C'era una volta il Belpaese
(Ricevuto da Caduti sul Lavoro e pubblicato con piena condivisione)
C’era una volta il Belpaese, terra di santi, poeti e navigatori. Oggi c’è un paese in cui si combatte una guerra silenziosa, terra di vittime innocenti e di assassini a piede libero e portafogli gonfio. Lacrime di rabbia impotente scorrono a leggere il ‘2° Rapporto Anmil sulla Tutela delle Vittime del Lavoro‘. La strage continua ed impunita di lavoratori ci frutta il primo posto in Europa, in una classifica tanto macabra quanto scandalosa. E, va da sé, nelle cifre ufficiali non sono compresi vittime ed infortunati che lavoravano al nero, uomini e donne cui riusciamo a togliere, oltre la vita, perfino la dignità della memoria: uomini e donne che non valgono neanche un numeretto in una statistica. Però, siccome dalle nostre parti quando si arriva al fondo si comincia a scavare, dal rapporto si scopre anche che, tirate le somme, siamo riusciti perfino a ridurre gli indennizzi alle vittime. Un bel risultato per la nostra classe dirigente, tutta, una missione compiuta di cui andare fieri. BRAVI!
Dalla presentazione del rapporto:
“Quando gli incidenti sul lavoro sono circa un milione l’anno e i morti più di mille, quando ogni 7 ore muore un lavoratore, non si può dire che in Italia un fondamentale diritto della persona, ossia il diritto alla vita e alla sicurezza di ciascuno nel normale svolgimento della propria attività, sia garantito.
Non si tratta infatti di un fenomeno marginale e in via di estinzione, bensì di un effetto perverso che sembra profondamente innervato nel modo di produzione e nello stesso modo di essere della modernità. In realtà, siamo in presenza di un fenomeno sociale di massa, sebbene la società non lo riconosca come tale.
Di certo una vera e propria guerra a bassa intensità, che di regola si svolge nell’ombra e nel silenzio. Una vergogna che macchia il Paese, che ignora il diritto al lavoro e alla sua sicurezza. E’ una contabilità spesso arida e anonima, persino controversa, che non ha sussulti neanche di fronte alla fine di una vita”.
p.s.: quanti e quali mezzi di informazione, secondo voi, hanno deciso oggi di aprire con una notizia di questa gravità?
0 commenti:
Posta un commento