Gasparri ed il suo squallore
Il passaggio dall'MSI ad AN ha lasciato evidenti scorie di linguaggio fascista, nell'onorevole (che uso improprio delle parole) Gasparri. L'essere stato sdogananto dal limbo della politica nazionale, grazie alla prima discesa in campo di Berlusconi, non è servito a far sedere sui banchi del nostro parlamento, personaggi che sappiano anche scontrarsi, ma con un linguaggio rispettoso dell'avversario.
Il nazional-alleato Gasparri, all'indomani della sentenza del primo processo conclusosi in primo grado con la condanna di 24 manifestanti e rivolgendosi ad Haidi Giuliani, ha così commentato: "La signora Giuliani eviti di ignorare la portata della sentenza. In piazza a Genova c'erano dei delinquenti non dei ragazzi, come dice lei. E interroghi nel profondo la sua coscienza, per chiedersi se sia giusto occupare un posto in Parlamento, frutto della speculazione politica sulla morte di Carlo Giuliani. Il quale era in compagnia di gente che è stata giustamente condannata per le violenze commesse". E poi, caricando le sue parole di disprezzo per la vita umana di un ragazzo ucciso e soprattutto per il dolore di una mamma, che si è visto portare via per sempre il proprio figlio dal potere arrogante dello stato, ha continuato: "Carlo Giuliani è morto e la madre va a Palazzo Madama, per sostenere come un Randazzo o un Pallaro un governo ignobile".
Haidi Giuliani, con un senso di responsabilità politica, sociale ed umana, oltre che con grande senso di giustizia, che dovrebbe caratterizzare chi vorrebbe rappresentare il popolo italiano in parlamento, sta portando avanti, una iniqua battaglia per la verità e la giustizia sui fatti di genova 2001. Anzi, in senso più lato, possiamo dire che quella donna, quasi sola nelle istituzioni nazionali, si batte affinchè il libero manifestare del dissenso non possa essere represso dall'arroganza del potere politico.
Le migliori espressioni dei movimenti che si battono per un altro mondo possbile sono tutti con Haidi Giuliani. Maurizio Gasparri può continuare a vivere vigliaccamente dello squallore delle proprie dichiarazioni.
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