"Fare lo zingaro". Dallo stupidario di certi imbecilli
In sostanza ci si era trovati a chiacchierare del problema macroscopico, reale e assolutamente debilitante dello scarso potere di acquisto degli stipendi e dei salari italiani. C'era chi faceva notare quanto misero fosse il proprio stipendio, nonostante la montagna di ore passate in fabbrica. Alcuni ritenevano di meritare di più, e per l'attività che svolgeva, e per il tempo dedicato al lavoro. E qui c'era stato già un mio primo dissenso, che può apparire semplicemente ideologico, ma che invece personalmente considero evidentemente pratico: il maggiore guadagno non può essere visto semplicemente come compenso per un numero di ore maggiore passato sul posto di lavoro. Bisogna mirare all'aumento del salario e dello stipendio, per poter disporre di una retribuzione "sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa" (articolo 36 della Carta costituzionale italiana). Ma non è di questo che volevo parlare e perciò su questo argomento mi fermo qui, per non divagare troppo.
Non so se quei poveretti si rendessero conto che dire "fare lo zingaro" è un passo oltre all'identificazione di un atteggiamento legato ad un popolo, che può essere dovuto a mille ragioni. Non era stato detto di "fare come fa uno zingaro" (espressione già gravemente xenofoba). Con la frase "fare lo zingaro", si assegna ad un popolo un modo di essere insito nella sua natura, genetico, scritto nel prorpio dna e del quale non può liberarsi. Ed ovviamente si presume una natura ed un codice genetico diverso da quello delle persone di altre nazionalità o etnia.
E cosa vuol dire fare lo zingaro, cosa per natura è portato a fare una persona di etnia rom, sinti o kalè che sia, lo ha specificato la stessa larga e putrida bocca: "fare i soldi rubando; uccidere ed essere condannato ad una villeggiatura che gli italiani non possono permettersi; scopare (riporto testualmente) dove vuoi, quando vuoi, con chi vuoi, tanto se non trovi una femmina (ancora testuale) puoi violentarla".
Ed intanto quei noiosi ed ottusi miei interlocutori non si accorgono che per altri soggetti, socialmente ed economicamente più forti di loro, i capri espiatori sono anche loro.
7 commenti:
Le parole sono importanti, chi parla male pensa male diceva quel tale in un famoso film di una ventina d'anni fa.
Il problema é che la vignetta e le tue esperienze dirette in dialoghi con microcefali lo confermano: qua non c'è nessuna deriva, la maggior parte degli italiani ha una rotta ben precisa, quella del razzismo.
Da me c'è una cosa per te.
Condivido completamente le tue considerazioni finali
in effetti è un problema di capri espiatori... forse farne una professione retribuita come suggerisce Daniel Pennac... ;)
i capri espiatori sono anche loro.
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purtroppo non se ne rendono conto!
vivono sulla loro nuvoletta sentendosi super...tutto e tutti!
angela
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