lunedì 7 gennaio 2008

Centro Oli dell'Eni. Un tavolo senza comitati del NO non ha senso.

Su Il Messaggero di ieri, si legge che giovedi 10 gennaio, alle ore 16:00, si riunirà il Consiglio Provinciale di Chieti, con all'ordine del giorno il Centro Oli che l'Eni vorrebbe impiantare sul litorale di Ortona.
In quella seduta del Consiglio Provinciale, il Presidente Coletti avrebbe intenzione di chiedere alla Regione di convocare un tavolo tecnico che veda riuniti Regione, Provincia, Comune e Eni. Questa intenzione nascerebbe dalla lettura data al recente studio eseguito dal Mario Negri Sud, dal quale si evince che "le ricadute di anidride solforosa, di monossido di carbonio e di ossidi di azoto sono superiori rispettivamente fino a 5, 15 e 20 volte ai valori stimati nello studio d’impatto ambientale, ma che comunque rientrano nei limiti imposti dalle leggi relative alla protezione della salute. Tali valori però possono subire ulteriori aumenti, con ripercussioni negative sull’ecosistema e sull’agricoltura."
Già qualcuno, a fronte di questi dati, intende artificiosamente sottolineare il fatto che il Mario Negri abbia rilevato che quei valori rientrano nei limiti stabiliti dalla normativa. In verità di rilevante ci sono due osservazioni specifiche. Il primo è il fatto che l'impatto ambientale valutato e documentato dall'ENI, è di gran lunga inferiore alla valutazione fornita da un ente al di sopra delle parti, quale il Mario Negri Sud. La seconda, omessa dalla VIA dell'ENI è che le quantità di sostanze tossiche immesse nell'aria sono destinate a crescere nel tempo, aumentando così il loro impatto sulla salute dell'uomo e del territorio.
Gli Enti locali fornirono all'ENI tutte le autorizzazioni necessarie alla realizzazione dell'impianto, con i dati dalla stessa ENI forniti, che come visto erano enormemente sottostimati. Mentre il Presidente della Regione Abruzzo Del Turco, già qualche tempo fa ha voluto essere categorico dicendo che il Centro Oli si farà, punto e basta. Certo che il Governatore della Regione Abruzzo non può essere ascritto all'elenco dei sostenitori della partecipazione popolare! Ma sicuramente non se ne farà un cruccio.
Con queste premesse, Coletti vorrebbe proporre un tavolo tecnico appunto con: Regione, Provincia, Comune ed Eni. Sostanzialmente un tavolo formato dagli enti che hanno concesso le autorizzazioni - in barba alla contrarietà della popolazione - e la multinazionale del petrolio, diretta interessata, che non vede l'ora di cominciare a trarre lauti profitti, a discapito della salute pubblica e della devastazione di un territorio. Davvero non si può immaginare che in quell'incontro possano volare parole grosse!
Se il Presidente Coletti non è in malafede quindi, dovrebbe quanto meno proporre che a quel tavolo possano sedere anche i comitati che si oppongono al Centro Oli. Solo in questo modo quell'incontro potrebbe cominciare ad avere le sembianze di una reale volontà di comprensione, dei fondatissimi timori avanzati dalla popolazione e dai comitati che sostengono le ragioni del NO al Centro Oli.
Contrariamente si assisterebbe al solito teatrino della politica. Il prezzo del biglietto? Anidride solforosa, monossido di carbonio e ossidi di azoto, da respirare in grandi quantità.

E' ancora aperta la petizione contro la fabbrica di veleni dell'ENI.

9 commenti:

Unknown 7 gennaio 2008 alle ore 20:15  

Sono pienamente d'accordo con te.


http://ortonaviggiano.altervista.org/

ABRUZZONO-TRIV 7 gennaio 2008 alle ore 21:01  

complimenti per l'articolo
NO AL CENTRO OLI

ABRUZZONO-TRIV 7 gennaio 2008 alle ore 21:03  

caro , ti sottolineo che questo studio riguarda l'attività di 2 soli pozzi...e quando ne saranno 30?domanda inquietante...e poi chi li controlla?

Anonimo,  8 gennaio 2008 alle ore 07:05  

Mi auguro che la politica voglia ascoltare le ragioni dei cittadini ... lo so, sono un sognatore!
Ad ogni modo, presenti o meno al tavolo, sarà necessario che si continui a dire NO al Centro Oli come con una voce sola. Perchè come sempre, la loro migliore arma rimane la frammentazione del dissenso.

Anonimo,  8 gennaio 2008 alle ore 13:54  

ci stanno portando all'esasperazione...il clima che si respira qui ad ortona è veramente pesante....i politic rischiano il pubblico linciaggio

Crocco1830 8 gennaio 2008 alle ore 19:52  

Se il clima è pesante, vuole dire che la gente conosce e capisce il problema. La consapevolezza è il più importante elemento per portare avanti una lotta. Sembra raggiunto dall'ottimo lavoro dei comitati contrari al centro oli.
L'esasperazione, se non incanalata bene, può invece essere deleteria, per il rischio di disperdere le forze. E questo non deve assolutamente accadere.

Anonimo,  9 gennaio 2008 alle ore 11:07  

sputeteje alla facce a sse quattr voccapert e mucculuse a Urtòn ca ce vonn avvelenà!


walter

P.S. Ottimo blog. Verrò spesso a farti visita!!!

Crocco1830 9 gennaio 2008 alle ore 11:52  

Più leggo intorno al Centro Oli, più un realistico ottimismo mi prende.
Un ottimismo dettato dalla forza di una massa sempre più numerosa e sempre più consapevole. Realistico perchè sono cosciente delle difficoltà della lotta.
La battaglia perciò non deve regredire neanche di un millimetro.

P.S.: Walter, grazie per i complimenti.

Anonimo,  28 gennaio 2008 alle ore 22:35  

ricordo a tutti che venerdì 1° febbraio alle ore 14:00 presso lo stadio di francavilla ci raduneremo per andare a manifestare sotto gli uffici dell'arta contro il centro oli
Pietro
Comitato Natura Verde

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