venerdì 1 febbraio 2008

La scienza (?) creazionista


Sarà bene che se ne cominci a parlare, prima di doverci sentir dire che abbiamo buttato via anni della nostra vita, a dare retta alle tesi scientifiche sulla creazione dell'universo, alle analisi ed ai ritrovamenti che spiegano la teoria dell'evoluzione.
Insomma, prima di rischiare una deriva neocreazionista, muniamoci degli anticorpi necessari a contrastare le teorie creazioniste.
L’organizzazione creazionista Answers in Genesis, dopo aver investito nel 2007, 27 milioni di dollari per aprire un museo dedicato al creazionismo, quest'anno ha deciso di spingersi oltre, pubblicando una rivista "scientifica" intitolata Answers Research Journal.
Si tratta di una rivista on-line (testuale) "professionale, tecnica e peer-reviewed per la pubblicazione di ricerca scientifica interdisciplinare nel quadro biblico di una Creazione recente e di un Diluvio globale" ed a consultazione gratuita.
Cosa significa peer-reviewd?

Significa giudizio dei pari e sta ad indicare il meccanismo attraverso il quale le vere riviste scientifiche sottopongono gli articoli al giudizio di altri scienziati. Già nelle vere riviste scientifiche questo metro di giudizio è soggetto ad alcune critiche poichè, fintanto che un'articolo pubblicato non avrà avuto un certo numero di commenti di altri scienziati, che possano essere considerati indiscutibilmente qualificati, non può essere riconosciuta la rilevanza di quell'articolo. Ma semplici lettori, senza le adeguate conoscenze, potrebbero percepire comunque quegli articoli come validi dal punto di vista scientifico.
Ma la neonata rivista creazionista utilizza anche un trucco più o meno nascosto, che fa pensare a quanta scarsa rilevanza scientifica possono avere gli argomenti trattati: permette il peer reviewers, soltanto a chi sostiene "la posizione del giornale" (e cioè la teoria creazionista). Ma non basta, perchè l'articolo deve fornire "un contributo originale al modello della Creazione o del Diluvio", oppure lo stesso articolo deve essere "formulato all'interno del quadro di una terra giovane o di un universo giovane". E' lasciato spazio comunque ad articoli che esibiscano prove di un universo più antico di quello presupposto dall'Answers Research Journal, ma solo nel caso in cui venga fornita una "alternativa costruttiva che prenda in considerazione l'ipotesi di un universo giovane o di una terra giovane". In pratica, si cercano di smontare le teorie scientifiche sulla nascita dell'universo e sulla sua evoluzione, ormai da diverso tempo consolidate, le si vorrebbe sostituire con una tesi creazionista, ma senza assumersi l'onere della prova. Un vero e proprio ribaltamento dei concetti di base della scienza moderna.
Insomma, intorno alla rivista on-line (che ripeto è a consultazione gratuita) si muoverebbe un dibattito a senso unico sulle teorie creazioniste, mentre la scienza - quella vera - è un si nutre del libero dibattito e dal dissenso trae spesso spunti fondamentali per evolversi e migliorarsi.

Sostanzialmente, il presupposto dell'associazione creazionista Answers in Genesis è quello di creare attraverso la rivista Answers Research Journal, non un dibattito scientifico, e direi neanche teologico intorno alla creazione dell'universo, bensì un dibattito politico, tutto incentrato a far passare le proprie tesi come scientificamente riconosciute e farle accettare dall'opinione pubblica. Cerca insomma di rientrare nel dibattito sulla nascita dell'universo, creandosi un'apposita finestra dopo essere stata sbattuta fuori dalla porta, quando anche gli Stati Uniti hanno proibito l’insegnamento nelle scuole del “disegno intelligente”, teoria per la quale si vorrebbe la creazione del mondo alla volontà divina.
L'evento è tutt'altro che trascurabile, specie se si considera che "Il creazionismo è vivo e vegeto, ed esercita un notevole fascino su una sostanziosa minoranza del pubblico americano", come spiega Eugenie Scott, direttore esecutivo del Centro Nazionale per l'Educazione Scientifica.
Ma anche in Italia non mi pare possa essere considerata la questione di secondaria importanza, con un dibattito tra scienza e fede in corso, anzi troppo spesso confusi, con una chiesa sempre più interventista nell'ambito scientifico e che in misura sempre maggiore, tende ad affermare che la religione può dare un giudizio sulla scienza.

Ed intanto chissà se Giuliano Ferrara o altri atei devoti, coglieranno la palla al balzo, cominciando ad affrontare l'argomento che stà alimentando la curiosità scientifica dei creazionisti e per il quale è stato pubblicato uno dei pochi articoli disponibili al momento sull'Answers Research Journal, e cioè conoscere in quale dei sei giorni biblici vennero creati i batteri.


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