martedì 6 ottobre 2009

Quanto vale la vita di un ragazzo di 20 anni? 1725 euro!

Qualche giorno fa, mi sono trovato a commentare un post nel quale l'autore affermava che (riporto testuale) "un'altissima percentuale di quelli conteggiati come morti sul lavoro, da quanto so, non muore in fabbrica o in un cantiere, ma nella strada che porta da casa all'ufficio in un incidente stradale, o di infarto per il troppo stress da lavoro dietro una scrivania". Non commento il sarcasmo sulla seconda ipotesi di morte sul lavoro, quella dell'infarto, perchè mi dilungerei troppo con inutili epiteti. Mi soffermo invece sull'aspetto degli incidenti stradali.

Invece di dire stupidaggini "per quanto se ne sa", sarebbe il caso di leggere e studiare i dati reali, anzichè tentare di abbozzare un qualche ragionamento basato sul sentito dire dalla propaganda di governo e di confindustria, come spesso capita ai teorici delle "morti sul lavoro gonfiate dai dati degli incidenti stradali".
Senza entrare troppo nel dettaglio, preciso solo che le morti su strada non sono nemmeno la metà del totale dei morti sul lavoro (basta guardare anche solo di sfuggita i dati Inail). E preciso che le morti sul lavoro in strada e le morti in itinere (tragitto casa-lavoro e viceversa) sono cose diverse, e che comunque, viste le condizioni di lavoro, i ritmi, le modalità di produzione, ecc., è giusto considerare quelle in itinere delle vere e proprie morti sul lavoro.
Sulla strada muoiono camionisti, autisti, manutentori in autostrada, che hanno nella strada il loro luogo di lavoro. Sono a tutti gli effetti morti sul lavoro. Come sono morti sul lavoro i postini mentre svolgono il proprio lavoro in strada. Morti in strada, sul lavoro.

Un caso me lo segnala l'amico Marco Bazzoni. Si tratta di Roberto Scavo, un postino precario di vent'anni. Roberto è morto (in strada, appunto il suo posto di lavoro) il 10 marzo 2008, mentre sotto la pioggia consegnava la posta con il suo motorino. Incidente sul lavoro, direte voi. Morto sul lavoro, perciò penserete. No! Il suo è stato considerato un incidente stradale e non sul lavoro! Assurdo ed inconcepibile! Risultato? Archiviazione del caso e rimborso Inail di 1725 euro, come assegno funerario.
Roberto è morto sul lavoro, ma non solo per lui non è stato celebrato un funerale di Stato; non solo non ha avuto titoli di giornali a lui dedicati; non solo il suo caso, come altri simili (e ce n'è sono, statene certi) non avrà gli onori della cronoca; la morte di Roberto non serve nemmeno alle statistiche delle morti sul lavoro!
Un paese civile dovrebbe almeno vergognarsi!!!


7 commenti:

andreacamporese 6 ottobre 2009 alle ore 16:45  

Solo che ho qualche dubbio che siamo ancora un Paese civile.
Bell'intervento e soprassediamo sulla citazione inziale. Comunque, per dare ancora di più la misura di come vengono valutati da confindustria e dalle ditte le ore di vita che spendiamo per il lavoro, la trasferta non è calcolata da quando, alle 5 di mattina, ci si sveglia per recarsi in cantiere, ma solo a partire da quando si entra fisicamente in cantiere. In effetti, il fatto che uno si svegli così presto, secondo il capi non ha nulla a che fare con il lavoro.
Comico.. anzi, no, tragicomico.

Saluti

Anonimo,  6 ottobre 2009 alle ore 21:26  

Bel post, su un argomento scomodo che per i mass media ed i politici sembra essere fantascienza. I morti sul lavoro sono persone sfortunate, spesso anche coraggiose perchè sanno dei pericoli ma pur di guadagnare qualcosa lavorano.

il Russo 6 ottobre 2009 alle ore 21:56  

L'unica cosa positiva di quell'assegno inail misero é che, se il lavoratore lascia una vedova, lei avrà diritto ad una pensione d'invalità perchè l'infortunio diventa al 10% di invalidità, magra consolazione...

Matteo 7 ottobre 2009 alle ore 01:20  

Al nostro governo interessano più le campagne populistiche contro presunti fannulloni che combattere la vera piaga che è appunto quella delle morti sul lavoro e per lavoro.

Audrey 7 ottobre 2009 alle ore 09:17  

Il D.Lgs 81/2008, in pratica la nuova normativa sulla sicurezza che è andata a sostituire la 626, ha introdotto nuovi e numerosi criteri sul ruolo e le responsabilità del lavoratore, tutti, ovviamente (sigh), a suo carico e responsabilità civile e penale.
Allora nessuno (o pochi) a cominciare dai sindacati alzò la voce su tutto questo.
A dimenticavo.. D.Lgs 81/2008 fu uno degli ultimi Atti del Governo Prodi, cosiddetto governo di sinistra.

DS 7 ottobre 2009 alle ore 13:56  

non è la cifra che scandalizza: una persona cara morta non è ripagabile con nessuna cifra. è il modo e la considerazione che sono un secondo lutto.

atcusugs 9 novembre 2009 alle ore 06:51  

Belle le ultime cose che ho letto su questo post
"Roberto è morto sul lavoro, ma non solo per lui non è stato celebrato un funerale di Stato; non solo non ha avuto titoli di giornali a lui dedicati; non solo il suo caso, come altri simili (e ce n'è sono, statene certi) non avrà gli onori della cronoca; la morte di Roberto non serve nemmeno alle statistiche delle morti sul lavoro!
Un paese civile dovrebbe almeno vergognarsi!!!!"

C'è solo da riflettere e divenire consapevoli che qualcosa di distorto nella cultura di questa società civile (?) esiste! Se Roberto, invece di consegnare la posta, si fosse trovato in Iraq o Afganistan, se fosse morto in quel contesto avrebbe avuto tutti gli onori! Roberto serviva la collettività, ogni giorno, con la sua divisa di postino, senza stellette, era pronto a lavorare in questa società! E' morto e questo è un fatto, è stato snobbato, ucciso due volte con la doppia archiviazione del caso, i genitori ancor'oggi vivono il dramma come se fosse ieri, anche se la solidarietà ad essi dimostrata da lavoratori, sindacati di base, partiti politici, non li ha fatti sentire soli, non basta ad allievare il loro dolore perchè giustizia non è stata fatta, ed a questi genitori, che per puro caso non siamo noi, bisogna dare una risposta civile, politica, vera ed umana del perchè il loro figlio è morto!
atcusugs
postino licenziato perchè denuncio tutto questo pubblicamente!
nb: info approfondimenti e confronto

http://www.comoresiste.tk

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