Le considerazione dell'ARCI di Vasto sull'ampliamento del porto
(Copiamo dal sito dei Barbari Vastesi e pubblichiamo)
ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL’AMPLIAMENTO DEL PORTO DI VASTO RIMESSE A NOI DA PROFESSIONALITA’ LOCALI COSTRETTE A SVOLGERE IL PROPRIO LAVORO FUORI PROVINCIA. CON RICHIESTA DI PUBBLICAZIONE A TUTTI IN MODO DA POTER STIMOLARE UN DIBATTITO A PIU’ VOCI SULLA IMPORTANTE QUESTIONE.
PROBLEMATICHE DERIVANTI DAL NUOVO PROGETTO
1.- Dragaggio delle acque interne.
L’elemento più importante del nuovo progetto è conoscere l’effettivo fondale che si vuole raggiungere all’ingresso del porto.
Da quanto possa capire dal disegno di cui sopra, sembra che nel progetto l’ingresso si sviluppi sulla batimetrica dei dieci metri. Da ciò si può dedurre che, oltre alla realizzazione del nuovo molo di levante e del prolungamento
del molo di ponente (ovvero una colossale diga foranea, necessaria affinché il molo opponente possa fronteggiare le mareggiate preminenti dal settore Nord-Est), bisogna opportunamente dragare la parte interna sia del vecchio porto, sia del nuovo.
Se la profondità delle acque interne la si vuole portare a 10 metri, da un mio veloce e molto approssimativo calcolo, si deve dragare minimo 300.000 metri cubi di substrato. Materiale che di solito contiene differenti agenti inquinanti (idrocarburi, metalli pesanti, etc.). Ebbene lo smaltimento di tale materiale da dragare, al 90% fanghiglia, rappresenta uno dei principali problemi ambientali derivanti dall’eventuale nuova costruzione.
Se invece si lascia l’attuale pescaggio della zona vecchia, l’attività di dragaggio della zona nuova diventa minima, pur presentando le stesse problematiche ambientali.
2.- Alterazione della fascia costiera
Ogni qualvolta si costruisce un manufatto nella fascia costiera si altera sia la biocenosi, sia la morfologia del litorale interessato. Infatti, ciò che viene riportato nella nota 1, al paragrafo 6.2 del Comunicato stampa, datato dic 07, rappresenta l’andamento standard lungo la costa adriatica. Tuttavia, bisogna non fare confusione su ciò che significa “corrente marina” (moto superficiale e di profondità delle acque oceaniche, caratterizzato da propria direzione ed intensità – in Adriatico ed in particolare in prossimità della costa italiana, l’intensità della corrente marina è inconsistente) e su ciò che si intende per “correnti litoranee” (correnti di masse acquee determinate dal moto ondoso). Queste ultime provocano mutamenti alla morfologia litorale.
Le correnti litoranee si generano al verificarsi di mareggiate, ossia quando una perturbazione meteorologica (fronte freddo o fronte caldo) va ad interessare il mare Adriatico. Nel caso specifico, le mareggiate preminenti, ossia quelle che per intensità influenzano l’andamento morfologico delle nostre coste provengono dal settore Nord-Est. (figura 1- dati riferiti alla boa ondametrica posizionata al largo di Ortona). Ciò significa che, nella maggior parte dei casi, la sabbia erosa dall’infrangersi dell’onda con il fondo, viene trasportata dalle correnti litoranee, nel nostro caso lungo la costa da nord verso sud. Questo è un fenomeno naturale, ed ogni qualvolta si realizzano opere costiere, i progettisti dovrebbero sempre porsi la risoluzione del problema della deriva litoranea, ovvero del trasporto litoraneo della sabbia.
Le modifiche della linea costiera osservate dopo la costruzione nel 1959, ovvero la formazione di una spiaggia a nord del molo opponente o le erosioni nella zona sud, rientrano nella norma. Di sicuro questi fenomeni continueranno ad essere osservati in futuro, sia con l’attuale struttura portuale, sia nell’eventualità della realizzazione del nuovo progetto, ma sempre in relazione alla tipologia del manufatto e alla sua posizione rispetto alla direzione e all’intensità delle mareggiate preminenti.
Si dovrebbe osservare, per un periodo minimo di due anni, la direzione e l’intensità del moto ondoso a livello locale con apposite boe di rilevazione (vedi boa ondametrica “Ortona”), per poi simulare l’effetto del moto ondoso rilevato sulla nuova costruzione e sulla costa. Purtroppo, sono molto scettico su tali simulazioni, anche perché di solito chi simula è il progettista oppure è un organo esterno che si mostra sempre favorevole alla realizzazione del progetto.
