti, seppure in maniera indiretta e legata al bilancio di previsione dell'amministrazione cittadina per il 2008. Infatti, nella seduta del consiglio comunale prossimo - previsto per venerdi 28 dicembre in prima convocazione e sabato 29 dicembre in seconda - è prevista anche la discussione dell'aumento della TARSU, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, prevista dal Decreto Legislativo 15 novembre 1993, n. 507.
A livello di ATO, e qualora non vengano raggiunti gli obiettivi minimi di raccolta differenziata, deve essere applicata un'addizionale del 20% al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell'ATO, che ne ripartisce l'onere tra quei comuni del proprio territorio che quegli obiettivi non hanno raggiunto.
Il comune di Vasto, si trova proprio nella suddetta condizione. I dati sulla raccolta differenziata, riferiti al 2006, inseriscono Vasto al 152° posto tra i comuni ricicloni abruzzesi, con il 10,10% di raccolta differenziata, lontana dai limiti di legge che fissa: almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006; almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008; almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012.
Quanto sopra è l'ovvia conseguenza di una politica sui rifiuti quanto meno poco attenta, da parte dell'amministrazione comunale.

Già nel programma elettorale dell'attuale sindaco Lapenna e della coalizione che lo sosteneva, era previsto un potenziamento (o dovremmo dire la reale attuazione) della raccolta differenziata. Tale impegno fu poi ripreso dall'assessore comunale all’ambiente e all’ecologia Lina Marchesani, che ne prevedeva l'avvio entro l'ottobre scorso, limitando la sua applicazione ad un'area pilota della città. Come noto tale impegno non fu mantenuto e perciò la sua attuazione prorogata a marzo 2008, che a detta dello stesso assessore interesserà l'intera città. Speriamo in bene.
Tralasciamo qui il discorso relativo alla prevenzione in merito alla produzione di rifiuti, che risulta certamente prioritario, ma che non può essere a carico di un comune, ci piacerebbe rilevare un interesse da parte dell'amministrazione comunale al tema, che possa considerarsi strategica.
Altre e numerose esperienze a livello comunale, hanno dimostrato che la migliore ricetta in materia di raccolta differenziata, sia quella porta a porta, mentre quella effettuata con le campane stradali ha permesso di raggiungere, nei migliori dei casi, il 30 per cento di differenziazione dei rifiuti. Con la raccolta porta a porta invece, si sono notati incrementi nella differenziazione dei rifiuti anche fino all'80% in pochi mesi di applicazione. Non è da sottovalutare poi, il vantaggio di potere vedere rimossi i numerosi cassonetti dalle strade.
Questo metodo di raccolta però, affinchè possa realmente portare i frutti già notati in altre realtà, deve necessariamente essere accompagnata a una incisiva campagna d'informazione e comunicazione, insieme al coinvolgimento dei cittadini. Ed in questo senso l'amministrazione comunale ci sembra debba fare un bel salto culturale, in termini di gestione della cosa pubblica e partecipazione popolare.
Ci auguriamo che dal prossimo marzo 2008, finalmente anche Vasto possa vantare una efficace raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Ne trarrebbero vantaggio in primo luogo la salute del territorio e quella dei suoi abitanti, oltre che le tasche dei cittadini, che eviterebbero di dovere pagare l'addizionale ad una tassa, a causa di un'inefficace gestione dei rifiuti.

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venerdì 21 dicembre 2007

Antenne a Vasto. L'amministrazione rispetta la normativa?

Alla luce dei nuovi fatti vastesi, in materia di installazione di altri impianti di telefonia mobile sul territorio ed in zone residenziali, che vanno ad aggiungersi ai già numerosi esistenti, occorre porsi alcune domande.

  • L'amministrazione comunale, per il rilascio delle autorizzazioni, ha tenuto conto dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici preesistenti, come recita l'art. 8, comma 1, lettera c) della Legge 36/2001?

  • a quando "un catasto delle sorgenti fisse dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, al fine di rilevare i livelli dei campi stessi nel territorio regionale, con riferimento alle condizioni di' esposizione della popolazione"? (art. 8, comma 1, lettera d) della Legge 36/2001)

  • sono stati individuati gli "strumenti e le azioni per il raggiungimento degli obiettivi di qualità" come previsto dallo stesso articolo alla lettera e)?

