giovedì 1 ottobre 2009

Libertà di stampa... ma perchè, intanto, queste cose le sottacete?

«La prima libertà di stampa consiste nel fatto che essa non è un'industria [...] la vera e propria cura radicale della censura sarebbe la sua abolizione». Bella e condivisibile (a mio parere) questa frase del buon vecchio Karl Marx.

Sabato prossimo, a Roma, si manifesterà per la libertà di stampa, un diritto che in uno Stato democratico non dovrebbe essere messo in discussione. Ma qui in Italia, oggi, è in corso la degenerazione dello Stato democratico, per cui la libertà di stampa deve essere difesa attraverso una manifestazione di piazza.
Ma, attenzione, è per la libertà di stampa che si manifesta, non per il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati. E' una difesa dei giornalisti e dei giornali dall'aggressione dell'attuale potere politico, del presente governo e del suo ducetto che si manifesta; non per affermare la necessità di una informazione che eviti autocensure o racconti ad uso e consumo di tale o tal'altro potere. Non è un perciò un errore manifestare il 3 ottobre, ma bisogna essere consapevoli di questo e credere di poter incidere sabato, nel senso di una affermazione di un reale diritto all'informazione, è illusorio. Chi va in piazza deve farlo con la consapevolezza che il giorno dopo il 3 ottobre, gli organi di informazione che sfileranno per le strade di Roma, continueranno a rispondere al loro editore di riferimento, che non è l'operaio di Melfi, nè la disoccupata di Sesto San Giovanni.
Senza tornarci troppo sù, la dimostrazione limpida di questa situazione l'ha data il rinvio della manifestazione a seguito della morte dei sei militari italiani uccisi in Afghanistan. In quell'occasione si poteva affermare una reale volontà di stampa libera dalla propaganda patriottarda e di guerra. Si è preferito invece rispondere ancora una volta alla chiamata alle armi dell'informazione. La manifestazione per la libertà di stampa è stata quindi spostata, al 3 ottobre. Sabato prossimo, quando già era in programma per il corteo dei precari della scuola.

Sabato 3 ottobre, migliaia e migliaia di lavoratori si erano per la maggior parte autorganizzati per protestare contro un governo, che li sta cacciando dal loro posto di lavoro, prendendoli a calci nel culo! Manifesteranno, quei lavoratori, contro i 150 mila licenziamenti previsti per i prossimi due anni e contro una destrutturazione dell'istruzione pubblica condotta a botte di decreti, che snatura il ruolo sociale della scuola. Sabato l'informazione doveva concentrarsi su questa protesta ed invece la stampa ha deciso di fagocitare quella manifestazione. Ha voluto assorbirla, imponendosi con prepotenza. Il risultato? I precari confluiranno (in parte) nella manifestazione della FNSI e sarà concesso loro (ripeto, sarà concesso loro) un intervento dal palco. Tutto qua. Poi, sabato in TV e domenica sui giornali, come giustamente temono i lavoratori della scuola, delle rivendicazioni dei precari quasi certamente non si parlerà, o si parlerà pochissimo.

Ed intanto, un effetto questa situazione l'ha già provocata: ha spaccato l'unità che c'era tra i lavoratori della scuola. Sabato ci saranno due cortei dei precari: da una parte quelli che sperano in almeno un pochino di visibilità confluendo nella manifestazione indetta dalla FNSI; dall'altra chi rivendica la propria autonomia.
Ma tutto questo, la minacciata stampa italiana lo sta sottacendo. Sarà bene ricordarlo, sfilando a Roma sabato prossimo, qualunque strada si pensi di percorrere. Tanto per non rimanere stupiti, poco tempo dopo, del ritorno dei gattopardi.

8 commenti:

Vincenzo Cucinotta 1 ottobre 2009 alle ore 17:24  

Condivido il tuo bel post. Avevo anch'io postato manifestando le mie perplessità per l'uso di una parola d'ordine quanto meno ambigua: ne è seguita una polemica che ti risparmio. E' importante che tu risollevi la questione, tra l'altro, opportunamente in maniera circostanziata.

Riverinflood 1 ottobre 2009 alle ore 19:16  

Condivido. La sensazione che ho da tempo, da quando cioè "il gruppo di potere contrario a quello che sostiene Berlusconi e i suoi interessi", è che noi comuni mortali ne siamo fuori, ma non perché non abbiamo i mezzi per stamparci la controinformazione, solo perché siamo gestiti allo stesso modo dal contropotere. In effetti, nulla ci può salvare dal berlusconismo, quando questo è contrastato da un "antiberlusconismo parallelo e apparentemente democratico". Il problema, in fondo, sta proprio nella capacità che hanno avuto quuesti poteri avversi e paralleli di contaminarci e renderci ipnotizzati, incapaci di prendere in mano i destini della nostra vita...

Damiano Aliprandi 2 ottobre 2009 alle ore 04:02  

Giusto quello che dici, non posso non essere d'accordo. SOlo su una cosa purtroppo sono una voce fuori dal coro, io non parteciperò a questa manifestazione, io la farei al contraio:ovvero dire a questi giornali come Repubblica perchè si autocensurano da soli. Ma forse la risposta ce l'ha data oltre Marx anche Orwell "La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire" e sinceramente questi signori fanno esattamente l'opposto. Parlare di berlusconi e le sue frequentazioni fa molto più audience delle morti sul lavoro oppure del problema carceri. Oltre, ovviamente, alla manifestazione dei precari che tu giustamente hai citato.

coscienza critica 2 ottobre 2009 alle ore 05:11  

Se hanno fatto slittare la manifestazione per la libertà di stampa al 3 ottobre, un motivo doveva pur esserci.

Matteo 2 ottobre 2009 alle ore 14:39  

E' una libertà di stampa fasulla quella che vogliono proporre alla manifestazione. Non esiste solo la censura operata da Berlusconi contro i giornali, ma anche quella operata dai giornali che fanno calare il silenzio sulle condizioni dei lavoratori e dei precari.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® 5 ottobre 2009 alle ore 11:00  

Concordo con te. Aggiungo che questo dimostra come più che difendere la libertà di stampa sarebbe il caso di protestare chiedendo di riappropriarcene.

DS 5 ottobre 2009 alle ore 12:31  

che mi dici sulla manifestazione? non ho potuto viverla e sarei interessato a qualche parere.

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