Il trampolino per questa proposta, dicevamo, è stata fornita dalla disponibilità che la Regione Abruzzo ha dato, per smaltire cento tonnellate al giorno di rifiuti provenienti dalla Campania, fino a un massimo di 15 mila tonnellate per un periodo di quattro mesi. Da quanto si apprende, lo smaltimento dovrebbe avvenire nella discarica di Cerratina di Lanciano (Chieti), la stessa dove già nel 2004, durante l'ennesima crisi rifiuti campana, vennero conferite tonnellate di pattume. E le discariche abruzzesi sono vicine dall'essere esaurite.
E' partito da questa vicenda Marco Stella, portavoce dell’Associazione Lanciano Viva, per porre una domanda che a lui probabilmente appare retorica: "Giacché abbiamo al momento la più grande discarica della Regione e da tempo qui trovano soluzione tante emergenze e chissà quante ancora ce ne saranno, non sarebbe il caso che a Lanciano fosse realizzato un termovalorizzatore?". "Dal momento che dovremo comunque continuare a convivere con la discarica - prosegue Stella - a questo punto vale la pena pensare ad un inceneritore che, come avvenuto in altre parti d’Italia, può essere sfruttato per la produzione di energia. Sarebbe una non trascurabile fonte di ricchezza per l’intero territorio".
Visto il loro evidente ed accertato impatto negativo sulla salute delle persone e sull'ambiente, i sostenitori hanno perciò cominciato a chiamarli con il nome di termovalorizzatori, per definire un presunto vantaggio economico derivante dalla loro attività. Lo stesso Marco Stella nel propagandare la proposta dell'Associazione Lanciano Viva, parla di "non trascurabile fonte di ricchezza per l’intero territorio". Perciò, secondo Stella "Il termovalorizzatore sarebbe sicuramente un grande vantaggio per tutti". In realtà anche in ambito economico è stato ampiamente dimostrato l'aspetto fallimentare degli inceneritori. Tanto è vero, che per permettere che la loro sopravvivenza possa essere economicamente vantaggiosa, si è dovuto fare ricorso ad un'espediente tanto vile quanto fraudolenta: equiparare per legge gli inceneritori fonti energetiche rinnovabili, per consentire a quegli impianti l'accesso ai fondi CIP6.
Non è fantascienza. Cicli di questo tipo per i rifiuti vengono già applicati in altri Paesi europei, con i vantaggi che abbiamo detto, con ulteriori risparmi in termini di reperimento delle materie prime e perciò minore sfruttamento del suolo e del sottosuolo.
E' evidente che tutto ciò non potrebbe avvenire se i rifiuti venissero bruciati, visto che un inceneritore (o termovalorizzatore che dir si voglia) priverebbe dalla ciclo dei rifiuti elementi quali plastica, legno, carta, cartone, ecc., necessari per la produzione delle alte temperature alle quali operano.
Quanti veleni dovranno essere rilasciati nell'aria e quanti sfregi dovrà subire ancora il territorio per capire che gli inceneritori non ci tuteleranno dalla minaccia dei rifiuti? E per quanto tempo ancora dovranno essere riempiti i reparti di oncologia degli ospedali, per capire che gli inceneritori sono un pericolo per la salute e la vita stessa delle persone?
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