Visualizzazione post con etichetta elezioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta elezioni. Mostra tutti i post

martedì 9 giugno 2009

Unità della sinistra? Si, ma...

In queste elezioni hanno perso in molti. Ha perso il progetto plebiscitario del PdL e di Berlusconi; ha perso il progetto del PD di partito alternativo al centro-destra; ha perso il tentativo di bipartitismo (almeno finora, ma bisognerà attendere l'esito del referendum). E poi ha perso la sinistra. Tutta la sinistra. L'unico elemento di vittoria è stato il populismo, della Lega Nord a destra e dell'IdV nel centro-sinistra. Ci sono abbastanza numeri per abbozzare analisi di voto lunghissime, ed in attesa di dati disaggregati per entrare nei dettagli, già si sentono ipotesi di alleanze e "nuove" considerazioni da far venire il mal di testa. Anche a sinistra.

Su questo versante, viste le percentuali della Lista anticapitalista comunista e di Sinistra e Libertà (poco più del 3% entrambe), si è tornato a parlare di quanto dannosa sia stata la scissione di Vendola e compagni dal PRC. Inutile negarlo, tanto è evidente. Ma ciò non significa che l'unione post-scissione dei due cartelli elettorali (da molti richiamata), avrebbe significato la somma dei voti delle due liste. Pensare questo significa non avere imparato niente dalle recenti esperienze elettorali, ultima quella della Sinistra arcobaleno. E comunque, pure facendo un conticino di questo tipo, la somma dei voti raccolti da PRC, comunisti italiani e SL, si recupera solo una piccola parte dei voti persi con le politiche del 2008.
Questo dovrebbe fare riflettere molto, prima di azzardarsi in considerazioni del tipo: riuniamo le forze di sinistra; mettiamo insieme PRC e SL; allarghiamo il fronte comune a tutte le forze a sinistra del PD. Ipotesi di questo tipo, appaiono di nuovo come l'unione dei vertici e di nuovo senza possibilità di successo. Si tratterebbero ancora, come già successo, di unioni fatte sulla base della geografia parlamentare. Sarebbero (giustamente) percepite dal basso, come un'unione per la sopravvivenza, non della sinistra come progetto politico, ma dei suoi vertici in quanto appartenenti alla casta politica. Ed allora? non rimane che rassegnarsi ad essere divisi e perdenti?

Certo che no. Ma non si può non partire da un'analisi approfondita della società italiana (e questo il PRC ha tentato di farlo con una laboriosa inchiesta a cui si dovrebbe concretamente dare seguito), capirne i reali bisogni e coordinarsi attorno ad un progetto concreto basato su pochi essenziali punti comuni. Un coordinamento che dovrebbe vedere partecipi non solo i partiti, ma le associazioni, i sindacati (anche autonomi, troppo spesso discriminati) ed i movimenti. Un coordinamento che non sia solo dei vertici di queste organizzazioni, ma che parta dal coinvolgendo sistematico nei territori, delle persone in carne ed ossa che il peso dei bisogni sentono sulle proprie spalle. E proprio da quel lavoro dal basso dovrebbe scaturite il progetto politico della sinistra.

Solo così le aspettative delle persone possono tornare ad essere centrali nell'agenda politica dei partiti. Solo a partire da quel coinvolgimento, la politica può essere partecipata per fermare, prima di tutto e necessariamente dal punto di vista culturale, la deriva a destra della politica.

Continua a leggere... Read more...

lunedì 8 giugno 2009

L'85% degli elettori ha votato a destra, per il PDL, la Lega, il PD, l'IDV

Gli europei hanno votato ed hanno scelto un'Europa di destra. La scelta è chiara: gli europei vogliono una politica ultraliberista; conservatrice; xenofoba. E' stata data fiducia a quelli che sostengono la direttiva Bolkestein; che votano le inumane norme sui rimpatri; che sono favorevoli al testo che allunga l'orario di lavoro settimanale. Ed da questa deriva iperliberista e razzista hanno contribuito gli elettori italiani, più che nel resto d'Europa essendo stato l'Italia il Paese con la più alta affluenza alle urne.
Complici delle future politiche europee di destra sono anche coloro che hanno votato in Italia per il PD o per l'IDV, forse più degli astensionisti. Tanti, ne sono convinto, in maniera inconsapevole. Chissà quanti hanno votato per il PD conoscono l'attività europea di quel partito. E quanti di quelli che hanno scelto l'IDV, anche ingannati da un'opposizione salottiera del partito di Di Pietro, sanno cosa votano i loro eletti nel parlamento europeo? Molti forse non ne sono a conoscenza ed è ora che questa gente apra gli occhi.

