martedì 29 gennaio 2008

Alla ThyssenKrupp verifiche ASL con tecnici inesperti

Il 6 dicembre 2007, sette operai della ThysseKrupp rimasero coinvolti in un'onda di fuoco che lì bruciò vivi. Il ricordo è ancora vivo ed a seguito di quella vicenda, tante furono le parole di indignazione e di cordoglio.
Nei giorni e nelle settimane successive, furono rinvenuti importanti documenti, dai quali si poteva evincere la scarsa attenzione dell'acciaieria tedesca in materia di prevenzione. Ma anche il cinismo dei suoi dirigenti, che in documenti riservati, rappresentavano i lavoratori superstiti come persone attente solo alla ricerca di popolarità e sui quali già si prefiguravano provvedimenti esemplari.

Non bisogna però dimenticare, che il sistema della sicurezza sul lavoro pone le sue basi anche su efficaci controlli degli organi competenti. Nella fattispecie, sono i tecnici della prevenzione delle ASL ad essere deputati alla verifica degli adempimenti in materia.
E' risaputo della insufficienza del numero di tecnici della prevenzione, così come è già stato detto che con il decreto 123/07 sono state sbloccate assunzioni solo per ispettori del lavoro, che non sono preposti al controllo del rispetto degli obblighi normativi in materia di prevenzione e protezione. In queste condizioni, si calcola che un'azienda possa essere sottoposta a controllo una volta ogni 33 anni.
Nonostante la scarsa probabilità, la ThyssenKrupp fu sottoposta a controllo da parte della ASL il 6 luglio 2006, ma il tecnico della prevenzione che condusse la verifica non aveva mai visto un impianto siderurgico prima di quella volta. E' stato lo stesso tecnico della ASL 1 di Torino Ugo Moratti ad ammetterlo, di fronte alla commissione d'inchiesta del Senato.
In realtà la stessa ASL contava nel suo organico un esperto nel settore, ma fu comunque inviato il dottor Moratti a visionare la ThysseKrupp ed in particolare proprio la linea 5, quella stessa linea dove hanno trovato la morte i sette operai. Il collega esperto in impianti siderurgici gli è subentrato nei controlli solo dopo la strage.
Tutto questo la dice lunga sul sistema di controlli che vengono eseguiti (quando vengono eseguiti, per i motivi già detti) nei luoghi di lavoro, da parte degli organi competenti.

Dal sito internet de La Stampa, riporto questo interessante stralcio di quanto dichiarato dal dottor Moratti davanti alla commissione d'inchiesta del Senato...

Pagina 107 della trascrizione, il presidente della commissione Oreste Tofani sembra spazientirsi con Moratti: «Non vorrei ripetere quanto ha già detto in modo molto chiaro il collega Zuccherini (“Lei ci dimostra di non avere conoscenze specifiche”). Al di là delle vostre competenze, bisognerebbe sapere cos’è la macchina, sia pure in linea di massima. Si sa bene che certi incidenti possono capitare; lo dimostra il fatto che lungo il percorso sono collocati degli estintori, proprio perché si verificano piccoli incendi. Lei dice di non averlo mai saputo perché nessuno gliel’ha mai detto. Com’è possibile?».
Moratti: «Se non li ho visti, non li ho visti». Presidente: «Per quale motivo c’erano gli estintori? A cosa servivano?».
Moratti: «E questo estintore presente in aula a cosa serve, allora?». Senatore Stefano Zuccherini: «Queste parole mi inducono a pensare che sussiste una responsabilità dell’Asl che ha mandato sul posto qualcuno che vedeva un processo produttivo per la prima volta». Moratti: «Un processo siderurgico sì».
Il tecnico si lancia: «L’azienda era senz’altro mal gestita sotto il profilo della prevenzione...». Presidente: «Ci sono stati sette morti».
Moratti: «A prescindere da questo incidente. Se me l’aveste chiesto nell’agosto 2007 avrei detto la stessa cosa».
In precedenza il tecnico parla delle irregolarità riscontrate nel corso dei sopralluoghi in fabbrica, fra cui la mancata valutazione, da parte dell’azienda, dei rischi di esplosione. E a domanda del presidente, precisa: «La Thyssen ha affidato la valutazione ad uno studio di consulenza esterno. Con questo documento, che chiaramente l’azienda ha controfirmato, ha dunque ottemperato alla nostra prescrizione. Per la ThyssenKrupp predisporre tale documento è un obbligo». Presidente: «A parte il documento, l’opera è stata realizzata?». Moratti aveva spiegato: «L’azienda a rischio esplosioni per vapori, gas o polveri deve zonizzare lo stabilimento». Cioè: indicare le aree a rischio e predisporvi adeguate protezioni. Preciso, il tecnico aveva aggiunto: «A questo riguardo, non si sa se classificare l’infortunio come incendio, esplosione o come fase intermedia». I problemi erano questi, tant’è che, tornando all’interrogativo di Tofani se la Thyssen avesse poi ottemperato alla prescrizione, Moratti risponde così: «Il documento di valutazione è stato realizzato, dopodiché hanno fatto una valutazione del rischio e la situazione appariva conforme».
Presidente: «L’opera è stata fatta?».
Moratti: «Cosa intende?». Presidente: «Lei ha detto che l’azienda deve indicare delle zone in cui si può individuare un rischio di esplosione».
Moratti: «Occorre individuare delle zone che presentano rischio di esplosione».
Presidente: «Quindi, se ci sono bisognerà pur fare qualcosa». Moratti: «Esattamente, si fa una valutazione, poi se occorrono degli interventi vengono fatti». Presidente:: «Tali interventi sono stati fatti?». Moratti: «No, dalla valutazione - e io non sono in grado di andare oltre - risultava che questo rischio non c’era, o meglio, che era controllato». Senatore Fedele Sanciu: «Era una valutazione di parte». La settimana successiva la commissione ascolta Maria Pia Chianale, direttore sanitario dell’Asl 1 di Torino. La sintesi disponibile è una smentita totale dei suoi sottoposti: «La dottoressa precisa che dalla documentazione consegnata da Buratti (il dirigente Spresal, ndr) non emerge alcun elemento atto a comprovare una particolare attenzione dell’Asl 1 - come attività di vigilanza preventiva - sulla linea 5. Da quella documentazione si evince una valutazione dei rischi limitata ai soli pericoli connessi all’impianto elettrico, ai pericoli di caduta in cavità presenti nell’impianto e ai pericoli di infortuni da taglio». La commissione ha accertato che i principi di incendio su quella linea erano 3-4 al mese.

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