martedì 4 agosto 2009

Innse: i manganelli a difesa della speculazione.

Quando ad una lotta operia, di lavoratori che pretendono i loro diritti, si risponde con la forza, allora è davvero il tempo di preoccuparsi. Nei rapporti di lavoro alla Innse si è inserito il governo, non con il ministero delle attività produttive, non con il ministero del lavoro. Il governo interviene con il ministero dell'interno, con la polizia schierata in assetto antisommossa, con la forza dei manganelli. Il governo italiano, come nelle peggiori tradizioni dei governi dittatoriali, tra i bisogni dei lavoratori ed il cinismo speculativo padronale, si schiera con quest'ultimo.

Questo sta accadendo alla Innse, dove 50 operai resistono da oltre un anno alla chiusura di un'azienda non in crisi, occupandola e gestendola. Ma con la speculazione aziendale, con la vendita dei macchinari e con i terreni su cui è costruito il capannone che sono una attrazione troppo forte in vista dell'Expo milanese del 2015, si fanno molti soldi e si fanno veloci, pensa Genta, il padrone della Innse. Soprattutto se si tiene conto che lo stesso Genta, il magnaccio di un lavoro considerato prostituzione, ha acquistato pochi anni fa l'azienda a quattro soldi.

Ora quegli operai, trattati come qualsiasi merce usa e getta, non servono più. La fabbrica, dice Genta, deve chiudere per fare spazio alla speculazione e gli operai devono uscire dall'azienda che hanno occupato. Devono uscire anche con la forza, pensano i papponi del lavoro fatto merce. Ma la forza, pensano quelle stesse persone, è bene usarla una domenica mattina di agosto. Quando regna il sonnambulismo dell'Italia in ferie e delle distrazioni vacanziere. Nessuno deve accorgersi dello sgombero forzato di una fabbrica da oltre un anno autogestita dai lavoratori.
I padroni hanno paura di 50 operai uniti nella lotta per il lavoro. Perchè sanno che una vittoria all'Innse, sarebbe una vittoria simbolo della lotta dei lavoratori per i loro diritti e quella vittoria potrebbe stimolare nuove rivendicazioni. Questo è il timore che hanno i padroni. E se questo è l'effetto che fa la lotta di 50 operai, cosa si può ottenere in una lotta unitaria e generalizzata? L'autunno è vicino. Speriamo sia caldo.

Intanto, dopo il fallimento degli incontri istituzionali avvenuti in Regione e Prefettura, continua il presido degli operai in lotta. Quattro di loro sono riusciti a forzare il blocco delle forze dell'ordine e sono entrati all'INNSE di via Rubattino a Milano. Due dei quanttro lavoratori sono saliti su una gru e si rifiutano di scendere. Minacciano di restare su quella gru fino a quando non saranno accolte le richieste dei lavoratori dell'Innse. Hanno bisogno di tutto il sostegno possibile. Chiunque possa, si rechi in Via Rubattino a Milano, per sostenere la lotta degli operai dell'Innse. La loro lotta è la lotta di tutti.

5 commenti:

Riverinflood 4 agosto 2009 alle ore 18:49  

Sì, condivido con tutta la mia incazzatura possibile.

Aride 5 agosto 2009 alle ore 14:41  

Al fianco degli operai in lotta.
Questa storia dimostra come il potere abbia paura, anzi terrore quando il proletariato è unito.
Dimostra anche come si dovrebbe agire negli altri luoghi di lavoro se veramente si intende cercare di portare a casa risultati concreti. Il sindacato è avvertito.

Matteo 5 agosto 2009 alle ore 16:45  

Abbiamo un Maroni in stile Cossiga 77 o Scelba 60. Adesso vorrei dire a tutti quelli che hanno votato lega. Ecco, questi sono quelli che avete mandato al potere, questi sono il "partito operaio" come qualcuno l'ha definito. Sono gli stessi che difendono gli interessi dei padroni manganellando gli operai e che vogliono riportare le gabbie salariali.

Chit 5 agosto 2009 alle ore 17:04  

Questa vicenda ha dell'assurdo se non fosse che accade in Italia dove mi rendo conto l'assurdo è diventato regola!?!
Dici bene, non è solo una lotta di 50 famiglie ma è una lotta di TUTTI!!

Daniele Verzetti, il Rockpoeta 5 agosto 2009 alle ore 21:00  

E' scandaloso. Nulla é cambiato rispetto al passato anzi forse é peggiorato.

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