Adesso per cortesia fate silenzio! Che il vostro lavoro puzza di morte!
Ieri ci sono stati sei morti sul lavoro. Tre insieme in un solo cantiere sull'autostrada A1. Altre tre vittime ci sono state a Genova, a Sesto Fiorentino ed in provincia di Perugia. Una tragedia, una nuova tragedia sul lavoro. Ma non sentitevi in dovere di esprimere il vostro dolore.
In fondo, sei morti rientrano ancora nella statistica. Quella cruda e anonima statistica, fatta di freddi numeri che raccontano di 1200 morti all'anno sul lavoro. Quelli ufficiali. Ma sul lavoro e per lavoro si muore molto più di quanto si dica. Perchè non tiene conto dei morti sul lavoro nero che tiene clandestini migliaia di persone.
Tacete padroni, che il lavoro, per quanto vi sforziate di affermare il contrario, uccide! Quel lavoro che volete sempre più precario, perchè le imprese devono essere competitive. Quel lavoro che volete sempre meno retribuito, perchè il costo del lavoro riduce un po' il vostro profitto. Quel lavoro che volete sempre più a vostra disposizione, creando nuovo altre forme di sfruttamento. Quel lavoro, impregnato della vostra cultura padronale, puzza di morte. Della morte dei lavoratori, sacrificati sull'altare dei vostri profitti.
Tacete politici a servizio degli interessi padronali, che state state smontando un pezzo per volta il testo unico sulla sicurezza. Quel testo unico che chiede di essere applicato e non destrutturato. Tacete, che dovreste sentire il peso della responsabilità politica di quelle morti sul lavoro. Tacete, invece di diffondere ipocritamente impegni per intervenire sul dramma delle morti sul lavoro.
Che tacciano anche i leader dei sindacati confederali. Non si ricorda un'ora di sciopero indetto per fermare la mattanza. Non una volta che abbiano chiamato in piazza i lavoratori, per affermare un diritto all'integrità fisica e morale dei lavoratori.
E voi lavoratori, magari rimanete a casa oggi, almeno potete stare sicuri di cenare in famiglia questa sera.
12 commenti:
Ecco qualcosa da dire ai portatori di cultura del lavoro: fate come la moglie del premier; andate a prendervi qualche lezione di etica professionale; chissà che non ne esca qualcosa di buono. Ma non imitate Lu, che di etica ne ha vendere, di quella immortale.
Ciao! Sono della redazione di Tualet!
Mi piacerebbe che fossimo amici di blogroll! che ne pensi? fammi sapere, ciao!
ViolaVic
@ riverinflood: questa gente ha la loro, di etica. Che non tiene conto della dignità e della vita umana.
@ violavic: sono passato da te. Divertenti (anche se a volte necessariamente amare) le tue strisce. Inserisco il tuo link tra i miei preferiti. Ciao.
Grazie per questo bellissimo post. Io, purtroppo, pur avendone parlato non ho trovato le parole per esprimere quello che provo.
Un saluto.
Ci sarà pure un perché, se sono contro il lavoro...
@ schiavi o liberi: sono passato da te. Merita di essere letto.
Ad ogni modo, è estremamente importante mantenere alta l'attenzione sull'argomento.
@ alicesu: non lavorare è oggi il miglior rimedio per avere salva la pelle.
Grazie del commento e per essere passato crocco.
Un saluto.
Hai ragione, l'ipocrisia che è stata usata a piene mani da tg e giornali fra ieri ed oggi è disgustosa...
Niente da aggiungere a questo tuo bellissimo post...
neanche io aggiungo altro
Il presidente del Consiglio dice che il pacchetto sicurezza serve al paese? I media parlano di crimini per giorni. Dice che serve l’aggravante per i reati commessi da extracomunitari? Ecco che per giorni si parla di immigrati che violentano e ammazzano creando allarme sociale. Molto spesso, eventi di forte impatto emotivo (nazionali o locali), accompagnati da un’ampia attenzione mediatica, contribuiscono a diffondere un sentimento di ansia. Peraltro, il provvedimento dell’indulto si configura come un’ulteriore fonte di insicurezza. I reali problemi sono altri. Che si parli delle morti bianche. In Italia le morti bianche e il numero delle vittime della strada superano di gran lunga i decessi legati alla criminalità o ad episodi violenti. Secondo l’Eurispes infatti la piaga degli incidenti sul lavoro ha causato più morti della seconda Guerra del Golfo. Dall’analisi dei dati proposti dall’Eurispes si arguisce la gravità della situazione. Un incidente ogni 15 lavoratori, un morto ogni 8.100 addetti. Risalta in maniera evidente la sfasatura tra pericoli reali e interventi concreti per fronteggiarli. Il luogo di lavoro manca ancora di presidi efficaci per garantire la piena sicurezza dei cittadini, e spesso si pensa che perdere la vita in un incidente sul lavoro sia una fatalità.
Fino a quando la Sicurezza sarà oggetto di strumentalizzazioni politiche ovvero di commercio mediatico (ogni giorno muoiono mediamente 3 lavoratori: come mai non tutti tali eventi diventano oggetto di informazione mediatica?), fino a quando si cercherà di garantire il senso di impunità a quegli imprenditori che risultano essere inadempienti alle norme di sicurezza e ci sarà chi, non qualificato, continuerà a lucrare per consulenze tecniche che sono finalizzate a realizzare "documenti fotocopia", anziché progetti antinfortunistici, si nutre il ragionevole dubbio che gli infortuni potranno diminuire.
@ schiavi o liberi: è un piacere.
@ il russo: ipocrisia usata da ormai troppo tempo.
@ franca: grazie
@ andrew: grazie
@ danilo-dld: hai perfettamente ragione. La sicurezza sul lavoro è ancora vista come un inutile costo aziendale. Ne ho avuto conferma anche ascoltando alcune conferenze di categorie padronali. La politica questo lo sa e perciò non disturba le aziende. Le aziende sanno che saranno lasciate indisturbate e continueranno a fare i loro comodi.
La sicurezza rimane solo a livello burocratico. E nemmeno sempre.
Posta un commento