A Vasto il problema Centro Oli non è abbastanza sentito
Ieri nella sede dell'ARCI ad informare sul Centro Oli che L'eni vorrebbe realizzare ad Ortona, erano presenti Lino Salvatorelli (responsabile locale ARCI), Andrea Natale (responsabile regionale WWF) e Maria Rita D'Orsogna, giovane ed ottima ricercatrice, nostra corregionale negli USA.
Ad ascoltarli, forse una trentina di persone, per lo più conosciute come attive sul fronte della tutela del territorio, nelle proteste e nelle proposte. Ragazzi dell'ARCI, il rappresentante dell'Associazione Porta Nuova Michele Celenza, Antonio Colella di un Comitato per Vivere, il vice presidente del consiglio provinciale di Chieti Roberto Menna (Prc), i due consiglieri comunali del Prc (Fabio Smargiassi e Marco Marra) e pochi cittadini. In rappresentanza del Comune di Vasto: nessuno. Non il Sindaco, non l'assessore al turismo, non l'assessore all'urbanistica (che pure avrebbero di che preoccuparsi per l'eventuale presenza del petrolchimico), non altri consiglieri comunali. Alcuni dei quali probabilmente ancora in viaggio di ritorno da Perth (West Australia), dove hanno goduto di una ufficiosa vacanza, per rappresentare ufficialmente Vasto nel nuovo continente e scoprire il monumento donato alla comunità australiana.
Quanto è distante Vasto da Ortona! Ma quanto invece ci dovrebbe avvicinare il problema del Centro Oli che non è solo un problema degli ortonesi. Ma forse degli iter burocratici così stranamente rapidi, per l'approvazione del progetto; delle modifiche dei PRG che sembrano fatte ad arte; delle proposte alternative alla raffineria; delle valutazioni di impatto ambientale drasticamente sottostimate dall'Eni; dei certi e tragici scenari futuri per il torritorio abruzzese e per la saluti dei suoi abitanti; forse di tutte queste ed altre cose loro già sapevano e non avevano bisogno di doversi "sorbire" due ore di lucide spiegazioni.
Quanto è demoralizzante ricordare consigli comunali vastesi, che a volte si mostrano come rappresentazioni di un mercato rionale per le urla sentite e la confusione provocata, anche per piccole questioni e poi registrare un disinteresse per un problema che riguarda il futuro di tutto l'Abruzzo. Regione di cui Vasto fa parte.
Mi aspettavo (o forse era solo una speranza) di vedere la presenza di un numero più alto di semplici cittadini vastesi. Tanti magari non sapevano di questa conferenza; altri sicuramente avrebbero voluto esserci ma erano al lavoro o impegnati in altre faccende; altri certamente sapevano, ma non avevano voglia di ascoltare e sono certo, tanti non si accorgono di quanto il Centro Oli è una questione che riguarda anche loro.
A dimostrazione di quanto difficoltoso sia creare la necessaria consapevolezza, affinchè un problema possa essere sentito per quello che è: grave! Quella consapevolezza senza la quale nessuna battaglia può essere condotta con la speranza di essere vinta.
A quanti hanno a cuore il problema del Centro Oli dell'Eni, a quanti ieri erano presenti alla conferenza e magari ora sanno qualcosa di più, rinnovo l'invito fatto dalla brava professoressa D'Orsogna: quello di parlare e spiegare agli amici, ai parenti, ai colleghi di lavoro, che l'Abruzzo rischia di dover vivere un incubo. Ai cittadini in primo luogo, rimane il compito di coltivare il sogno di continuare ad essere la Regione Verde d'Europa.
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