Oggi i titoli dei giornali sarebbero potuti essere diversi
Alle 22.00 di domenica scorsa, quando le redazioni dei giornali erano ormai in chiusura, un grave incidente è avvenuto alla Acciaierie Lucchini di Piombino. Da una paiola è fuoriscito acciaio fuso, che a contatto con l'acqua ha provocato un'esplosione, che ha coinvolto anche diverse abitazioni circostanti. Sono aperte le indagini, per accertare le cause della scampata strage. Ma di certo, come racconta la Fiom-CGIL in un comunicato, la produzione era cresciuta ed il personale impiegato diminuito. In sintesi, ritmi di lavoro elevati mentre si risparmia in sicurezza. Ricorda tanto la tragedia della Thyssen Krupp, anche per il numero di lavoratori coinvolti, ma in questo caso fortunatamente salvi.
E ce lo avrebbero ricordato anche i giornali e le TV, quanto simili sarebbe stato questo incidente con quello della Thyssen, con uguali lacrime di coccodrillo ed uguali accuse. E di nuovo avremmo assistito alla messa in scena del cordoglio politico, alle promesse che mai più una tragedia simile potrà avvenira. E ancora immagini già viste di cariche istituzionali presenti ai funerali, con le loro maschere di partecipato dolore, che sempre tolgono seduti davanti ai tavoli decisionali.
Sei operai sono "solo" rimasti ustionati, gravemente feriti ed intossicati. Così non fanno molta notizia. Fossero morti, bè, un paio di giorni di gloria mediatica l'avrebbero avuta. Sarebbero stati ricordati per un po', fino al prossimo gossip dell'imperatore Berlusconi. Poi di nuovo silenzio. Perchè di sicurezza sul lavoro è bene non parlarne, altrimenti giornali governativi e non, possono anche un po' confondersi; e governo ed opposizione, per certi versi rischiano di mescolarsi un po' davanti alla richieste confindustriali di sconti sui costi del lavoro e sacrifici ai lavoratori.
Nel frattempo, più o meno nell'indifferenza generale, il contatore di Articolo21.info segna 580 morti sul lavoro, dall'inizio dell'anno ad oggi. Mentre, nel quasi assoluto silenzio mediatico, il governo si appresta in questi giorni ad approvare le modifiche al Testo Unico della sicurezza sul lavoro. Uno scempio normativo che metterà ancora di più a rischio la salute e la vita stessa dei lavoratori.
Chi ha a cuore la sicurezza sul lavoro, l'unica cosa che può fare singolarmente in questo momento, è fare appello al Presidente della Repubblica a non firmare le modifiche al T.U. della sicurezza sul lavoro che verranno fuori dal CdM dei prossimi giorni. Spero lo facciano in molti, perchè, a livello istituzionale è l'unica speranza di salvaguardare un strumento normativo per la sicurezza sul lavoro, certamente migliorabile ma valido se fosse applicato. Cosa che questo governo ha finora impedito di fare. Confindustria ringrazia, mentre i famigliari delle vittime del lavoro piangono.
8 commenti:
Sempre la solita vecchia storia, da bollettino di guerra, forse peggio. Nessuno ne parla, perchè purtroppo ormai siamo assuefatti a questo tipo di notizie.
Lavoro in aumento e personale in calo? ovvio. Ci hanno riempito talmente tanto la testa con questa crisi (l'altro giorno l'ennesima riunione nella mia azienda), che nessuno si preoccupa più di difendere i diritti dei lavoratori, ma tutti apostrofano con frasi del tipo "di questi tempi, è una fortuna averlo un lavoro".
La crisi è solamente una facile scappatoia legale per ricorrere alla cassa integrazione (a carico dello Stato e non delle aziende), ed al licenziamento.
Bella fregatura.
E nessuno che ne parli.
Saluti
@ Andrea Camporese: hai ragione, quella frase è tipica di questi tempi ed anche da prima. Da quando il precariato ha preso il sopravvento, quello è il concetto che governa molti lavoratori, allontanandoli dalla difesa dei diritti. Perchè è subentrata la paura della perdita del posto di lavoro che, appunto, "è una fortuna averlo un lavoro". Così si è spesso costretti ad accettare troppo. Spesso quella condizione è usata come ricatto per fare lavori rischiosi.
Eternit, rinviati a giudizio: il maxiprocesso inizierà il 10 dicembre
22/07/2009
Il maxiprocesso Eternit si farà: la prima udienza è stata fissata per il 10 dicembre prossimo. Il giudice dell'udienza preliminare Cristina Palmesino ha accolto in toto le richieste della Procura, formulate al termine della grande inchiesta coordinata dal pm Raffaele Guariniello. I due imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier De Marchienne, dovranno rispondere dell'accusa di disastro doloso e inosservanza delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro. Tremila le vittime, fra morti e ammalati.
Nel corso dell'udienza preliminare è stato contestato anche il fatto che il pericolo sia tuttora in atto: la dispersione di amianto nell’ambiente continua a causare un rischio per la popolazione perché da allora nulla è stato fatto per limitare l’esposizione. Questo aspetto ha tagliato le gambe alla richiesta di prescrizione formulata dalla difesa, anche se l'attività produttiva è cessata ormai da tempo.
La legge sulla sicurezza sul lavoro c'era l'hanno uccisa e di fatto cancellata grado per grado....
Vado a firmare l'appello ovviamente.
Daniele
Io l'appello l'ho mandato. E' nostro dovere farci "sentire". Un saluto
@ Il Russo: questa è una bella notizia!
@ Daniele Verzetti: la stanno distruggendo. Ma si può ancora fare qualcosa. grazie per l'appoggio.
@ Maraptica: esatto. E' un nostro dovere di cittadini consapevoli.
Appello firmato nella speranza che prima o poi torni una legge che parli di sicurezza sul lavoro ma non a vantaggio dei datori!
@ Chit: grazie per l'adesione. Come ho detto, il T.U. è migliorabile, ma nel complesso valido. Con queste modifiche il livello di sicurezza per i lavoratori, inevitabilmente si abbasserebbe.
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