  • Sono state individuate da parte del Comune, aree, criteri e parametri per le installazioni di impianti, antenne e altre opere fisse funzionali e connesse alla rete radio-televisiva e telefonica, soggetta ad autorizzazione edilizia da parte del Comune, ovvero in tal senso sono state apportate le opportune modifiche al regolamento edilizio, come prescritto dalla Legge Regione Abruzzo 6 luglio 2001, n. 22?

  • e soprattutto, sono noti i dati relativi ai livelli di esposizione della popolazione, a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici?

Quest'ultimo punto riveste importanza tanto maggiore, quanto più si confrontano i limiti di esposizione imposti dalla normativa italiana D.P.C.M. 8 luglio 2003 (pari a 6 V/m in aree intensamente frequentate), con quelli previsti da altri Paesi europei ed extraeuropei. Da questo confronto i limiti italiani risultano di gran lunga superiori, ad esempio a quelli di Belgio (3 V/m), Svizzera (3 V/m), Russia (3 V/m) ed addirittura Cina (5 V/m).

I vastesi perciò, si aspettano risposte serie a cui dare seguito con fatti concreti, che mirino al pieno rispetto del diritto alla salute dei cittadini.

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Antenne a Vasto. Il bue dice cornuto all'asino.

Ieri altri cittadini vastesi sono entrati in stato di allarme - dopo quelli di Via Ciccarone e del quartiere San Paolo - per il probabile posizionamento di un impianto di telefonia mobile. L'impianto potrebbe essere posizionato alla Marina di Vasto, presso il lungomare Ernesto Cordella, nell'area del parcheggio del sottopasso con la Statale 16 Adriatica. L'area interessata è già stata transennata per l'effettuazione dei lavori.
Non sembra curarsi, l'amministrazione comunale, delle richieste dei cittadini Vastesi, nonostante occupino attualemente le loro comode poltrone, anche grazie ad una propaganda elettorale che si poneva nettamente contraria all'installazione di nuovi impianti. Capofila di quella ormai dimenticata - da lorsignori attuali amministratori - propaganda elettorale, era il Presidente del Consiglio comunale, Peppino Forte. Quello stesso Peppino Forte, oggi impegnato ad accusare di demagogia e populismo l'avversa parte politica. Senti da quale pulpito parte la predica! In realtà, le due parti politiche (centro-destra e centro-sinistra), sono partiti da due punti opposti (il primo ha installato antenne anche sul palazzo comunale e l'altro si opponeva), per arrivare sui versati opposti (il centro-destra ora si oppone mentre il centrosinistra da il via libera). A parte i percorsi opposti seguiti e l'incontro a quella metà strada che permette a gestori di telefonia mobile l'installazione di antenne, chi può realmente ed in piena coscienza accusare l'altro?
In mezzo sempre gli stessi. I cittadini, che si vorrebbero come piccoli sudditi, che altro diritto non hanno se non quello di subire le decisioni degli amministratori. Scusate l'ossimoro, ma con questi amministratori appare troppo spesso quanto mai calzante.


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martedì 18 dicembre 2007

Vasto, nessun diritto all'abitare

Ho provato un certo senso di disagio, nel leggere le parole del sindaco di Vasto, che in questi giorni si è rallegrato per l'insediamento in città, della Commissione per la formazione delle graduatorie per l’assegnazione di alloggi Erp (Edilizia Residenziale Pubblica).
In conferenza stampa, il sindaco Luciano Lapenna, ha definito l'insediamento della commissione come "un motivo di grande soddisfazione". Particolarmente soddisfatto il primo cittadino di Vasto, perchè finalmente i tempi burocratici legati al settore dell'edilizia ERP dovrebbero essere verosimilmente più rapidi, mentre "fino a qualche tempo fa per il disbrigo di ogni pratica riguardante il settore degli alloggi popolari bisognava recarsi a Lanciano”.
Ma allora perchè quel senso di disagio, a cui facevo riferimento all'inizio? Perchè ho letto nelle frasi pronunciate dal sindaco di Vasto, parole velate dall'ipocrisia di cui ci ha ormai abituato la politica fatta tutta dentro il palazzo. Mi spiego. Nel consiglio comunale dello scorso 14 dicembre, si sarebbe dovuto discutere dell'ordine del giorno relativo all'assegnazione di 3 lotti comunali all´ATER e a due cooperative, finalizzata alla realizzazione di 16 alloggi di edilizia popolare. Risultato: ennesimo rinvio della discussione dell'ordine del giorno e conseguente perdita di un finanziamento di 1.200.000 € erogati dall'Ater da destinare all'edilizia popolare.
Come non rimanere dunque, almeno sbigottiti da tanto facile entusiamo del primo cittadino vastese? E' bene ricordare che anche a Vasto sono presenti numerose famiglie che non possono permettersi il lusso di accendere un mutuo; anche nella nostra città esistono famiglie che non hanno i mezzi economici per pagare regolarmente un affitto. Il disagio economico - a cui quello abitativo è ovviamente legato in maniera diretta - è tanto reale che la Caritas vastese eroga circa 50 pasti al giorno. Senza contare quanti, seppure vivano in una cronica difficoltà economica, non si rivolgono a tali associazioni di volontariato, frenati da un forte senso di imbarazzo.
Questa amministrazione quindi, farebbe bene a dare risposte concrete a tutte quelle famiglie che intanto rimangono in attesa di poter godere almeno del proprio diritto all'abitare. L'alternativa è continuare a vivere, finchè le è consentito dai tempi del mandato amministrativo, dell'autoreferenzialità di cui finora ha dimostrato di sapersi nutrire.

