Sicurezza sul lavoro. Nessun controllo nelle aziende.
A pochi giorni dalla strage avvenuta alla Thyssenkrupp di Torino, nella quale hanno perso la vita già cinque lavoratori (augurandoci di non dovere aggiornare ulteriormente questo dato), i giornali ed i telegiornali nazionali ci informano giornalemente di nuovi omicidi sul lavoro. Tra le brevi di qualche pagina interna, o nei titoli che scorrono in basso durante i TG, vengono citati gli infortuni mortali giornalieri. Ultimo in ordine cronologico, un operaio di una ditta esterna di manutenzione morto sul lavoro nello stabilimento della Fiat Sata di Melfi, mentre puliva una macchina da residui di lavorazione. Già questi omicidi quotidiani non meritano le prime pagine dei giornali o le notizie di apertura dei TG.
La realtà è che la trgedia della Thyssenkrupp ha avuto un impatto mediatico, solo perchè sono morte quattro persone in un grande stabilimento, di una nota multinazionale. Questa era la notizia. Non fa notizia invece la quotidianeità delle morti. Non merita menzione la continuità delle morti sul lavoro, al ritmo di oltre tre al giorno. Non ha peso mediatico il fatto che ad oggi, nel momento in cui scrivo, la conta degli infortuni è aggiornata al drammatico numero di 1015148, di cui 1015 mortali e 25378 invalidanti (fonte articolo21.info).
A seguito dell'incendio alla Thyssenkrupp, alla questione degli infortuni sul lavoro è stato dato un carattere emergenziale. In realtà non esiste un'emergenza infortuni, poichè non si tratta di una situazione improvvisa o di una circostanza imprevista. Semmai risulta urgente intervenire in modo strutturale.
In materia legislativa, siamo ancora in attesa che la Legge 3 agosto 2007, n.123 (sulla delega al governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro) possa essere pienamente applicabile attraverso l'emanazione da parte del governo, dei decreti attuativi, anche se in realtà non è con una Legge che i problemi di prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro vengono risolti. Tanto che norme in materia ce ne sono in abbondanza (sotto diversi aspetti certamente migliorabili), che però vengono puntualmente disattese.
Risulta perciò in primis necessario potenziare l'attività di vigilanza nei luoghi di lavoro, attraverso l'assunzione di tecnici della prevenzione nelle ASL, che ad oggi sono circa 2000, a fronte di centinaia di migliaia di aziende. La probabilità che un'azienda sia sottoposta a controllo da parte degli organi di vigilanza, è calcolata perciò in una ogni 33 anni.
Questo governo, principalmente per bocca del ministro del lavoro Damiano, si è vantato dell'assunzione di 300 nuovi ispettori del lavoro a seguito dell'entrata in vigore della legge 123/07. Lo stesso ministro però, ha evitato di dire che tale incremento di personale sarà completamente inutile ai fini dei contolli degli adempimenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, essendo invece quelle dei tecnici ASL le uniche figure competenti a tale scopo.
A questo punto, si capisce bene che la possibilità che un'azienda sia sottoposta a controllo rimane la stessa. Rimane perciò allo stesso tempo conveniente per le aziende, disattendere anche le più elemetari norme di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Intanto sul lavoro si continua morire.
1 commenti:
Spero faccia piacere a tutti se mi permetto di segnalare un iniziativa veramente interessante dedicata al mondo della Sicurezza sul Lavoro, della Tutela Ambientale, della Qualità, della Privacy e dell’Etica.
Visitate il sito www.si-web.it e fatemi sapere le vs. osservazioni.
Grazie
Gianluca
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