mercoledì 9 gennaio 2008

I sindacati propongono il modello ThyssenKrupp

Come era prevedibile, i media hanno già praticamente dimenticato la quotidiana strage sul lavoro. Telegiornali, quotidiani ed ogni altro mezzo di informazione, difficilmente continuano a trattare delle quotidiane morti sul lavoro. Sembra che sul lavoro non si muoia più. Come se la semplice indignazione e la rabbia e la commozione - espresse in modo forte e sincero dal mondo del lavoro, velate invece dall'ipocrisia da parte del mondo politico ed industriale - avessero avuto capacità risolutive della problematica. Non è così.
Il sito articolo21.info, continua a mantenere aggiornato il numero di morti, infortunati ed invalidi sul lavoro. Un conteggio azzerato al primo gennaio 2008 e che oggi già conta (nel momento in cui scriviamo): 24 morti; 24354 infortuni e 608 invalidi. Questi i numeri di questi primi giorni del 2008. Ma certamente, al momento in cui avrò terminato di scrivere questo post, le cifre appena citate avranno subito un ulteriore incremento.

In questi giorni, il mondo politico è impegnato tra l'altro nella definizione di criteri per gli adeguamenti salariali - che si sono ridotti di quasi 2000 euro negli ultimi cinque anni - che dovranno essere concordati con sindacati ed industriali. Tra le proposte, quella di legare gli aumenti salariali alla contrattazione di secondo livello (quella definita in sede aziendale, per intenderci) ed alla produttività. "Lavorare di più per guadagnare di più, pagare meglio chi lavora di più ed è più flessibile" è la sintesi della logica che accompagna quella proposta.

C'entra la trattativa in corso con il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro? Ovviamente la risposta è SI.
Nonostante le lacrime di coccodrillo spese da esponenti politici, industriali e sindacali, dopo la strage della ThyssenKrupp del 6 dicembre scorso, di nuovo, in sede di contrattazione tra le parti sociali si pone quale obiettivo principale ed improcrastinabile, una maggiore produttività. Ancora una volta si mette praticamente al centro della contrattazione il profitto, a discapito delle condizioni dei lavoratori che, vedendo peggiorate la loro già esasperata condizione di flessibili e precari, sarebbero maggiormente esposti ai ricatti padronali.
Per questo, il modello proposto dal segretario generale della CISL Bonanni ed appoggiato - guarda caso - da Confindustria, è stato definito modello ThysseKrupp. Quel modello per cui, i lavoratori sono stati costretti ad accettare turni massacranti, con il ricatto di un mancato rinnovo contrattuale o con la chimera di una busta paga più pesante. Un ricatto mosso in nome di una maggiore produttività, reso possibile dall'arma padronale del lavoro flessibile e precario. Il 6 dicembre 2007, quel modello industriale ha ucciso in un colpo solo sette operai.
Quel modello è oggi alla base degli accordi dei sindacati confederali, degli industriali e del governo.

A proposito, al momento si contano: 24 morti; 24460 infortuni e 611 invalidi, sul lavoro dall'inizio dell'anno.

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