venerdì 4 gennaio 2008

Attacco alla 194. Preludio ad un nuovo patriarcato.

Anno di grazia 2008. Se non fossero stati stappati spumanti alla mezzanotte di soli pochi giorni fa, chi lo avrebbe mai potuto credere, dopo avere letto le parole di Giuliano Ferrara sul suo Foglio?
Qualche giorno fa, Ferrara lancia la proposta di una moratoria contro l'aborto, appoggiandosi maliziosamente alla recente moratoria dell'ONU contro la pena di morte.
Proposta ovviamente ripresa e condivisa dalla parte più conservatrice della gerarchia cattolica, impersonata dal cardinale Camillo Ruini, oltre che dai teodem del PD quali l'opusdeista Binetti e Bobba e da ampi settori della ex Casa delle Libertà (pur con qualche distinguo).
Così, mentre Bondi (la voce del padrone Berlusconi) propone una revisione delle linee guida della 194, don Camillo è convinto che "richiamare il tema dell'aborto e chiedere una moratoria quantomeno per stimolare, risvegliare le coscienze di tutti è molto logico" e che "l'impegno contro la pena di morte non è dverso da quello contro l'aborto e l'eutanasia, perchè è impegno a favore della vita". Buonanotte!
Non potrebbe essere compreso il reale senso di questo nuovo, ennesimo, ma sempre uguale attacco politico-clericare alla Legge 194 (quella appunto che disciplina la pratica dell'aborto) senza citare qualche numero. Perchè, se realmente è la vita che si vuole difendere, non si può prescindere dal fatto che dal 1978 (anno in cui la Legge fu approvata), il numero degli aborti è costantemente e notevolmente diminuito, a parte il 1982, anno nel quale si è registrato il massimo numero di aborti. Ma rispetto a quell'anno, il numero di interventi è diminuito ad oggi del 44,6%. Anche rispetto al 2006 si registra un calo degli aborti del 2,2%. Di più: se dal computo escludessimo le cittadine straniere (non sempre pienamente consapevoli, circa i metodi di prevenzione di gravidanze indesiderate e meno informate riguardo i consultori familiari), si registrerebbe una diminuzione del numero di aborti pari al 60%.
Con questi dati, l'Italia si inserisce tra i Paesi dove in assoluto si abortisce di meno, con un tasso di 11,2 donne ogni mille. Di gran lunga inferiore, ad esempio, del 55,3 per mille della Russia o al 20,2 per mille degli USA.
Tra tutti questi numeri poi, c'è da inserire l'importantissimo dato della diminuzione della mortalità materna, da quando l'aborto è stato legalizzato con la Legge 194.
Ed allora, della difesa di quali vite si fanno promotori i vari Ferrara, Ruini, Binetti & co.?
La realtà dei fatti, ci parla invece di un nuovo attacco alla laicità dello stato, ma soprattutto all'autodeterminazione, la libertà e la dignità delle donne. Attacco che è stato rivolto al genere femminile, in questi ultimi tempi, in modo forte ed a più riprese dall'approvazione della vergognosa Legge 40 in poi. Da quando cioè si è posto per Legge che la donna fosse il contenitore di una vita, che quel corpo usa e da cui prescinde.
Dunque questa nuova crociata integralista contro la Legge 194, è in evidente continuità con quella concezione che vorrebbe svuotare la donna della propria dignità, laddove si vorrebbe annullare il senso che il legislatore ha voluto dare a quella Legge, quando vi riconosceva, quale valore fondamentale da tutelare, la libertà di scelta della donna e la sua salute.
Questo nuovo impulso antiabortista, da considerarsi dunque come l'ennesimo attacco fondamentalista alle libertà delle donne, appare come un nuovo traguardo da raggiungere (dopo appunto l'approvazione della Legge 40 sulla procreazionemedicalmente assistita) per centrare un obbiettivo ben più ampio. Considerare la donna quale semplice contenitore dei figli e perciò svuotata di suoi diritti che dovrebbero essere considerati inesigibili, quali quello di poter decidere del proprio corpo e di potere deicidere in piena libertà. Una donna svuotata della propria dignità, per il solo fatto di possedere un utero e perciò meno degna del diritto all'autodeterminazione rispetto ad un uomo. Una donna a questo punto con meno diritti dell'uomo e perciò a questo sottomessa, dopo essere stata subordinata ad un embrione.
Una donna che si vorrebbe semplicemente "madre e sposa", per usare le parole di papa Benedetto XVI. Preludio di una restaurazione della società in senso patriarcale, contro cui sarà bene che ci si cominci a difendere.


0 commenti:

Posta un commento

Articoli correlati

  © Blogger templates The Professional Template by Ourblogtemplates.com 2008

Back to TOP