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La commissione dell'Unione Europea ha approvato con 598 sì, 20 no e 23 astenuti, la relazione a firma del laburista Glenis Willmott, con la quale si vuole sollecitare il Parlamento europeo all'applicazione di una strategia che porti ad una riduzione degli infortuni sul lavoro almeno del 25%.
Una strategia con la quale, indirizzando le politiche in materia ad una maggiore attenzione per i settori a rischio (vedi siderurgia ed edilizia) e maggiori investimenti - anche con ricorso ai fondi europei - si vorrebbe abbattere drasticamente quei numeri che ad oggi appaiono come un bollettino di guerra: 167 mila morti sul lavoro e 300 mila invalidi permanenti nell'Unione Europea durante tutto il 2006.
Una maggiore attenzione dovrebbe essere data, secondo la Commissione, alle piccole e medie imprese. In tal senso anche l'indirizzo in termini di destinazione dei fondi disponibili.
Secondo la Commissione europea, i fondi pubblici dovrebbero essere destinati in primo luogo alla prevenzione, alla formazione professionale, al riadattamento ed al reinserimento dei lavoratori a seguito di una malattia professionale o di un incidente sul lavoro. I fondi europei dovrebbero inoltre essere destinati alla ricerca sulle malattie professionali.
Ma - come si dice - non è tutto oro quello che luccica. Ed anche in questo caso bisogna registrare delle ombre e non su aspetti particolari, ma al contrario determinanti.
Ad opera di popolari, liberali e della destra europea, non è passato il paragrafo 59 della relazione, con il quale si stabiliva che un
"posto permanente" rappresenta
"un contributo importante ai fini della salute e della sicurezza sul lavoro". Come a dimostrare che le ultime vicende e l'analisi dei dati sugli infortuni nei luoghi di lavoro, non insegnano o non rappresentano un bel niente per tanti parlamentari europei, legati ideologicamente alla cultura d'impresa, rappresentanti in Parlamento dei modi di produzione capitalistici e fautori della massima produttività. Quei
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parlamentari, pare non si accorgano quanto
la precarietà del lavoro, esercitata fino allo sfruttamento del lavoro, azzera le possibilità di tutela dei diritti da parte dei lavoratori e perciò la possibilità di pretendere l'applicazione delle norme in materia di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro. Ed infatti è stato fatto passare anche un emendamento inteso alla soppressione dell'estensione delle regole sulla tutela della salute ai lavoratori atipici e ai precari. A cui bisogna aggiungere la soppressione di riferimenti riferimenti al mobbing e all'esposizione allo stress dei precari.
Ma non finisce qui. Tra gli emendamenti approvati, anche quello che stabilisce l'esonero della vigilanza dei subappaltatori da parte del datore di lavoro. In barba a quanto si va dicendo ormai da anni e cioè che l'infinita catena del subappalto, genera l'effetto scarica barile sulle responsabilità a seguito di infortuni. Non è una novità che grazie all'attuale sistema di subappalto, spesso i responsabili delle morti e degli infortuni dei lavoratori rimangano impuniti.
Una maggiore e reale attenzione alle esigenze dei lavoratori in materia di sicurezza, sarebbe stata di certo ben accolta.
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