La sinistra ha certo le sue colpe, è diventata in questi anni più televisiva che di piazza; non sempre ha saputo rivolgersi alle persone; non sempre ha saputo dare risposte concrete ai bisogni reali. Ma basta nascondersi dietro quelle colpe e cominciamo a vedere le nostre, che si chiamano prima di tutto disinteresse e indifferenza, e nella migliore delle ipotesi disinformazione. Come le scimmiette ci si mette le mani davanti agli occhi e sulle orecchie, ma nonostante tutto la bocca riesce troppo spesso a straparlare, magari per incitare all'odio contro il solito idraulico polacco, conseguenza della direttiva Bolkenstein. Ma quelli che con le mani si coprono occhi ed orecchie, si sono accorti che PdL, PD, UdC e IdV, tutti insieme appassionatamente in Europa hanno votato a favore della direttiva Bolkestein? E quanti di loro conoscono la direttiva Fava che prevede, per chi sfrutta il lavoro nero degli immigrati clandestini, l'unica "sanzione" di pagare il biglietto di rimpatrio, disincentivando la denuncia di sfruttamento contro i padroni? E sapete chi l'ha votata? Tutti i partiti, tranne la Sinistra Europea. E quanti di quegli elettori cloroformizzati sanno che partiti come PD e IDV, mentre in Italia fingono di opporsi al decreto sicurezza, in Europa hanno votato insieme alla destra una direttiva sui rimpatri anche peggiore del decreto sicurezza di PdL e Lega Nord?

Hanno chiesto un voto utile, anche questa volta, per chi? Anzi, per cosa? Per un tentativo di bipartitismo monopolitico? La spacciata coerenza di cui si fanno portabandiera certi partiti in Italia, è solo un inganno. Non ve ne eravate accorti? Per questa volta è troppo tardi! Ormai avete dato a quella gente la possibilità di prendervi per il culo per qualche anno ancora. A meno che non cominciate finalmente ad aprire gli occhi!

Continua a leggere... Read more...

venerdì 5 giugno 2009

Non voto Antonio

Nelle ultime tornate elettorali sono stato dibattuto come mai mi era capitato in passato. Fino a pochi anni fa arrivavo al seggio convinto. Sapevo per chi votare e lo facevo sempre con una buona dose di speranza. Speranza in un cambiamento della politica italiana; in una modifica dei rapporti di forza tra le parti sociali; in una inversione di tendenza economica, capace di restituire ai lavoratori il maltolto dai padroni; in una affermazione dei diritti civili, umani ed individuali. Quelle speranze sono rimaste tali.
Alla fine però, il mio diritto di voto l'ho sempre esercitato. E mai ho imbucato nell'urna una scheda bianca, nè una nulla. Ho sempre espresso una preferenza e sempre assolutamente a sinistra. O meglio, ad un frammento di sinistra. Ed ogni volta che ho votato un pezzettino di sinistra, ogni volta più piccolino, rabbia e desolazione si mescolavano e mi percorrevano dalla testa ai piedi. Rabbia per un'unità politica mai trovata a vantaggio, a volte di egocentrismi, altre volte di slanci governisti ed opportunismo politico. Desolazione, perchè vedevo quelle speranze sempre più allontanarsi dalla realtà e diventare sempre meno delle possibilità.

Ma è inutile adesso stare a rimuginare sulle cause della sconfitta della sinistra, della sua condizione extraparlamentare, dei suoi errori. Perchè ora è il tempo di provare a ricostruire qualcosa dalle macerie. Da questo punto la sinistra deve rinascere, o rieschierà di rimanere solo sui libri di storia (e non è detto, visto che esponenti di questo governo vorrebbero riscrivere anche la storia partigiana). Darle un altro colpo, ora vorrebbe dire sancire la fine di ogni speranza di cambiamento. Dato che non credo che toccato il fondo si debba per forza risalire. Lì giù, nel fondo, si può anche rimanere seppelliti sotto cumuli di monnezza fatta di precariato, disoccupazione, xenofobia, disinformazione, scempi ambientali.

Ed allora andrò a votare, come sempre ho fatto e come sempre per la sinistra, esercitando con consapevolezza il mio diritto di voto. Non sarò uno di quelli che "vota Antonio". darò il mio voto con consapevolezza per contribuire a dare forza alla sinistra europea, per contribuire alla presenza italiana in quel gruppo parlamentare. Per non lasciare mano libera al PdL ed al PD che in Italia fingono di litigare, e poi votano insieme in Europa per aumentare le ore lavorative settimanali a 65 ore. Vado a votare per la sinistra, per dimostrare che ci sono. Io, lavoratore di sinistra, comunista ci sono e non mi rassegno ad una democrazia limitata, fatta di forze politiche che si arrogano il diritto di rappresentanza grazie ad una assurda legge elettorale e che governano secondo un fantasioso principio d'autorità. Andrò a votare per lista comunista e anticapitalista e non mi farò confondere, nei numeri delle statistiche elettorali, tra quelli che sabato e domenica, indifferenti hanno portato le loro chiappe a prendere il sole. Perchè gramscianamente odio gli indifferenti.

