Bagnasco propone un manifesto politico oscurantista
Questa mattina mi sono svegliato, come al solito, alle sei. Ma a differenza del solito, al mio risveglio non è seguito il solito rituale: acqua fresca nel viso, per aiutarmi ad aprire gli occhi ancora stanchi; colazione; e tutto il solito iter prima di uscire per recarmi al lavoro. No, questa mattina per prima cosa sono andato in cucina ed ho rivolto uno sguardo al calendario. Avevo bisogno di una conferma che davvero stessi vivendo il giorno 23, del mese di gennaio, dell'anno 2008. Non mi era bastato spegnere la sveglia (chiaramente contemporanea), perchè ovviamente ero ancora pressochè dominato dalla stanchezza e dalla sonnolenza. Avevo il timore di essere capitato, sulla falsa riga di Troisi e Benigni nel loro "Non ci resta che piangere" e per chissà quali coincidenze astrali, in epoca medioevale.
Tiro un sospiro di sollievo alla vista del calendario e tutto mi pare sia tornato al proprio posto. La colazione, fatta sempre con caffè e latte e pochi biscotti, mi aiuta a svegliarmi completamente e sono perciò pronto a seguire la solita routine. E come al solito accendo il computer (ovviamente inesistente nel medio evo), mi collego ad internet e leggo qualche notizia. Tutto ormai mi dice che devo avere vissuto solo un brutto incubo. Ma i sogni - qualcuno dice - rappresentano le immagini rimosse dall'area della coscienza durante il giorno, ma che vengono riproposte come in una specie di teatro durante la notte. Ed allora quali immagini devo avere elaborato questa notte? Ma certo, è stata senza ombra di dubbio l'immagine del cardinale Angelo Bagnasco ed il suono delle sue parole, sintesi di un rigurgito oscurantista e della smania di potere temporale, mai completamente persi.
Infatti, aprendo i lavori del Consiglio permanente della Cei (Conferenza episcopale italiana) a Roma, il porporato torna sia sulla vicenda "La Sapienza", che sui temi etici quali aborto, unioni civili, omosessualità.
Sulla rinuncia del papa all'inaugurazione dell'anno accademico dell'università romana, Bagnasco parla di scelta necessaria in virtù "dei suggerimenti dell'autorità italiana e costituisce un atto di amore del Papa per la sua città", nato però da un "clima di ostilità, creato da una minoranza assolutamente esigua di docenti e studenti". Una frase, la prima, che assume quasi il sapore di un caso diplomatico tra due Stati. Sul clima di ostilità, ritornano alla mente periodi meno felici per la chiesa cattolica, durante i quali la stessa utilizzava il proprio potere temporale, per bruciare le idee che prendevano direzioni diverse da quelle indicate dalla stessa chiesa. Anche senza ricorrere al rogo, oggi come come ieri le contestazioni ai dettami ecclesiastici vengono criminalizzati.
Ma oggi come nel tragico periodo oscurantista medioevale, la chiesa si pone l'obiettivo di rinchiudere ogni aspetto della vita di ognuno, entro i recinti dei dogmi religiosi e del pensiero del della gerarchia cattolica. Proprio come nel medio evo, durante il quale i dogmi di fede non potevano essere discussi da nessuno, così oggi non può essere messa in discussione la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna e perciò la chiesa di ce con Bagnasco di opporsi "alla regolamentazione per legge delle coppie di fatto, o all'introduzione di registri che surrogano lo stato civile" perchè priverebbe di diritti la cosiddetta famiglia tradizionale "che nessuno - continua il cardinale - può avere interesse a rendere inutile o a offuscare". Allo stesso modo la chiesa è "contraria all'equiparazione tra tendenze sessuali e differenze di sesso, razza ed età", ponendo di fatto dei limiti alle libertà individuali. Soprattutto però con quella frase, la chiesa accetta l'ipotesi di discrimazione degli omosessuali, nel momento in cui si accettano le diversità sessuali, le diversità di razza e quelle di età ma si è contrari ai differenti orientamenti sessuali. Di fatto, il cardinale Bagnasco giunge a noi direttamente dal medio evo, per contestare l'articolo 3 della Carta Costituzionale, laddove si pone pari dignità sociale a tutti i cittadini, senza fare distinzioni - tra l'altro - delle condizioni personali e sociali.
in perfetto stile oscurantista, Bagnasco impone ai cattolici di votare "secondo coscienza quando le proposte legislative sono intrinsecamente inique e in contraddizione con i dettami cristiani". Secondo il cardinale di Genova, "non possono esistere vincoli esterni di mandato, il voto di coscienza può e deve diventare una scelta trasversale rispetto agli schieramenti, e invocabile in ogni legislatura". E così deve essere in tema di aborto, di coppie di fatto, di omosessualità.
Per quanto Bagnasco si sforzi di dire "la chiesa non vuole e non cerca il potere", il suo discorso assume tutte le sembianze di un vero e proprio manifesto politico, un'ingerenza dirompente nella vita politica italiana, condotta con un tempismo - l'uscita di Mastella, il più vicino alla chiesa cattolica nel Governo - che fa pensare ad una scelta studiata.
Le gerarchie vaticane vogliono giocare un ruolo politico sulla scena italiana, conducendo principalmente battaglie sui diritti civili, destabilizzanti e reazionarie. Si legge nelle dichiarazioni di Bagnasco - ma la sensazione si avvertiva già da qualche tempo - la volontà di costiuire in maniera indiretta un nuovo partito guelfo, nel quale riunire tutti i cattolici, per condurre le proprie sfide politiche e di disintegrazione delle conquiste civili.
Tra i politici turbati dalla disubbidienza dei professori e degli studenti de La Sapienza e tra gli atei devoti, c'è ora qualcuno che abbia il coraggio di indignarsi per questo nuovo rigurgito oscurantista, che mina la laicità dello Stato direttamente nelle sue fondamenta? Il Presidente Napolitano, invierà una lettera aperta ai cittadini italiani, confermando la sua incondizionata difesa della Carta Costituzionale dagli attacchi di uno Stato estero, qual è quello vaticano?
In attesa di risposte, devo convincermi che non stavo vivendo un incubo. Come Troisi e Benigni in "Non ci resta che piangere", devo avere fatto un balzo indietro nel tempo di qualche centinaio di anni. Non credo che avrò la loro stessa capacità di adattamento.
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