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giovedì 13 dicembre 2007

Antenne a Vasto: alcune considerazioni

Disturbi del sonno, disfunzioni circolatorie, dolori di testa, difficoltà di concentrazione, innalzamento della pressione sanguigna, infarti cardiaci, ictus, depressioni, sviluppo di cellule tumorali. Sono alcuni dei danni causati dalle radiazioni ad alta frequenza. Per intenderci, si tratta delle frequenze elettromagnetiche emesse ad esempio da antenne per la telefonia mobile ed elettrodotti.
Alcuni medici e scienziati hanno osservato come troppo spesso patologie come quelle sopra elencate si manifestino in percentuali maggiori in aree interessate da intense trasmissioni di onde elettromagnetiche. Gli stessi scienziati e medici hanno inoltre osservato come alcune delle patologie maturate in mesi o anni, volgano a rapido miglioramento nel momento in cui il paziente sia allontanato dalla fonte elettromagnetica.
Da sperimentazioni condotte da scienziati australiani si è osservato che su ratti irradiati per diciotto mesi con microonde si riscontra una più alta frequenza di linfomi rispetto ai ratti non esposti.
Purtroppo però, la parte della scienza legata e finanziata dalle lobbies industriali, continuano a ignorare le tesi e gli studi come quelli citati sopra.
Perché quegli studi vengono ignorati e non invece confutati attraverso sperimentazioni che riescano a contrastarne le tesi? È evidente che se la scienza si lega all’industria e da questa è finanziata, gli scienziati si trasformano in informatori scientifici. La differenza sta nell’obiettivo delle due figure: gli scienziati conducono studi e sperimentazioni per portino a risultati dimostrabili e ripetibili; gli informatori scientifici vendono un prodotto, in questo caso però inducendo in errore i consumatori.
In tale contesto anche la normativa attualmente in vigore risulta inadeguata a garantire la salute dei cittadini, ponendo di fatto valori limite per le radiazioni al di sopra dei livelli riconosciuti come già dannosi per l’uomo. È stato osservato, infatti, come cellule nervose sottoposte a radiazioni pulsate ad alta frequenza per valori molto al di sotto di quelli limite fissati per legge, subissero seri danni fino al 60% del totale. Ma neanche questo viene riconosciuto, anzi viene ignorato da quella parte scientifica legata e finanziata da industrie produttrici di… elettrosmog, così da garantire la realizzazione indiscriminata di impianti per telefonia mobile con tecnologia sempre più devastante per la salute umana.
Corsi e ricorsi storici … Anche l’amianto, per i soliti interessi in gioco, non veniva considerato dannoso per la salute umana. Quanti anni ci sono voluti affinché venisse denunciata la sua pericolosità. Quante persone hanno dovuto ammalarsi e morire di cancro prima che venisse bandito e quanti ancora oggi pagano le conseguenze di un mercato spietato.
Corsi e ricorsi storici … Per quanto tempo è stato permesso che cibi per zootecnia costituiti di farine animali fossero somministrati al bestiame che avrebbe dovuto consentire una loro sana, robusta e più rapida crescita, permettendo invece il disastro della mucca pazza. E la lista potrebbe continuare.
Contaminazioni per amianto, cibi per zootecnia costituiti di farine animali, ma anche valutazioni in materia di detriti nucleari ed oggi osservazioni e tesi volutamente ignorate in merito all’elettrosmog, sono possibili a causa di una scienza collusa con la grande industria e taluni governi amici, che in nome del dio denaro abbandonano l’interesse a garantire la salute delle persone ed in modo del tutto arbitrario decidono cosa possa essere divulgato inducendo in errore i cittadini. “Chiunque si pone come arbitro in materia di conoscenza è destinato a naufragare nella risata degli dei” diceva Albert Einstein.
Nella speranza di potere vedere applicate un giorno tecnologie prive di effetti sulla salute dell’uomo e dell’ambiente, ciò che possiamo fare è mobilitarci per fermare nuove installazioni radiomobili ed informarci ed informare nella misura maggiore possibile sui rischi provenienti da queste tecnologie.
Intanto a Vasto è in atto il tentativo di installazione di una nuova antenne per telefonia mobile in Via Pertini. Occorre mobilitarsi affinchè, attraverso un massiccio intervento della cittadinanza si possa scongiurare il pericolo.
Non è inutile ricordare che già nel 2000 la Procura della Repubblica è intervenuta a Vasto con un’ordinanza di sequestro di un ripetitore e l’accusa di omicidio colposo, a seguito di 24 casi di leucemia messi in relazione a radiazioni elettromagnetiche emesse da antenne radiotelevisive presenti.
È da tenere inoltre presente che già nel 2000, Vasto figurava già come una delle zone a più alto inquinamento elettromagnetico nel censimento del Ministero dell’Ambiente, dove si evidenziava la presenza di emissioni elettromagnetiche con valori anche quattro volte superiori ai limiti di legge.
Nonostante tutto ciò dovremo comunque aspettarci nuovi tentativi di installazioni di antenne anche in maniera indiscriminata, ma contiamo su una cittadinanza attenta.
Ripetiamo perciò l'invito a partecipare al presidio previsto per domani in Piazza Barbacani alle ore 9, davanti al municipio, dove è previsto nelle stesse ore un consiglio comunale, per discutere dell'installazione dell'antenna in Piazza Pertini.
Chi volesse avere maggiori informazioni, può contattare i numeri: 349/8165360; 0873/58554; 347/5869502 e 347/9001239.