Infine, volutamente non ho menzionato il fenomeno delle maree, che invece compare nell’articolo: “A Vasto” –si leggeva su Il Centro del Febbraio 2006- “il mare ha ingoiato la spiaggetta antistante il monumento alla Bagnante. All’inizio sembrava un normale fenomeno stagionale di alta marea. Col passare del tempo, però, appare evidente che il problema è tutt’altro che transitorio…”.
Lungo la nostra costa l’intensità delle maree è talmente modesta, che il fenomeno può essere considerato trascurabile.
Il TRAFFICO MARITTIMO REGIONALE
1.- La questione “Autostrade del mare”
Un porto marittimo può rientrare nel progetto “autostrade del mare” se presenta dei requisiti specifici. Il requisito fondamentale è che il porto interessato deve presentare un interporto, ovvero una zona di stoccaggio merci con asserviti servizi operativi e logistici. Non necessariamente l’interporto deve essere all’interno del porto, tuttavia i porti regionali: Giulianova, Pescara, Ortona e Vasto; non hanno interporti. Questo è un dato di fatto, ma tale è l’appetibilità dei fondi messi a disposizione dai vari governi che si sono succeduti in questo ultimo quinquennio che stanno sorgendo lungo la penisola progetti su progetti, come punto quello della Modimar . Progetto che tende a colmare la carenza logistica raddoppiando le superfici portuali ed inserendo un fantomatico collegamento Ro-Ro. Argomento molto sentito a livello ministeriale, poiché sviluppa la tematica principe del progetto “autostrade del mare”, cioè ridurre il traffico su gomma nel territorio. Come se l’aumento del traffico marittimo sia esente da consumo di energia, produzione di CO2, inquinamento dell’aria e (elemento in più) del mare da idrocarburi, rifiuti, etc, etc.
2.- La questione “ previsioni di traffico”
Il porto di Vasto verrebbe ampliato per ricevere specificatamente traffico di navi Ro-Ro come asserito nel Master Plan: “…., il porto di Vasto è perfettamente in grado di svolgere il suo ruolo. “Le autostrade del mare non hanno fino a questo momento trovato spazio in Abruzzo […] soprattutto a causa della difficile situazione della portualità. Da questo punto di vista, tuttavia, i recenti investimenti programmati e in via di realizzazione aumentano notevolmente il potenziale dei due porti commerciali e rendono in particolare il porto di Vasto, con i suoi 65.000 mq di piazzali, competitivo e in grado di ospitare un collegamento ro-ro per tutto l’arco dell’anno.” (pagg. 131-132)”.
Prima di fare previsioni di traffico è bene chiarire cosa si intende per collegamento Ro-Ro.
Tecnicamente una nave Ro-Ro (roll off-roll on) sta per una unità capace di trasportare carichi su ruota (auto e autocarri o anche vagoni ferroviari). Un ferry (traghetto) moderno ormai lo si chiama Ro-Ro PAX, dove pax sta per i passeggeri, anch’essi trasportati.
La formula collegamento Ro-Ro sta a significare che nel porto di Vasto arriveranno via gomma dei TIR, sosterranno nei 65.000 mq di piazzale per imbarcare poi su una unità Ro-Ro proveniente da nord o da sud o da est, che a sua volta dovrà prima scaricare altri TIR che procederanno via gomma a nord o a sud o a ovest della penisola. Ecco perché ritengo che il concetto “autostrade del mare” è puramente illusorio, anzi in questo modo opportunamente strumentalizzato.
In estrema sintesi, visto il disegno del nuovo porto, in prima approssimazione stimo che potranno sostare giornalmente massimo un paio di navi Ro-Ro, trasportando ognuna circa un centinaio di TIR .
[illazione + sfogo] = Per le conseguenze, diciamo ambientali e socioeconomiche, potrebbe dare un valido parere la stessa Modimar, avendo collaborato con la Regione Abruzzo “Nell’Analisi di rischio morfologico e socioeconomico della fascia costiera abruzzese”, studio elaborato e stampato a cura della regione nel mese di settembre 2006, tipografia GTE- Fossa (AQ).
Cordiali Saluti
Arci Nuova Associazione Vasto
0873378493
www.arcivasto.it
info@arcivasto.it
0 commenti:
Posta un commento