giovedì 17 settembre 2009

Brunetta: appropriazione indebita del sito del ministero

Brunetta ha basato tutta la sua attività misteriale sulla guerra ai dipendenti pubblici. Perchè di questo in effetti si tratta, ed è stato possibile perchè il ministro ha cavalcato il malcontento storico, generale e molto spesso pregiudiziale mosso nei confronti dei dipendenti pubblici. A tal proposito trovai illuminante la lettura pochi mesi fa, di un vecchio articolo di Federico Caffè per "Il Manifesto". In quel suo scritto, l'economista pescarese spiegava quanto deleterio potesse essere un continuo indiscriminato attacco alla pubblica amministrazione. Si era alla fine degli anni '70 del secolo scorso. Gli effetti, oggi, sono sotto gli occhi di tutti: siamo all'attacco finale per lo svuotamento del servizio pubblico, giustificandolo con la inefficienza del servizio stesso ed addossandone le colpe ai lavoratori, spacciandoli per fannulloni.

E così il ministero per la pubblica amministrazione (ripeto: per la pubblica amministrazione) anzichè lavorare per ampliare e migliorare i servizi pubblici, fa la guerra ai suoi dipendenti. L'ha chiamata, appunto, guerra ai fannulloni. E come ogni guerra, la propaganda ha una importante funzione. Quella del ministro Brunetta è scandalosa e soprattutto falsa, come dimostra un'inchiesta de L'Espresso che ha svelato il bluff della politica antifannulloni del ministro dal ghigno cattivo. E siccome Brunetta è in guerra, ritiene lecito ogni mezzo, come da proverbio. Il mezzo, in questo caso, è il sito internet del ministero a cui è a capo. Così, quello che dovrebbe essere un mezzo informativo dell'attività ministeriale, al servizio del cittadino, è usato da Brunetta a scopi praticamente personali. La home page del ministero è stata trasformata in una pagina di risposta al settimanale L'Espresso, con link a caratteri cubitali.

Quel furbetto di Brunetta si è praticamente appropriato in maniera indebita di uno spazio pubblico, quale è quello del sito del ministero, per rispondere ad un settimanale che lo aveva chiamato in causa. Avrebbe potuto farlo dal suo blog, sul quale invece non c'è traccia di commento all'inchiesta de L'Espresso. Ma lì gli accessi non sono probabilmente sufficienti a garantire l'efficacia della propaganda che, si sa, ha bisogno che sia diffusa. D'altronde, è o non è in guerra, il ministro Brunetta?

4 commenti:

Franca 17 settembre 2009 alle ore 20:42  

Concordo con la citazione de "Il Russo".
Per il resto, la mia esperienza personale mi porta a dire che almeno nei piccoli Comuni i dipendenti pubblici sono tutto meno che fannulloni....

Matteo 18 settembre 2009 alle ore 13:42  

In effetti è scandaloso il sito del ministero è ridotto a un blog personale di Brunetta, ma come si permette?
E poi questa storia dei dipendenti pubblici "fannulloni" Brunetta si guarda bene dal colpire i veri "fannulloni" quelli che dirigono le grandi aziende che fanno fallire causando la perdita di migliaia di posti di lavoro!

Chit 19 settembre 2009 alle ore 15:51  

Quest'esecutivo ha dimostrato che l'utilizzo del pubblico (funzione o strumento) a fini personali è ampiamente consentito e caldeggiato. E concordo anch'io con il Russo...

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