Lettera di Marco Bazzoni: "Come se fosse una cosa normale morire sul lavoro"
Inutile sottolienare che mi trova pienamente d'accordo.
All'inagurazione della centrale elettrica Enel di Civitavecchia (30 luglio 2008), il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha esordito con queste parole : "Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana si è costruito questa modernissima centrale dove tutto è controllato e tutto è sicuro".
Già sarebbe grave se un affermazione del genere l'avesse fatta un cittadino qualunque, figuriamoci un ministro della Repubblica.
Come se fosse una cosa normale morire sul lavoro.
Ma stiamo scherzando?!
Questo governo sta facendo di tutto per distruggere le cose buone che il governo Prodi ha fatto per il lavoro e per la sicurezza sul lavoro.
Tanto per ricordarlo, ha iniziato a smontare pezzo per pezzo il Dgls 81/2008: rinvio al gennaio 2009 il termine in cui diventerà obbligatorio redigere il Documento di Valutazione dei Rischi, proroga anche per le norme antincendio e arbitrati, con il Decreto Legge 112 del 25 giugno 2008 è stata cancellata la sanzione a carico del datore di lavoro per non aver munito i lavoratori di tessere di riconoscimento nell'ambito dello svolgimento di attivitià in regime di appalto e subappalto (prevedeva una sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 a 10.000 euro a carico del datore di lavoro per la violazione dell'articolo 18, comma 1, Dlgs 81/2008).
Va anche ricordato che il Decreto Legge 112/2008 ha cancellato la legge del 17 ottobre 2007, che aveva introdotto l'obbligo per i lavoratori dipendenti e prestatori d'opera, di presentare le dimissioni volontarie dal lavoro, sugli appositi moduli rilasciati dai soggetti autorizzati (centri per l'impiego, direzioni provinciali del lavoro, uffici comunali, ecc)
In questo modo si ritornerà ai ricatti delle dimissioni in bianco!!!
Premesso che non è con il Dlgs 81/2008 (Testo Unico sicurezza sul lavoro), che si ridurranno drasticamente gli infortuni e le morti sul lavoro: ci vorrà molto di più, va anche detto che questo decreto conteneva anche molte cose positive, e ne citerò solo alcune, per non dilungarmi troppo: aggiornamenti formativi annuali per gli Rls, copia del documento di valutazione del rischio (DVR) e del registro infortuni per gli Rls, Rls di sito produttivo.
Non posso dimenticare il Decreto sulla detassazione degli straordinari, che sappiamo benissimo cosa comporterà, più infortuni e morti sul lavoro, perchè dopo molte ore di lavoro subentra la stanchezza, e quindi il rischio di farsi male.
Se si voleva dare dei soldi ai lavoratori non si poteva farlo direttamente in busta paga, diminuendo le tasse da lavoro dipendente?!
Inoltre, il taglio agli assegni sociali e la "norma antiprecari", che abolisce l'obbligo di reintegro.
Anche se il governo ha fatto dietrofront (la norma sui precari interesserà solo i contenziosi in corso), idem per gli assegni sociali (non ci sono più i requisiti di lavoro e reddito, ma permane quello di soggiorno), per averne diritto bisognerà dimostrare di vivere in italia da almeno dieci anni, le modifiche approvate sono insufficienti.
Quelle due norme andavano ritirate subito: punto e basta.
Anche se la "norma antiprecari" è limitata nel tempo, è chiaro l'intento del Governo, impedire la valanga di ricorsi alla Poste.
Io sono qui a pormi le solite domande di sempre, a cui NESSUNO ha ancora dato una risposta: quanti infortuni e morti sul lavoro ci devono ancora essere perchè si faccia qualcosa di concreto per fermare le stragi sul lavoro? Inoltre, cosa deve ancora succedere? Non si ha abbastanza di tutto ciò? Infine, perchè Cgil, Cisl e Uil non organizzano una manifestazione nazionale per dire basta a tutti questi omicidi nei luoghi di lavoro?
Marco Bazzoni