Con tutti questi incidenti ferroviari, nessuno può parlare di fatalità
Infatti non è la prima volta che eventi del genere si verificano. I delegati dell'assemblea nazionale dei ferrovieri, fanno presente che "La rottura di un asse di un carrello del vagone merci è un incidente tipico che non è stato mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l'elevatissimo rischio connesso. Esso si è ripetuto innumerevoli volte, sempre fortunatamente con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi sempre in Toscana, a Pisa S.Rossore ed a Prato". Ed a guardare gli incidenti ferroviari accaduti nel passato anche recentissimo, non si può che definire annunciata questa strage, per la quale è lecito chiedere le dimissioni dei vertici di RSI e del ministro dei trasporti. Dal 1944, sono avvenuti 338 incidenti ferroviari, nei quali hanno perso la vita 171 macchinisti ed altre 1353 persone non lavoratori nelle ferrovie. E per rimanere a quest'anno, quello di ieri è stato l'ultimo di 13 incidenti.
E nonostante quei numeri, c'è chi ha l'osceno coraggio di chiamare in causa la fatalità, il destino, il caso o la sfiga. I detrattori della fatalità, che sono gli stessi difensori del profitto ad ogni costo, non parlano di tagli alla manutenzione e riduzione dei costi sulla sicurezza; dei licenziamenti per chi denunciava certe pericolose condizioni di lavoro; dello smembramento del TU sulla sicurezza sul lavoro. Quei signori, quei manager la cui unica preoccupazione è avere il maggiore utile possibile, i rischi di incidente li conoscono bene e lì valutano e stabiliscono che certi rischi possono essere accettati. E questo atteggiamento, tipico della spietata cultura d'impresa dominante, è odiosa e barbara e perciò inaccettabile.
Quegli stessi signori, quegli stessi menager ed i politici che li appoggiano nelle loro scelte, gonfiano il petto di fronte alla presentazione di un nuovo treno ad alta velocità, che dovrebbe sfrecciare a 300 km/h su binari inadeguati e che rischiano di spezzarsi come già accaduto e come denunciato da Dante De Angelis, che per questa denuncia è rimasto vittima della violenta reazione padronale, subendo un ingiusto licenziamento. Ed invece gli amministratori delle RFI e Trenitalia percepiscono milionari compensi e buonuscite. Mentre c'è chi piange le vittime di una strage che ha almeno un esecutore: il profitto ad ogni costo. Sperando che i mandanti siano presto consegnati alla giustizia.
12 commenti:
Ecco qualcosa di tragico sulla quale finalmente i cittadini valuteranno realisticamente come si dovranno comportare d'ora in avanti. Ciao.
@ Riverinflood: me lo auguro. Sperando che in futuro i cittadini apriranno gli occhi prima che certe tragedie avvengano.
Chi prende spesso dei treni come faccio io si sarà senz'altro accorto delle numerose cose che non vanno, almeno quelle a noi visibili. Immaginiamoci du quelle che non vediamo e non sappiamo!
E' che per farsi belli, e parlo di tutto e tutti, si lasciano alle spalle mille altre cose. Ecco cosa significa il maledetto profitto soltanto. Lasciare perdere il resto.
Non a caso la Crisi è dovuta alla ricerca costante del profitto. Profitto anche osceno.
una vergogna, del resto quando chi deve controllare è lo stesso che deve essere controllato...
facciamo schifo.
Mi dovete spiegare come si può ignorare di fare manutenzione su di un mezzo che porta materiale infiammabile... Immagino lo stato dei mezzi che trasportano, semplicemente, altro! Ma noi paghiamo per questo trasporto, e pure caro a mio avviso.
Siamo seduti su bombe in ogfni paese, anni fa fu pubblicata una cartina con i punti di pericolo, nessuna regione era esclusa. Come detto in altro blog, tanti piccoli paesi hanno depositi di carburante in centro o prima periferia, dobbiamo solo attendere la catastrofe.
Ho paura, come al solito, che passata l'emozione di questo momento tutto tornerà sotto silenzio fino alla prossima strage.
per loro è fatalità, non sanno come giustificare le loro responsabilità.
questo è il risultato del capitalismo, i "signori" vogliono far più soldi possibili investendone il meno possibile e se sbattono le palle se muoiono degli innocenti e anche se individuati come responsabili della tragedia non si condannano, che tristezza questa italietta, mi spiace per coloro che sono rimasti coinvolti nell'incidente, per chi è morto, per i chi è rimasto ferito e per coloro che purtroppo non verranno mai risarciti per il danno che hanno subito.
Sono stufo di sentire queste due parole: "tragedia" e "emergenza". Sono il risultato dell'ipocrisia italiana che si dimentica delle tragedie e delle emrgenze quotidiane e poi si risveglia all'improvviso quando non può più girare la testa di fronte all'evidenza. Dove erano tutti quei giornalisti quando i macchinisti denunciavano le condizioni di pericolo con le quali convivevano e le tecnologie preistoriche non ancora sostituite? dov'erano nelle decine e centinaia di altri incidenti ferroviari, anche quelli ferroviari, dove la "fatalità" era stata quella di non aver generato una "tragedia"? Dove erano i cantori delle magifiche sorti e progressive delle "grandi opere" che tanti finanziamenti hanno tolto alla ristrutturazione del sistema dei trasporti ridotto a un colabrodo?
Vedo che abbiamo avuto gli stessi pensieri. In questo momento (sono in viaggio proprio verso Viareggio dove ha sede l'Associazione con cui collaboro) non trovo le parole per esprimere la rabbia e lo schifo per qualcosa che si poteva evitare ed invecetemo fortemente, riaccadrà magari da qualche altra parte.
Effetti delle privatizzazioni delle quali anche noi abbiamo la nostra parte di colpa...
E' vero, nessuna fatalità. E si è visto che la privatizzazione è solo un ulteriore danno.
E nel frattempo licenziano i dipendenti che hanno osato denunciare tutto ciò...
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