Nelle città a misura di opulenza, non c'è spazio per i poveri
Firenze è una città d'arte. Forse la città dell'arte, per definizione. Firenze è immaginata una città tanto artistica, da essere anche romantica. Una città tanto piena d'arte, da pensarla come una delle più belle al mondo. Perchè l'arte è anche bellezza.
Cosa c'entrino in questo meraviglioso quadro fiorentino, i poveri che spesso chiedono l'elemosina agli angoli delle strade? Niente, non c'entrano niente. Anzi danno un bel fastidio alla bellezza della città, che deve essere osservata in tutto il suo splendore, dalle schiere di turisti possibilmente facoltosi. Una città ricca di arte e di bellezza, non può non essere a misura di opulenza. Questo deve avere pensato l'assessore sceriffo Cioni, che dopo i lavavetri si è scagliato contro i mendicanti.
Certo, «L'accattonaggio non è un reato - precisa Cioni - ma i mendicanti distesi per terra sono un grave ostacolo». Come e per chi sono un ostacolo? Sono un ostacolo come fossero un cantiere nel centro cittadino, che impediscono una visuale immacolata dei monumenti e perciò un ostacolo verso lo sviluppo di una città a misura di denaro?
Perchè in effetti di questo si tratta e lo conferma (forse involontariamente) Cioni affermando che quando vede «questi mendicanti stesi tutto il giorno nelle strade principali del centro storico pensiamo quantomeno a uno sfruttamento ignobile: l'accattonaggio individuale è una cosa, ma le sue forme organizzate sono una storia diversa». E come dargli torto? Certo che spesso dietro i mendicanti esiste anche un racket, ma le cui cause sono la povertà estrema che le stesse città generano. Ed in condizioni di povertà, quando la fame uccide, quanti non si lascerebbero sfruttare per potere avere un pezzo pane?
Se davvero si volesse combattere le forme organizzate dell'accattonaggio, non si partirebbe rigettando i poveri nelle loro difficoltà e lascindoli soli nelle loro drammatiche condizioni, ma al contrario cercando di toglierli dalle strade. Solo che questo, non fa parte dei programmi di una società che vuole immaginarsi ricca, che vuole svilupparsi nel nome della crescita economica e del consumismo. Non c'è spazio per i poveri, nei progetti di città sicure ed opulente.
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