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Stop alle antenne a Vasto

Stop alle antenne a Vasto. E' uno slogan già sentito, specie nell'ultima campagna elettorale per le amministraive vastesi. In effetti fino al maggio 2006, è stato uno slogan molto usato. Alla luce dei fatti, oggi possiamo dire: molto ABUSATO. Perchè di fatto, tutti sembrano essersene dimenticati del pericolo elettrosmog. Pochi giorni fa ero in Via Pertini. In quella via, alle 18:30 c'è stato un presidio contro l'installazione di un impianto di telefonia mobile. Ricordo quei giorni del 2006, quando c'era chi correva a destra e a manca a aprtecipare a presidi con l'installazione di nuove antenne. Oggi qualcuno di quelli è stato eletto e di nuovi impianti, letteralmente se ne sbatte.Già furono raccolte firme contro l'installazione, ma nessuna risposta è stata data. Ancora manca un catasto per questi tipi di impianti. Non sono tuttora state effettuate indagini per la valutazione della portata dell'inquinamento elettromagnetico a Vasto, che è presumibilmente molto alto, vista la concentrazione di impianti installati.Insieme ad altri, porterò il mio contributo a questa sacrosanta protesta. Allo stesso tempo, mi auguro che se i cittadini dovessero vincere questa non facile battaglia, si continui comunque nell'opera di pressione nei confronti degli organi competenti, affinchè quanto è previsto dalle vigenti norme in materia sia scrupolosamente applicato e che la tutela della salute dei cittadini, diritto inalienabile garantito dalla Costituzione, non diventi merce di scambio per guadagno di pochi.Spero che in tanti altri contribuiranno alle prossime giornate di mobilitazione.



Già domani è previsto un presidio in Piazza Barbacani alle ore 9, davanti al municipio, dove è previsto nelle stesse ore un consiglio comunale, per discutere dell'installazione dell'antenna in Piazza Pertini.


Chi volesse avere maggiori informazioni, può contattare i numeri: 349/8165360; 0873/58554; 347/5869502 e 347/9001239.

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