mercoledì 8 ottobre 2008

Zitto e lavora! E se crepi di te, chissenefrega!

Quella che sta per prendere avvio in questi giorni, è la seconda campagna di informazione sulla sicurezza sul lavoro, da quando il governo Berlusconi ha preso in mano il Paese (o forse dovremmo dire per la gola).
I manifesti, che saranno affissi in alcune città italiane e pubblicate su molti quotidiani e periodici e siti internet, si rivolge a lavoratori e datori di lavoro: "L’attenzione come valore comune per i lavoratori e per i datori di lavoro", si legge nei manifesti. Certo che niente sembrerebbe più ovvio.
Si richiama l'attenzione al funzionamento delle macchine, delle attrezzature e delle dotazioni di sicurezza. L’attenzione a valutare e prevenire comportamenti a rischio. L’attenzione all’addestramento e al rispetto delle procedure. L’attenzione alla formazione e all’informazione. L’attenzione alle norme, ai regolamenti e alle misure organizzative. Attenzione, certo. Ripeto, sembrerebbe ovvio.

Ma quando le macchine, le attrezzature e le dotazioni di sicurezza non funzionano correttamente, che si fa? Quando non si provvede all'addestramento e non esistono procedure di lavoro in sicurezza, come ci si comporta? Quando la formazione e l'informazione viene trascurata, a chi ci si rivolge?
Insomma, se da lavoratore attento, noti che qualcuno di quegli adempimenti non è stato assolto, verso chi reclami? Se sei precario, non certo a quel datore di lavoro che considera alcuni di quei fattori come inutili scartoffie burocratiche, mentre altri solo un fardello economico che abbassa la competitività d'impresa. Saresti condannato al licenziamento.
Allora, siccome non puoi correre il rischio di reclamare il tuo diritto alla sicurezza nel luogo di lavoro direttamente all'azienda, pensi di rivolgerti agli organi ispettivi pubblici. Pensi di fare magari una telefonata agli ispettori del lavoro, per denunciare i turni massacranti di lavoro a cui sei costretto o magari il lavoro imposto a nero. Condizioni che certo non aiutano a rimanere attenti sui luoghi di lavoro, come invita a fare la campagna ministeriale. Pensi di fare quella telefonata e pensi ovviamente di farla in forma anonima, vista la tua condizione di lavoratore precario e per questo ricattabile.

Sappi che starai sprecando il tuo tempo! Perchè il ministero del lavoro, con una direttiva su servizi ispettivi e sull'attività di vigilanza del 18 settembre scorso, a firma del ministro Sacconi, impone di "non dover dare seguito [con attività ispettive] a richieste anonime, presentate a mezzo posta, e-mail, fax o telefono".
A te, lavoratore precario, non rimane che scegliere se rischiare il licenziamento, o accettare condizioni di insicurezza e rischiare un infortunio sul lavoro. Ti stanno dicendo di stare zitto e lavorare. E se crepi (soprattutto se crepi da solo), di te chissefrega.

15 commenti:

Anonimo,  8 ottobre 2008 alle ore 12:43  

E questo è quanto, con i saluti di tutti quei bravi e onestucoli elettori del nano. Veramente un bell'articolo, ciao.

Crocco1830 8 ottobre 2008 alle ore 14:01  

@ riverinflood: al quale saluto, è difficile rispondere con educazione.

Aride 8 ottobre 2008 alle ore 14:11  

ciao crocco1830
quella dei morti ammazzati sul lavoro è senza dubbio una strage, che nonostante lo sciacquarsi la bocca di molta e molta gente, soprattutto a livello istituzionale ed anche a livello di sindacati confederali, per varie ragioni non si ha la volontà di risolvere.... Il motivo principale sono senza dubbio gli interessi economici che stanno dietro e che superano per importanza la salute e pure la vita delle persone... Dopo tutto viviamo in un sistema capitalista della peggior specie.... Anche se a mio avviso questo sistema è ormai alla canna del gas.....

Complimenti davvero per il tuo blog...
Per la forma (layout, etc) avrei mille domande da farti in merito, visto che non sono un esperto, ma soprattutto per la sostanza di ciò che scrivi. Posts veramente interessanti e condivisibili....
Sono onorato della tua richiesta di scambio link e ti aggiungo immediatamente tra i blog amici in modo da visualizzare i titoli degli ultimi tuoi scritti.... Se invece preferisci che ti inserisca tra gli indispensabili fammi un fischio.
Ciao e complimenti ancora.

Crocco1830 8 ottobre 2008 alle ore 14:21  

@ aride: hai ragione, gli interessi sono molti, ma lì accomuna il loro essere particolari di pochi gruppi di potere. Non so però se davvero questo sistema capitalistico abbia vita breve. Dobbiamo lottare per privarlo delle fondamenta su cui si regge, ma sappiamo anche che ha le spalle coperte da una politica al suo servizio.
Sono contento per lo scambio link e la posizione stabiliscila tu. Quello che mi interessa è lo scambio di opinioni, che sono sicuro sarà interessante.
Ciao.

