Contaminazione da diossina in Campania. Altri dati allarmanti
Contaminazione da diossine, furani, PCB e metalli pesanti superiori anche di 5-6 volte i limiti stabiliti per legge. Questo in sintesi è quanto emerso dalle analisi tossicologiche condotte a proprie spese da alcuni abitanti dell'area ormai tristemente nota come Triangolo della Morte (Acerra, Nola, Marigliano) e nel territorio conosciuto come la Terra dei Fuochi (Giugliano, Qualiano, Villaricca). I dati sono stati presentati ad Acerra, durante una conferenza stampa tenutesi il 19 gennaio presso la Biblioteca Diocesana. Questi ultimi dati, insieme con quelli emersi dalle analisi sulla famiglia di pastori dei Cannavacciuolo di qualche tempo fa, rendono bene l'idea della situazione di emergenza in cui versa l'intero territorio campano. Sostanzialmente i dati resi noti, raffigurano una contaminazione riconducibile ad aree fortemente industrializzate, pur essendo in presenza di un'area caratterizzata da attività agricola. Contaminazione perciò facilmente riconducibile alle oltre 2500 discariche tra legali ed illegali, presenti da anni in particolare proprio nei territori identificati come Triangolo della Morte e Terra del Fuoco, che vedeno la presenza di rifiuti tossici industriali.
Rifiuti che continuano a sversare nei terreni e nelle acque sostanze tossiche, tra l'immobilismo di una classe dirigente corrotta. E' la presenza nell'organismo dei residenti di quelle zone delle sostanze elencate prima, è dovuta proprio alla contaminazione delle acque e dei terreni. Infatti, l'unico modo per l'organismo umano di assumere sostanze come PCB e metalli pesanti è attraverso l'alimentazione. Quelle sostanze sono cioè entrate nel corpo umano tramite il cibo, i prodotti della terra coltivati in quelle aree fortemente contaminate. Tanto che lo stesso professor Marfella, oncologo dell'Istituto Pascale, tra i relatori della conferenza stampa è stato tra i "campionati", riscontrando che i valori di tali sostanze nel suo sangue sono analoghi ai valori riscontrati tra coloro che vivono nelle zone maggiormente devastate dai rifiuti. E comunque in tutte le persone che si sono volontariamente sottoposte ad analisi, sono stati riscontrati concentrazioni di PCB e metalli pesanti addirittura superiori ai valori riscontrati sugli abitanti nella zona del fiume Caffaro in Lombardia, investiti da una nube tossica che contaminò tutti i terreni.
Ma questi nuovi dati che, seppure come detto dallo stesso porfessor Marfella, non possono ovviamente avere alcuna velleità statistica, evidenziano comunque dati allarmanti che non fanno altro che confermare gli allarmi lanciati da diverso tempo dall'OMS, relativamente ai pericoli per la salute umana in quelle stesse aree campane, dovute alla forte contaminazione di terreni. Visto quanto emerso da questi autocontrolli, bene hanno fatto i relatori a lanciare un appello alle autorità competenti, affinchè vengano eseguite analisi individuali sui cittadini dei 13 comuni a maggior rischio tossicologico.
Nonostante queste ulteriori conferme sulla drammaticità della situazione rifiuti campana, che considerare emergenziale è ormai un eufemismo, le uniche soluzioni proposte, anche nelle ultime ore dal supercommissario De Gennaro, sono quelle che vanno nella direzione opposta ad ogni logica di reale tutela del territorio e della salute di quanti quel territorio lo abitano, oltre che completamente difforme alle norme europee in materia di rifiuti. In sostanza si continua a proporre l'apertura di nuove discariche o la riapertura di alcune già chiuse. Nel contempo si chiede ai cittadini di pazientare fin tanto che non sarà operativo il nuovo cancrovalorizzatore di Acerra.
Certo che i rifiuti bruciati non saranno più visibili agli occhi della gente, ma continueranno a far sentire la loro presenza nei terreni coltivati e nel sangue delle persone.
2 commenti:
Carissimi,
Il problema delle diossine si stà esplicitando da diversi anni in tutta Italia. Abbiamo cominciato a studiare il caso con la grande strage di Seveso. Circa un mese fa sono state riscontrate modeste contaminazioni da diossine in suoli urbani precedentemente sottoposti ad accantonamento rifiuti in comuni vicini al capoluogo Napoletano (e non in tutta la campania come qualcuno vacilla a sostenere). Tuttavia bisogna sapere che nello scorso 2007 sono emerse gravi contaminazioni da diossine in alimenti prodotti nel nord dell'Italia (...della laguna Veneziana, ... del Bresciano, ... in Toscana, ecc..).
ITALIANI ORA UNIAMOCI PER AFFRONTARE IL PROBLEMA.
Caro Daniele,
hai perfettamente ragione: contaminazioni da diossina si registrano ormai troppo di frequente ed in varie aree italiane, per non affrontare il problema in termini più generali.
Posta un commento