Omicidi sul lavoro. Un augurio per il 2008
Ultimo giorno del 2007. Ultimo giorno di questo anno nefasto per il lavoro, che poco prima di concludersi ha portato alla ribalta delle cronache, la strage della ThyssenKrupp, nella quale hanno perso la vita sette lavoratori.
Ma in questo 2007 che si sta per concludere, in pochi hanno conosciuto le tante altre tragedie quotidiane, che si sono consumate al ritmo di tre al giorno, in media.
Il sito articolo21.info informa che dall'inizio dell'anno ad oggi, per lavoro, ci sono: 1050 morti; 1050452 infortuni; 26261 invalidi. Ed il conteggio è ancora parziale. Perchè solo tra qualche mese conosceremo i dati ufficiali, che saranno comunicati dall'INAIL e che ci informeranno che il numero degli infortuni saranno maggiori da quelli appena citati. Che in realtà altre famiglie avranno pianto i loro morti, tra il silenzio dei media e delle istituzioni. Che altri figli saranno rimasti orfani.
Tra poche ore il Presidente della Repubblica parlerà a reti unificate. Nel suo discorso di fine anno, certamente ricorderà quanti sono morti sul lavoro in questo 2007. Quasi sicuramente, citerà la necessità di prossimi impegni dello stato italiano, per fermare questa mattanza sul lavoro, che ha fatto più morti che nella guerra in Iraq. Credo saranno parole già sentite. Non credo di essere ancora convinto della credibilità di certe affermazioni. Sono troppi anni che si ripetono, senza mai dare loro un seguito concreto.
D'altro canto, potrei dirmi già soddisfatto, se il Presidente Napolitano questa sera, chiamasse quelle morti con il loro nome: OMICIDI.
Sarebbe già un implicito impegno a considerare chiaramente quelle morti per quello che sono. E se di omici si tratta, bisognerà pure perseguire i colpevoli. Bisognerà che lo stato si faccia carico di costituirsi parte civile nei processi.
Se si riconoscerà che di omicidi si tratta, bisognerà pure che le istituzioni si accorgano che quando tratteranno rinnovi contrattuali con gli industriali e vorranno concedere loro maggiore produttività, detassazione degli straordinari, maggiore precarietà, staranno consegnando loro un'arma da impugnare nei confronti dei lavoratori. Quei lavoratori che avranno perciò sempre meno difese da opporre per richiedere invece maggiori tutele.
Questo il mio primo augurio per il 2008 che sta per cominciare. Che si cominci con lo smettere di chiamare le morti sul lavoro morti bianche. Che si cominci con il riconoscerle come OMICIDI.
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