martedì 18 dicembre 2007

Vasto, nessun diritto all'abitare

Ho provato un certo senso di disagio, nel leggere le parole del sindaco di Vasto, che in questi giorni si è rallegrato per l'insediamento in città, della Commissione per la formazione delle graduatorie per l’assegnazione di alloggi Erp (Edilizia Residenziale Pubblica).
In conferenza stampa, il sindaco Luciano Lapenna, ha definito l'insediamento della commissione come "un motivo di grande soddisfazione". Particolarmente soddisfatto il primo cittadino di Vasto, perchè finalmente i tempi burocratici legati al settore dell'edilizia ERP dovrebbero essere verosimilmente più rapidi, mentre "fino a qualche tempo fa per il disbrigo di ogni pratica riguardante il settore degli alloggi popolari bisognava recarsi a Lanciano”.
Ma allora perchè quel senso di disagio, a cui facevo riferimento all'inizio? Perchè ho letto nelle frasi pronunciate dal sindaco di Vasto, parole velate dall'ipocrisia di cui ci ha ormai abituato la politica fatta tutta dentro il palazzo. Mi spiego. Nel consiglio comunale dello scorso 14 dicembre, si sarebbe dovuto discutere dell'ordine del giorno relativo all'assegnazione di 3 lotti comunali all´ATER e a due cooperative, finalizzata alla realizzazione di 16 alloggi di edilizia popolare. Risultato: ennesimo rinvio della discussione dell'ordine del giorno e conseguente perdita di un finanziamento di 1.200.000 € erogati dall'Ater da destinare all'edilizia popolare.
Come non rimanere dunque, almeno sbigottiti da tanto facile entusiamo del primo cittadino vastese? E' bene ricordare che anche a Vasto sono presenti numerose famiglie che non possono permettersi il lusso di accendere un mutuo; anche nella nostra città esistono famiglie che non hanno i mezzi economici per pagare regolarmente un affitto. Il disagio economico - a cui quello abitativo è ovviamente legato in maniera diretta - è tanto reale che la Caritas vastese eroga circa 50 pasti al giorno. Senza contare quanti, seppure vivano in una cronica difficoltà economica, non si rivolgono a tali associazioni di volontariato, frenati da un forte senso di imbarazzo.
Questa amministrazione quindi, farebbe bene a dare risposte concrete a tutte quelle famiglie che intanto rimangono in attesa di poter godere almeno del proprio diritto all'abitare. L'alternativa è continuare a vivere, finchè le è consentito dai tempi del mandato amministrativo, dell'autoreferenzialità di cui finora ha dimostrato di sapersi nutrire.

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