Sul caso Mastella, Montesquieu avrebbe di che parlare.
"Mi dimetto per essere più libero politicamente e umanamente, perché tra l'amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo". Un applauso a Mastella per questa sua affermazione, a cui è poi seguita la sua dimissione. Un applauso perchè almeno, ha avuto il merito di compiere un gesto che in Italia non si vede compiere così di frequente. D'altronde il nostro Parlamento è pieno di condannati ed inquisiti. E non solo il Parlamento. Viviamo di una politica malata, usata spesso a scopo personale, anche in luoghi minori, dal punto di vista della gerarchia istituzionale, a quello parlamentare.
Tanto malata questa nostra politica, che ha il coraggio di applaudire quasi all'unisono l'ex ministro della Giustizia, quando attaccando frontalmente la magistratura parla di "frange oltranziste" che avrebbero praticato nei confronti del Guardasigilli una "autentica persecuzione", dato che sarebbe stato "percepito da frange estremiste come un avversario da contrastare, se non un nemico da abbattere".
E così, se secondo Berlusconi "è successa una cosa di una gravità inaudita", che con tutta l'opposizione parla di attacchi mirati, dalla maggioranza si era invitato Mastella a restare per proseguire il proprio lavoro.
Senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria, che deve proseguire e da cui si verificheranno le reali responsabilità di quanti sono indagati, ciò che davvero dovrebbe fare riflettere è la capacità di indignazione della classe politica. Indignazione e solidarietà (seppure qualcuno a tenuto a precisare che si tratta di solidarietà umana) che come detto sono arrivate quasi unanimi.
Stiamo parlando della stessa politica, che non trova parole di indignazione per le incivili condizioni in cui versano extracomunitari (quelli poveri) nei CPT. Extracomunitari (poveri) non agli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione per delinquere (come Sandra Leonardo Mastella), ma rinchiusi in veri e propri carceri per reati amministrativi, per i quali ti immagini di dover al più pagare una contravvenzione.
Questa classe politica, che oggi trova parole di umana solidarietà per Mastella indagato per tentata concussione, non si è invece mai sentita vicina alle famiglie dei morti ammazzati nei luoghi di lavoro, che non riescono ad ottenere giustizia spesso grazie alla prescrizione dei reati.
Questa classe politica è capace di indignarsi per l'accusa mossa da un magistrato nei confronti di un Ministro della Giustizia, ma si trova d'accordo a condannare all'espulsione immigrati, per presunte colpe di censo.
Montesquieu avrebbe di che parlare.
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