Franca 8 ottobre 2008 alle ore 15:57  

Una esatta fotografia della realtà...

Uhurunausalama 8 ottobre 2008 alle ore 16:00  

Oggi ha Torino è morto un operaio di 43 anni:è scivolato da un ponteggio..
personalmente sono stanca delle parole dei vari governi...zero fatti;basta coi manifesti,ci vogliono fatti,soprattutto più controlli!

Crocco1830 8 ottobre 2008 alle ore 16:12  

@ franca: una fotografia purtroppo drammatica, che va ad incollarsi nel brutto album del mondo del lavoro.

@ uhuru na usalama: è vero occorrono controlli. Ma i tecnici ASL sono pochi e la probabilità per un azienda di essere controllata è molto bassa. Se chiedi i controlli e vuoi tutelarti con l'anonimato (perchè altrimenti non sei tutelato da nessuno), non possono venire. Praticamente le aziende possono trasgredire le leggi senza rischi di essere scoperte.

poldo 8 ottobre 2008 alle ore 19:43  

Mio fratello ha subito un grave incidente sul lavoro nel gennaio del 2007.Ha subito l'amputazione di un braccio,e perso parte delle percezioni cognitive.Inutile ricordare le norme di sicurezza, se poi nel pavimento ci sono le buche,non è segnalata a dovere la zona di sicurezza con una striscia gialla intorno alla macchina,non esiste una protezione(fotocellula) proprio dove il macchinario potrebbe divorarti come una belva feroce.Per non contare che il pulsante di emergenza non ha il blocco di sicurezza.
Puoi rispettare tutte le norme del mondo,ma qui manca la base.
Tutto questo non succedeva in un paesino remoto,ma nella ricca Milano.

Crocco1830 8 ottobre 2008 alle ore 20:16  

@ poldo: ricordo del grave infortunio di tuo fratello, perchè ne avevi accennato in un tuo commento in un altro post.
Gli esempi che fai di mancato rispetto delle norme antinfortunistiche (reali e frequenti), si leggono proprio come conseguenza della cultura d'impresa. Ad esempio le fotocellule disinserite, servono in genere per aumentare i ritmi di produzione. Così l'operaio si trova a dover produrre di più, con maggiore stress e quindi calo fisiologico del livello di attenzione. Ed in caso di un evento infortunistico, non ci sono nemmeno le protezioni a salvarlo.

il Russo 8 ottobre 2008 alle ore 20:54  

Mi ero perso la direttiva di Sacconi, sulla cui personalità bisognerebbe iniziare a studiare: come mai un ex CGIL si schiera così selvaggiamente contro il suo ex sindacato ad ogni occasione e contro i diritti dei lavoratori a favore di quelli degli speculatori ogni volta che può?

SCHIAVI O LIBERI 8 ottobre 2008 alle ore 23:48  

Io spero sempre che il lavoratore scelga la Vita.
Anche se precario, questa ha un valore inestimabile.
Ciao crocco, bel post.

Dario (Italianoallestero.com) 9 ottobre 2008 alle ore 00:02  

Non conoscevo la notizia.
Non mi conforta ma è bene sapere le cose, per questo ti ringrazio.
Dario
ITALY ITALIA

Crocco1830 9 ottobre 2008 alle ore 08:55  

@ il russo: non è il solo ex sindacalista ad essersi schierato contro i lavoratori. E non è pratica diffusa solo nel PDL ... come dimostra Ichino, spalla a spalla con Calearo.

@ schiavi o liberi: certamente scelgono la vita. Ma spesso come sai, i lavoratori vengono costretti a metterla a rischio.

@ blogger: passano a stento anche alcune leggi o decreti. Figurati una direttiva, così cara alle aziende.

poldo 9 ottobre 2008 alle ore 09:33  

Caro Crocco,magari fosse così,il macchinario è privo di placca di riconoscimento,insomma non si sa chi lo abbia prodotto.Sicuramente antecedente al 1950.Fotocellule?Ma quali fotocellule?Quella parte del macchinario non doveva nemmeno essere aperta.Mancava un carter.
Cerco di farti capire che nelle piccole fabbriche,è un'inferno.Come giocare a dadi con la morte.

Crocco1830 9 ottobre 2008 alle ore 10:18  

@ poldo: so che è un'inferno. So che nelle piccole aziende si tende ad investire ancora meno in prevenzione e protezione. La macchina di cui parli ne è un esempio concreto.
Mancava una protezione fissa? Era fuori norma! Era costruita prima del 1950? Doveva comunque rispettare la legislazione in materia antinfortunistica.
Siamo sempre allo stesso punto: sulla sicurezza non si investe. E' considerata un'inutile spesa. Di fatto quel datore di lavoro è responsabile diretto dell'incidente. Sarebbe penalmente perseguibile, ma non sempre ad indagare è Guariniello, purtroppo.

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