martedì 15 luglio 2008

Sentenza Bolzaneto: il gattopardo in tribunale

Mai era avvenuto nella storia dell'Italia repubblicana, che un gruppo sostanzioso di responsabili delle forze dell'ordine (oltre che di personale sanitario) fosse condannato da un tribunale. E' accaduto per la prima volta per il processo sulle infami violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto, durante il G8 di Genova del luglio 2001: dopo 11 ore di camera di consiglio, il tribunale di Genova ha condannato 15 dei 45 imputati a ventitre anni e nove mesi di reclusione, contro la richiesta dei pm di condanne per oltre 76 anni di carcere.

Si può essere dunque soddisfatti di questa sentenza? Si può perciò dire che è stata fatta giustizia, almeno in parte? Certo, di fatto è stato confermato che in quella caserma sono avvenute delle violenze, ed è stata riconosciuta una responsabilità di certi funzionari. Sembra poi di poter leggere nella sentenza del tribunale di Genova un riferimento a responsabilità politiche, nelle violenze avvenute a Bolzaneto, visto che il ministero dell'interno è stato condannato a risarcire le vittime di quelle violenze.
E allora ripeto la domanda: si può essere dunque soddisfatti di questa sentenza? No! E' la mia risposta. Non tanto perchè i condannati non faranno nemmeno un giorno di carcere, grazie anche alla prescrizione del reato. Questa sentenza rimane ingiusta perchè vi si legge il tentativo di far credere che i colpevoli di reati del genere non rimangono impuniti, ma nel frattempo si mantengono di fatto posizioni di privilegio, che consentono a chi si trova su certo lato della barricata, di godere di una certa "libertà di azione", permessa anche quando questa limita arbitrariamente l'altrui libertà ed i diritti fondamentali della persona.
Un atteggiamento gattopardesco che ha permesso la prescrizione di reati gravissimi ed addirittura di considerarli lievi, e che spesso ha consentito la promozione di funzionari imputati nei processi sulle violenze del G8 genovese. Un atteggiamento favorito da una politica "distratta", che non si è accorta della portata dell'intera vicenda e che non ha mai ritenuto necessario introdurre nel codice penale il reato di tortura, a più di vent'anni dalla ratifica della convenzione Onu che vieta la tortura.
Un'atteggiamento che ancora nasconde le responsabilità politiche sulle violenze poliziesche avvenute nelle piazze della manifestazione no-global, sulle torture di Bolzaneto e sulla macelleria messicana della scuola Diaz. Ed in questo clima, nel quale anche i media enfatizzano le assoluzioni titolando che non ci fu tortura, piuttosto che informare sulle condanne, non si può essere troppo ottimisti nemmeno sulla prossima sentenza sull'irruzione alla scuola Diaz.

Forse la sentenza sui fatti di Bolzaneto è stato fatto un piccolo passo avanti, ma la verità e la giustizia su quanto avvenuto a Genova nel luglio 2001, sono ancora lontani dall'essere raggiunti. Ed intanto lo stato di diritto e la democrazia reale nel nostro Paese, appaiono ancora concetti astratti.

4 commenti:

Anonimo,  15 luglio 2008 alle ore 12:44  

la verità e la giustizia trionferanno solo il giorno in cui chiederanno sentitamente le scuse e ricnosceranno l'omicidio di Carlo Giuliani.

Tutto il resto è "il minimo danno" ed apparenza.

BC. Bruno Carioli 15 luglio 2008 alle ore 18:49  

Un piccolo, timidissimo passo verso la verità.

il Russo 15 luglio 2008 alle ore 20:23  

Hai proprio ragione sin dal titolo, cambiare tutto perchè non cambi nulla: ecco il senso di questa orribile sentenza!

Crocco1830 16 luglio 2008 alle ore 08:46  

@ saamaya: a quel punto avranno di fatto riconosciuto responsabilità politiche sulla gestione dell'ordine pubblico di quei giorni.

@ bruno: sperando che non rimanga tale, ma che possa essere davvero un'inizio con un proseguo.

@ il russo: sembra di leggere nella sentenza: "sappiamo che ci sono responsabilità di uomini dello Stato, ma è bene non dirlo a voce alta"

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