domenica 3 agosto 2008

Se la politica non conosce gli ambienti di lavoro. Lettera di Marco Bazzoni e Andrea Bagaglio

Marco Bazzoni mi invia questa e-mail che pubblico volentieri e dalla quale si evince che sulle morti sul lavoro c'è, al meno peggio, un po' di confusione nel mondo politico e, per certi versi, non si può non notare un'atteggiamento politico strumentale, orientato alla tutela delle aziende dalle sanzioni, piuttosto che della salute e sicurezza dei lavoratori.

Nella trasmissione televisiva “Tv7” del 1° agosto scorso, condotta da Sassoli, si è parlato di morti sul lavoro alla presenza degli onorevoli Damiano (ex ministro del lavoro) per il Pd e Lupi per il Pdl. In studio era presente la signora Mulas, che ha rievocato ancora una volta (la prima è stat nella trasmissione “Ballarò” del 23 gennaio 2007) la tragica vicenda che ha colpito drammaticamente la sua famiglia per ben due volte, prima con la morte di un figlio (nel 2000), poi con quella del marito (l’anno dopo), avvenute entrambi in un cantiere edile.
Di queste morti la signora non ha mai avuto giustizia, sia perché la prima impresa si è data fallita prima della sentenza di colpevolezza, sia perché, per la morte del marito, si stanno avvicinando i termini di prescrizione (6 gennaio 2009). La signora Mulas ha chiesto in modo accorato giustizia e più controlli nei luoghi di lavoro.
A tale richiesta l’ex ministro Damiano ha rivendicato la bontà del “Testo unico” sulla sicurezza nei luoghi di lavoro emanato dal suo dicastero, nonché l’assunzione di 1400 ispettori del lavoro. L’onorevole Lupi, invece, ha ribadito la tesi del Pdl, ovvero che per far diminuire gli infortuni sul lavoro basta la buona volontà degli imprenditori.
Purtroppo al dibattito non erano state invitate persone che, come noi, hanno vissuto e vivono quotidianamente l’ambiente di lavoro. Per tale motivo, ci permettiamo per l’ennesima volta di ripetere all’onorevole Damiano, che le assunzioni da lui fatte riguardano la Direzione provinciale del lavoro (ex ispettorato del lavoro) che controlla le evasioni contributive e, al massimo i cantieri edili, previo il consenso delle Asl, deputate per legge alla verifica dell’applicazione delle norme antinfortunistiche in tutti, ripetiamo tutti, i luoghi di lavoro. Damiano ha citato le stragi sul lavoro di Fossano e di Campello sul Clitunno. Vorremmo ricordare che i suoi ispettori, per legge, non avrebbero mai potuto varcare i cancelli per controllare le norme antinfortunistiche. Perché “spacciare” queste assunzioni come una delle risoluzioni del problema degli infortuni sul lavoro, mentre i tecnici-ispettori delle Asl continuano a diminuire?
All’onorevole Lupi invece ribadiamo che di fronte ad un mercato del lavoro selvaggio, ove il profitto e non la vita umana è il bene più prezioso da salvaguardare, i controlli e le sanzioni sono gli unici deterrenti che possono porre freno a questa strage degli innocenti. E in questo siamo concordi con la signora Mulas.

Marco Bazzoni - Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
Andrea Bagaglio - Medico del lavoro

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