15 milioni di poveri. Ma continuano a tagliare lo stato sociale.

C'è una grossa crisi finanziaria, che ancora non ha fatto sentire i suoi effetti sull'economia reale ed intanto Berlusconi chiede agli italiani di avere fiducia nelle banche, mentre le banche non si fidano l'una dell'altra. Dice, Berlusconi, di non togliere i risparmi dalle banche perchè, rassicura il premier, non un centesimo verrà perso.
Forse questa volta c'è da credergli. Difficilmente gli italiani perderanno dei risparmi a causa crisi finanziaria, visto che spesso gli italiani il risparmio non possono permetterselo: 15 milioni sono infatti i poveri in Italia secondo l'ultimo rapporto della Caritas, il 13% della popolazione che vive con meno di 500-600 euro al mese.
E cosa si fa per porre un argine al rischio povertà? Si destina alla lotta all'esclusione sociale la miseria di 0,1% del Pil. Il più basso d'Europa (la media europea è dieci volte superiore). Una presa per il culo, a chi le chiappe è già costretto a coprirle con delle pezze. Una presa per il culo senza effetti concreti ovviamente, visto che gli interventi pubblici italiani abbassano il tasso di povertà relativa di appena 4 punti, contro gli 11 dell'Olanda, i 12 della Francia, i 17 della Norvegia.
Investimenti per la lotta alla povertà, quindi, ridicoli e malspesi ed ancora in riduzione per il prossimo anno. Nuovi tagli di spesa sono in arrivo ed ancora allo stato sociale. In quale settore? In quello tanto sbandierato dal centrodestra, uno dei loro cavalli di battaglia: la famiglia. Un taglio del 32% al fondo per le famiglie, si abbatterà sulla testa di migliaia di persone bisognose. Lo ha ammesso Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del consiglio, intervenendo alla Comissione Affari sociali.
E così saranno ridotte drasticamente le bollette sociali per le famiglie numerose e la riqualificazione degli assistenti familiari; mentre la "social card" di cui il governo andava fiero, probabilmente rimarrà un’una tantum. Una nuova mazzata allo stato sociale, dovuta anche alla decisione del governo di togliere l'ICI. Alla faccia di chi si è fatto infinocchiare dalle proposte del governo.
Non c'è che dire siamo in crisi ed il governo continua ad alimentarla. Una crisi non fatta di pezzi di carta straccia ad uso di speculatori finanziari. E' una crisi concreta e palpabile, che si abbatte come al solito sui più deboli. E' una crisi che la popolazione italiana avverte da molto tempo. E' una crisi di vita quotidiana, di milioni di persone che spesso non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. E' una crisi di dignità, che porta centinaia di migliaia di persone a fare la fila nelle mense delle associazioni che si occupano di povertà. Sono milioni di crisi personali, di gente costretta anche ad umiliarsi, pur di riuscire a trovare anche uno straccio di lavoro malpagato, insicuro e precario.
E' una crisi che dovrebbe farsi sentire nelle coscienze del potere politico ed economico. Ma questo è difficile immaginarlo anche in una condizione di grave delirio.