Domani andrò a votare, perchè domani il voto rappresenterà uno strumento di lotta. In una cabina elettorale, apponendo una croce su un simbolo (a proposito, i simboli hanno la loro importanza!), starò dicendo al potere politico, ci sono e non rimango passivo. Contro la volontà di chi detiene il potere di tenermi passivo ed isolato, risponderò domani con il voto, e dimostrerò che non sono solo perchè avrò esercitato il mio diritto al voto insieme (spero) a molti altri. Con la mia scheda elettorale, domani starò partecipando alla vita politica, contro chi vorrebbe farmi credere che non serve partecipare, che sono impotente anche insieme a tante altre persone e che devo lasciarmi indottrinare. Vado a votare contro chi mi vorrebbe passivo per abboccare alla favola che va tutto bene così, che la crisi non esiste, che nessuno muore di fame, che ci sono adeguate protezioni sociali e che i diritti di ognuno sono garantiti.
Domani, contro chi mi vorrebbe passivo ed isolato, vado a votare, perchè anche in quel modo continuo a resistere.

Continua a leggere... Read more...

mercoledì 27 maggio 2009

Appello in difesa della democrazia, in difesa della Costituzione


Aderisco con convinzione a questo appello...
Sono giornate molto pesanti, in cui le parole gravano come macigni, e se l’argomento di queste parole sono la Democrazia, il Diritto, la Giustizia, il rischio è che questi macigni si trasformino in frane, di quelle che travolgono interi paesi cancellandone la storia, cancellandone la civiltà, rinnegandone l’etica.

Mancano due settimane alle elezioni europee, nel nostro Paese questo appuntamento, a causa delle parole-macigno del capo del governo, rischia di assumere caratteristiche che vanno ben al di là del risultato puramente elettorale.

Una cosa soprattutto assume un importante valore politico: la coesione che travalica le sigle, di un fronte di difesa democratico della Costituzione e delle Istituzioni .

Attualmente sono cinque i soggetti politici che partecipando alla competizione europea possono rappresentare questo fronte: i due cartelli elettorali di sinistra, il PD, IDV-Di Pietro e UDC.

Dei cinque partiti o movimenti il PD è l’unico che, ad oggi, sostiene la campagna dei referendum di riforma della legge elettorale. Nell’eventualità che il referendum passi ci ritroveremmo con un sistema che prevederà premio di maggioranza al partito di maggioranza relativa (non alla coalizione) e innalzamento della soglia minima di sbarramento. Risultano evidenti due cose: che una minoranza del paese, ma in possesso di una maggioranza relativa, avrebbe uno strapotere e una consistente porzione di elettori non avrebbero rappresentanza parlamentare.

In questi giorni è davanti gli occhi di tutti l’inaudito attacco alle istituzioni da parte del capo del Governo. Credo che proseguire sulla strada del referendum sarebbe come iniettare cellule malate in un corpo che già sano non è.

Il PD deve uscire dall’equivoco e riconoscere che il tema del referendum è di fatto superato da una evidente emergenza democratica e che sarebbe un suicidio della democrazia anche solo ipotizzare leggi che diano maggiori poteri agli organismi di governo.

La democrazia è un sistema di governo con evidenti imperfezioni, ma anche con importanti anticorpi che normalmente impediscono la degenerazione. Il nostro compito è quello di far sì che non calino le difese immunitarie insite nella nostra Costituzione.

Una rinuncia da parte del PD ad appoggiare e sostenere il referendum potrebbe inoltre raccogliere il consenso di molti compagni che non riconoscendosi nell’area dei due cartelli elettorali di sinistra, si troverebbero nell’imbarazzo di un voto all’Italia dei Valori, che pur essendo un partito di sicura opposizione a Berlusconi, non rappresenta la cultura di sinistra, o di una astensione, in quanto non si sentirebbero sufficientemente tutelati proprio in funzione del referendum liberticida.


Blog promotori:

A sinistra

http://ilrusso.blogspot.com/2009/05/appello-in-difesa-della-democrazia-in.html

La Mente persa

L’eco dell’Appennino

Vengo da lontano ma so dove andare

PS. Chi condivide questa richiesta copi e incolli sul proprio blog il post senza aggiungere o togliere nulla possibilmente segnalando l’adesione a uno dei cinque blog promotori o alla seguente mail indemocrazia@yahoo.it

Continua a leggere... Read more...

  © Blogger templates The Professional Template by Ourblogtemplates.com 2008

Back to TOP