L'Onda non può essere cavalcata da destra
Al di là di ogni altra considerazione, le recenti manifestazioni (scontri compresi) hanno dimostrato una cosa: quella contro la riforma Gelmini ed i tagli alle univesrità, non è una lotta a-politica. Non può esserlo. Speriamo continui ad essere un'Onda libera dai frangiflutti delle eventuali strumentalizzazioni, da ovunque esse provengano. Ma la politica c'entra eccome.
La consapevolezza di questo movimento, è tale che, non di sola opposizione alla Legge 133 ed il Decreto 137 è fatta la sua protesta. Semmai dalla opposizione a quegli sciagurati provvedimenti del governo, il movimento ripropone una scuola ed una università che siano pubbliche e di qualità. Questa Onda vuole un'istruzione che sia un diritto realmente usufruibile da tutti, senza alcune distinzione di carattere sociale. Questo movimento sta rivendicando il diritto all'accessibilità dei saperi per tutti, la libera circolazione delle conoscenze. E poi chiede una reale e compiuta democrazia negli istituti e negli atenei e manifesta per il riconoscimento di un reddito di formazione. Questo movimento sa bene che la riforma Gelmini ed i tagli di Tremonti, non sono che il primo passo verso la negazione di ognuna di quelle rivendicazioni.
Ma quei provvedimenti sono anche la faccia dell'istruzione modello liberista, svincolato dalle garanzie costituzionali. La 133 e la 137 rappresentano il tentativo di mercificare la cultura, di negazione di diritti fondamentali e perciò di negazione della democrazia sostanziale. Oltre a presentarsi con un tentativo concreto di abbattimento dello stato sociale.
In sintesi, il governo con i suoi decreti sulla scuola e sull'università, sta disegnando la società che vorrebbe realizzare: classista, a-democratica, autoritaria e xenofoba. Un modello che è lo specchio di una destra conservatrice, reazionaria ed ultraliberista. Ed è anche a questo modello sociale che l'Onda si sta opponendo.
E' per questo che quest'Onda non può essere cavalcata da destra.