giovedì 21 febbraio 2008

Caccia ai cervi nel Parco dello Stelvio


L'uomo, l'animale più distruttivo del pianeta, decide quali esseri viventi sono troppo numerosi in un determinato habitat naturale.
L'uomo, forse l'unico essere vivente della Terra che non ha saputo convivere con il mondo che abita, ma con il quale al contrario, continua ad avere un rapporto profondamente conflittuale, decide quale specie vivente può o non può vivere un determinato territorio.
Queste decisioni, l'uomo non le prende con lo scopo di sopravvivere e di evolversi, come avviene credo per ogni specie vivente e certamente per le speci animali. No, l'uomo sfrutta il territorio per volerlo dominare, fino ad ucciderlo, il territorio che gli ha permesso di sopravvivere.

Questo atteggiamento mi pare sia stato messo in pratica, anche nella decisione del Parco Nazionale dello Stelvio, di aprire, al suo interno, la caccia ai cervi, nel settore trentino. Le motivazioni? I cervi sono troppo numerosi e provocherebbero danni alle foreste ed alla produzione di foraggio.
Come dicevo prima, a parte l'uomo, tutti gli altri esseri viventi hanno saputo convivere con la natura circostante. Nessun essere vivente mi pare abbia mai provocato i danni che invece ha saputo creare l'uomo. Nessuna deforestazione è stata provocata da altri animali; lo scioglimento dei ghiacciai non è opera dei pinguini che abitano l'Antartico. Allora mi chiedo: troppo numerosi per chi o cosa? Per l'ambiente che l'uomo ha snaturato?
Da quanto si legge nel comunicato del movimento vegetariano "No alla caccia", i cervi si sarebbero rifugiati nel parco, avendo imparato che fuori da esso avrebbero la loro vita in pericolo, per la presenza dei cacciatori. Allora, si capisce bene che i cervi sono ora numerosi nel parco, a causa di un'attività ludica dell'uomo, che ora vorrebbe rimediare con lo stesso mezzo che è stato la causa del problema. Un'assurdità del tutto umana, mi pare, visto che nel regno animale ogni essere si adatta all'ambiente che lo circonda. Tranne l'uomo.

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