sabato 5 aprile 2008

La perimetrazione in ambito locale del Parco Nazionale della Costa Teatina. Un appello ai partiti.

[Dalle associazioni sotto elencate, ricevo e pubblico questo comunicato stampa, al quale questo blog aderisce con convinzione]

1. Siamo giunti ormai, a Vasto come negli altri comuni interessati, alla vigilia dell’ultimo passo, quello decisivo, per la costituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina: l’individuazione del perimetro, la cosiddetta perimetrazione.
La legge[1] stabilisce che i parchi nazionali siano delimitati “sentita la Regione”. E la Regione Abruzzo una sua proposta l’ha formulata: il Parco Nazionale dovrebbe interessare tutta la fascia costiera compresa tra il tracciato dell’autostrada A14 e il mare; ma ha altresì ritenuto di lasciare la decisione ultima ai Comuni. Il Comune di Vasto, a seguito di una risoluzione approvata nel Consiglio Comunale dello scorso 7 Marzo, si è impegnato a decidere, per la parte compresa nel suo territorio, solo dopo aver consultato la popolazione.
A questo passo l’opinione pubblica, e lo stesso ceto politico locale, rischiano di giungere completamente impreparati. La pubblica opinione per essere stata, nei sette anni dall’istituzione del Parco ad oggi[2], scarsamente informata; il ceto politico locale, per non averci mai creduto veramente.

2. Ci spieghiamo meglio. A Vasto, e lungo la costa teatina, esistono già 5 Riserve Regionali, denominate nell’insieme come Sistema delle Aree Protette della Costa Teatina[3]. Esso riguarda una parte della fascia costiera, importante ma localizzata; e lascia impregiudicato tutto il resto. Ecco, un parco nazionale è qualcosa di profondamente diverso.
La legge italiana prevede per un parco nazionale l’istituzione di un Ente Parco, l’approvazione di un Piano del parco, di un Regolamento del parco, di un Piano economico e sociale; inoltre la possibilità di accedere ai fondi speciali statali ed europei, etc… Con l’istituzione di un parco nazionale non si perimetra in Italia semplicemente uno spazio geografico o un territorio. Si fa qualcosa di molto diverso e di molto più complesso e impegnativo: si individua e si regola un intero ambito locale all’interno di un progetto di interesse nazionale che lo riguarda nel suo insieme. Esso, proprio per questo, non è né può essere un progetto di sola conservazione, ma oltre che di conservazione, anche un progetto economico e sociale, insomma un progetto di sviluppo compatibile. In un parco nazionale la contrapposizione tra sviluppo e difesa dell’ambiente perde di senso. Nelle parole di uno dei maggiori esperti del settore: “L’istituzione di un parco naturale è un progetto locale. È una relazione che si stabilisce tra società locale e società nazionale sullo sfondo, appunto, di un progetto locale: una immagine dell’evoluzione dell’economia locale […] Gli obiettivi della conservazione e dello sviluppo locale saranno raggiunti soltanto se l’intero sistema di regolazione del territorio del parco sarà coerentemente orientato al loro raggiungimento” [4].
Ma questo è esattamente il contrario di quanto localmente si è fatto per decenni, e si continua a fare tuttora. Se una logica c’è stata nello sviluppo che dal dopoguerra ha interessato l’intera fascia costiera, essa è stata quella di ritenere che, in definitiva, tutto sia compatibile con tutto. La massima possibile incoerenza. Questa non è più accettabile.

3. Il Parco Nazionale, certamente, pone dei vincoli. Ma può rappresentare per il nostro territorio una straordinaria opportunità, posto che la si sappia cogliere: vale a dire che si faccia presto, e che ci si creda per davvero. Altrimenti, se dovesse essere recepito per così dire a metà, potrebbe anche trasformarsi in un pericolo, aggravando la confusione e l’attuale paradossale convivenza degli opposti. Per questo la sua istituzione dovrebbe segnare un cambiamento di prospettiva nella percezione dei valori e delle esigenze di regolazione del nostro territorio, a cominciare dal ceto politico. Non sappiamo fino a che punto i partiti politici locali se ne rendano conto.
In ogni caso crediamo sia necessario che essi si pronunzino prima che si tengano i previsti incontri con la popolazione, così da giungere ad una pubblica discussione la più ampia e consapevole possibile.
E’ quanto chiediamo loro in considerazione del bene comune della città.



Vasto, il 5 Aprile 2008


Associazione civica “Porta Nuova” – Vasto
ARCI Provinciale – Chieti
Il cineocchio – Vasto
Lega Ambiente – Vasto
Libera Associazione Barbarica – Vasto
Società Operaia di Mutuo Soccorso – Vasto
Vastesi.com
WWF Provinciale – Chieti


[1] L’art. 8 della Legge 394/91 (Legge quadro sulle aree protette).
[2] Ad opera dell’art. 8, comma 3, Legge 23 marzo 2001, n. 93 "Disposizioni in campo ambientale".
[3] Istituito dalla Legge Regionale 30 Marzo 2007, n° 5 “Disposizioni urgenti per la tutela e la valorizzazione della Costa Teatina”.
[4] Antonio Calafati, Conservazione e sviluppo locale nei parchi naturali: un’agenda di ricerca, Università degli Studi di Ancona – Dipartimento di Economia, Quaderni di Ricerca n. 173 - Settembre 2002.

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