martedì 22 aprile 2008

Creare l'emergenza immigrati e risolverla con metodi xenofobi e fascisti

Si riparte da dove il precedente governo aveva più o meno terminato, in termini di politiche per l'immigrazione (ma si dovrebbe dire contro l'immigrazione).
Qualche mese fa, una donna è stata violentata ed uccisa in una periferia romana, di quelle non troppo curate e meno ancora illuminate. A compiere il barbaro gesto fu un immigrato di etnia rom ed a denunciare il fatto, una ragazza della sua stessa comunità. Quel drammatico evento, scatenò una vera e propria caccia alle streghe ed irrazionali decreti urgenti.
La violenza si è ripetuta in tutte le sue forme in questi giorni:
una ragazza è stata violentata in na periferia romana; i media creano un'emergenza non completamente vera; la politica cerca risposte e consensi, nella forza della persecuzione. A loro modo tutte e tre sono da considerarsi violenze.
Sarebbe da raccontare, per fare un'informazione corretta, che i reati in Italia sono in diminuzione, e che addirittura il numero di omicidi è pressochè dimezzato negli ultimi anni. Contestualmente il numero di immigrati in Italia è aumentato, anche in virtù di un fabbisogno produttivo di cui non è possibile fare a meno, pena il crollo di un'intera economia. Provare (per credere) a domandare agli imprenditori del Nord-Est italiano, quando posano le forche e reindossano la cravatta.
Sarebbe utile far notare che i reati commessi da immigrati, sono commessi per la stragrande maggioranza dei casi da clandestini, spesso costretti alla loro condizione da iter burocratici e da una legislazione che la clandestinità la producono.
Se qualche volta ci si prendesse la briga di verificare i dati pubblicati dalla polizia di stato, si scoprirebbe che gli immigrati regolari, in percentuale sulla popolazione residente, commettono reati in misura minore degli italiani. Sostanzialmente, se volessimo fare un poco dignitoso confronto tra cittadini regolarmente residenti sul territorio nazionale, scopriremmo che gli italiani non avrebbero i numeri per ergersi a dispensatori di comportamenti esemplari nei confronti degli immigrati, dal punto di vista della legalità.
E' fin troppo facile constatare che la delinquenza, anche organizzata, esiste tra gli immigrati e che spesso proprio quella organizzata approfitta delle precarie condizioni di vita dei propri connazionali. Ma questo non può in alcun modo giustificare la criminalizzazioni di intere popolazioni, come se alcune fossero naturalmente portate a delinquere, come mi è capitato di dover sentire anche in questi giorni.
Se soltanto si cominciasse a valutare il fenomeno dell'immigrazione, fuori dalle logiche populistiche e di propaganda politica, propabilmente proposte come quelle delle ronde notturne o dell'espulsione di massa si potrebbero considerarle per quello che realmente sono: metodi xenofobi e fascisti. Nella migliore delle ipotesi, si dovrebbe parlare di schizofrenia politica.

4 commenti:

Anonimo,  22 aprile 2008 alle ore 15:34  

Sono d'accordo. Volevo farti notare, se ce ne fosse ancora bisogno, una nota stonata. L'ultimo caso della ragazza di colore accoltellata e stuprata dal rumeno: al di là delle opzioni politiche e strumentalizzanti dei prosindaci romani, mi pare che nessuno si sia scomposto più di tanto, forse perché la ragazza non è morta. Se fosse stata un pelo bianca invece che nera, apriti cielo!

Crocco1830 22 aprile 2008 alle ore 15:54  

Condivido in pieno la tua osservazione, riverinflood.

Donna Cannone 23 aprile 2008 alle ore 17:19  

Certo - non solo è una strumentalizzazione delle informazioni e delle coscienze e serve per alimentare una pericolosa deriva xenofoba, ma servirà - come le campagne antiterroristcihe americane, a far sì che siano i cittadini a chidere sempre maggiori controlli e conseguenti riduzioni della libertà e della privacy, per sentirsi protetti!

Crocco1830 23 aprile 2008 alle ore 21:13  

Perfetta osservazione, donna cannone. Sono metodi propagandistici effettivamente già molto in uso negli Stati Uniti che stanno fruttando milioni di dollari alle industrie della "sicurezza".

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