venerdì 29 agosto 2008

La stanno dando via, è non si fanno nemmeno pagare

La stanno dando via, è non si fanno nemmeno pagare. Anzi, darla via costerà (meglio, ci costerà) grosso modo un miliardo di euro.
L'operazione che sta portando alla cessione di Alitalia (di cui non è ben chiaro se esistano e quali accordi "sottobanco"), è quanto di più irresponsabile si potesse fare dal punto di vista politico. E', al contrario, quanto di meglio potessero sperare di ottenere gli imprenditori (sic!) che compongono la cordata, che dovrebbe risollevare l'Alitalia.
A leggere i nomi dei principali esponenti che compongono la cordata, non c'è da stare allegri: Colaninno; Tronchetti Provera; Ligresti; Benetton... Tra gli artefici dei peggiori scempi economico-industriali degli ultimi tempi. Ora questi stessi personaggi, che in passato hanno già dimostrato di non tirarsi indietro quando è il momento di fare speculazione, dovrebbero ripulire la compagnia aerea nazionale dalla melma nella quale si trova a nuotare.

E d'altronde le condizioni imposte dal piano denominato Fenice (nome ingannevole), sono chiare. Soprattutto in merito a chi sarà a trarre beneficio dalla presunta rinascita di Alitalia e chi invece ne sosterrà le spese. Ed è facile intuirlo, ogni qualvolta si sente parlare (come in questo caso) di razionalizzazione dei costi, che tradotto vuol dire come al solito, riduzione del costo del lavoro. Come al solito da raggiungere attraverso la riduzione dei salari e degli stipendi ed un aumento delle ore lavorate. Oltre, naturalmente, il taglio di migliaia di posti di lavoro. Si parla di circa 5.000 esuberi solo in Alitalia, ai quali bisogna aggiungere altre diverse centinaia di lavoratori dell'indotto.
In questo quadro, che vedrà la scelta scellerata di riduzione delle linee internazionali, gli speculatori della cordata non saranno sulla barca mentre affonda. Altro che "capitani coraggiosi". Questi imbroglioni avranno la possibilità (prevista nel piano industriale) di abbandonare la nave dopo quattro anni e mezzo, a seguito dei quali avranno realizzato profitti variabili tra il 15 ed 25% di quanto investito. Pensate che mentre staranno a godersi i loro denari, avranno un pensiero per quanti invece si troveranno a nuotare nella merda?
Molti saranno lasciati per strada, nonostante i proclami rassicuranti di esponenti di governo, che ipotizzavano una possibile ricollocazione dei dipendenti Alitalia nelle poste o nella pubblica amministrazione. Ipotesi subito smentita dalla Brunetta della coalizione di governo, che non ne vuole sapere di avere tra i piedi altri 6-7.000 "fannulloni".

E quando tra quattro anni e mezzo, i capitani imbroglioni avranno abbandonato la compagnia aerea, con le tasche pieni di spiccioli, che succederà? Probabilmente la palla sarà passata ad Air France, che si prevede debba entrare già in queso piano con una quota minoritaria. In sostanza si sarà realizzato il piano industriale proposto da Air France prima della caduta di Prodi. Solo che ci saranno molte spese in più per le tasche dei contribuenti e molte, molte più persone per strada e famiglie sul lastrico.
"Missione compiuta" ha esultato Berlusconi. Ha ragione.

7 commenti:

Prefe 29 agosto 2008 alle ore 16:59  

ancora mi rode il fegato per non aver dato quella compagnia ai mangiaranocchie.
Per una volta che davamo il pacco a qualcuno ... invece no.

Alla fine come al solito io pago e gli imprenditori incassano.
Che nervi.

Crocco1830 29 agosto 2008 alle ore 17:10  

@ prefe: in effetti siamo a parlare del piano Air France, con molte più spese e con almeno il triplo degli esuberi. In sostanza, poco più di una diecina faranno lauti profitti, pagati da 6-7000 lavoratori nella merda.

Anonimo,  29 agosto 2008 alle ore 17:37  

AHAHAHAH SIETE RIDICOLI.....

Franca 29 agosto 2008 alle ore 18:24  

Certo che chi ha trovato questa soluzione è un vero genio.
Io lo proporrei per il Nobel per l'economia.
La parte sana della compagnia agli imprenditori (e che imprenditori) che ci faranno i loro bravi profitti; i debiti allo Stato, cioè a noi.
Adesso aspetto di vedere cosa faranno i sindacati grazie ai quali è fallita la proposta di Air France...

il Russo 29 agosto 2008 alle ore 22:29  

Ma leggete l'intervista a Colaninno su Repubblica di oggi a firma Ezio Mauro: l'imprenditore si definisce di sinistra riformista, dio santo...

Crocco1830 30 agosto 2008 alle ore 13:50  

@ anonimo: forse sì, lo siamo. Ma tu che lo affermi dovresti spiegare il motivo. Altrimenti rischi di passare come minimo per una persona intellettualmente apatica. Tra le peggiori categorie di persone, perchè tra le più distruttive.

@ franca: piangeranno e forse faranno uno scipericchio di un'ora. Più di tanto ormai, i vertici dei confederali non sono capaci.

@ il russo: una delle battaglie da fare tra le altre, è quella per la riappropriazione del significato delle parole.

Tisbe 30 agosto 2008 alle ore 19:49  

Gli anonimi sono ridicoli: non hanno nemmeno le palle per dare un volto alle proprie idee (ammesso che ne abbiano)

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