mercoledì 6 agosto 2008

Il lavoro uccide più dei criminali

Un rapporto del Censis fa sapere che in Italia si muore sul lavoro più del doppio che per omicidio (1170 morti sul lavoro, contro 663 omicidi). Se poi si considera la popolazione residente (oltre 59 milioni) e la popolazione occupata (poco più di 23 milioni), si nota che la probabilità di rimanere uccisi sul lavoro è 5 volte superiore a quella di essere vittima di omicidio.

E' una novità? No, non lo è. Ma leggendo gionali e siti internet, sono rimasto colpito da come la notizia è stata diffusa, quasi fosse una novità assoluta. Ed invece quei dati sono conosciuti, arcinoti, disponibili da tanto di quel tempo che è imbarazzante doverne parlare ancora. Non voglio dire che non debbano essere diffusi. Quello che voglio dire è che sono preoccupato dal fatto in sè, che il rapporto Censis sembra abbia rivelato chissà quale verità. Significa cioè, che quel rapporto ha di fatto messo in luce quanto gli umori delle persone siano manipolati e di come la politica insegua quegli umori e li fomenti, così da distorglerli dai problemi reali. E perciò di quanto il contrasto alle cause delle morti sul lavoro e di ogni altra reale emergenza, siano ostacolati da un atteggiamento politico che anzichè affrontare le effettive questioni di interesse generale, genera pregiudizi e cavalca l'ignoranza del popolo bue.

In qualche commento sui quotidiani di oggi, si legge la domanda provocatoria al ministro La Russa ed al governo di cui fa parte, se non sia il caso di mandare l'esercito nei cantieri. Ovviamente è una provocazione ed ovvimente i soldati non sarebbero granchè utili nei luoghi di lavoro. Direi meno che nelle strade e meno che a presidiare le discariche. Ma è una provocazione che dovrebbe fare riflettere su un dato: con un tasso di criminalità tra i più bassi in Europa, l'Italia occupa circa 300.000 addetti all'ordine pubblico. Per contrastare le cause di morte sul lavoro, sono disponibili meno di 2000 tecnici della prevenzione ASL. Nonostante tutto però, viene percepito come rassicurante la presenza di 3000 soldati nelle strade, ma non sembra interessare granchè l'assenza di controlli nei luoghi di lavoro.

Sostanzialmente e senza intenzione di voler banalizzare, è più sicuro girare di notte per strade poco illuminate, anzichè andare al lavoro. Si rischia meno a prendere una metropolitana dopo l'ora di cena, anzichè a salire su un ponteggio.
Non ho fatto esempi a caso. La strada e la metropoitana, sono due luoghi sentiti come tra i più pericolosi. Mentre si è soliti sentirsi fortunati ad avere un lavoro, uno qualunque, a qualunque condizione. Si diceva una volta che bisogna lavorare per vivere. Ma in Italia la disoccupazione sembra essere la migliore tutela da una morte violenta.

4 commenti:

Anonimo,  6 agosto 2008 alle ore 19:48  

Infatti, Crocco, anche a me ha colpito la sopresa con cui è stata riportata ovunque la notizia? Ma dov'era tutta sta gente, prima?
Mah, misteri del sonno...

:-)

Unknown 6 agosto 2008 alle ore 20:09  

Qualsiasi cosa mi potrà venire in mente alla fine si risolve con un lancio di maledizione contro questo stato di cose che non trova nessuna risoluzione. Come ex operaio di lungo corso non ho dubbi in proposito: ci vuole la rivoluzione che pulisca.

Tisbe 6 agosto 2008 alle ore 21:28  

è da tempo che Diliberto denuncia 4 morti bianche al giorno

Crocco1830 7 agosto 2008 alle ore 12:57  

@ saamaya: a dare la caccia agli immigrati.

@ riverinflood: mi associo.

@ tisbe: si, certo, lui come altri. Intanto siamo in attesa che vengano assunti tecnici della prevenzione ASL per poter controllare le aziende.

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