Umbria Olii: chi pagherà per quella strage?
Infatti Del Papa, oltre ad avere rilanciato la richiesta di risarcimento danni, ha lasciato la direzione della Umbria Olii ad un suo collaboratore. Nel frattempo la società ha aggiunto al proprio nome la parola international, diventando perciò Umbria Olii International ed è stata posta in liquidazione. L'azione legale contro i familiari delle vittime ed il lavoratore sopravvissuto alla strage, è invece promossa da un'altra società: la Gestoil con a capo lo stesso Del Papa.
Tutte queste manovre, dopo quasi tre anni di rinvii; precedenti richieste di risarcimenti danni da parte di Del Papa sempre alle stesse famiglie, ma cadute nel vuoto; tentativi di ricusazioni del tribunale competente. Il tentativo, ovvio, è il prolungamento dei tempi del procedimento. Ora, finalmente, è stata fissata la data del 24 novembre prossimo per l'apertura del processo. Sperando che effettivamente sia così, perchè ancora una volta Del Papa, ha impugnato la decisione del giudice e chiamato in causa la corte di Cassazione. Questa finora ha respinto i ricorsi della difesa, ma è evidente il tentativo di dilatare ancora i tempi del procedimento penale.
Ma nel frattempo, se viene completata la procedura di messa in liquidazione della Umbria Olii, chi risarcirà i famigliari delle vittime dell'esplosione avvenuta il 25 novembre del 2006, nella quale persero la vita quattro lavoratori di una ditta esterna ed un altro rimase gravemente ferito? Senza un sequestro cautelare della società, chi pagherà dal punto di vista civile, per quella strage? La risposta dagli organi di informazione pare essere: chissenefrega!
7 commenti:
I parenti delle vittime Dovevano obbligare i loro Avvocati a procedere per un "Sequestro preventivo dei beni"Naturalmente queste faccende e queste procedure sono cose NON a tutti note ,ma stai certo che gli avvocati leconosocno bene,eccome -
Infatti,quando conviene a loro, viene eseguita questa procedura a cui nessun Giudice puo' opporsi-Qualora quella specie d'uomo che è il padrone dell'azienda avesse ragione(e non ne ha)fare una procedura cautelare del genere,sui beni,materiali immobili e mobili, non vuol dire che lui non possa o non potesse poi muoversi a livello finanziario,vuol dire solo NON PERMETTERGLI DI FAR SPARIRE NULLA-PERCHE' TUTTE LE IMPUGNAZIONI FATTE DA COSTUI GLI SONO SERVITE(E QUI GLI AVVOCATI HANNO FUNZIONATO ECCOME)ad allungare i tempi gia' stratosfericamente lenti dei tribunali Italiani ed arrivare li dove tu stesso scrivi ,a fare in modo che le cose a livello Sociaterio cambino,i patrimoni spariscano e chi s'è visto s'è visto in barba ai morti e ai loro parenti-
Spero sia chiaro il concetto-Quello che c'è da domandarsi è COME MAI GLI AVVOCATI DELEL VITTIME NON HANNO ESEGUITO QUESTA PROCEDURA CAUTELARE-
Ma sai dopo tanti anni,non mi meraviglio di nulla,ne ho visti di avvocato di parte che remavano contro....
@ Gabrybabelle: bella domanda che hai posto. Non ci meravigliamo più, ma sappiamo ancora indignarci.
Il commento di Gabri é illuminante: mi sono fatto anch'io la stessa domanda sul perché non abbiano posto in essere un sequestro cautelare dei beni.
Per il resto la storia ha del tragicomico: il colpevole che accusa le vittime e chiede a loro i danni!!!!! Sconvolgente e raccapricciante!
C'era tempo fa un articolo a riguardo mi pare su l'Espresso ma ora non lo trovo. Cercherò meglio, comunque se non ricordo male, alcuni avvocati di parte facevano parte di studi i cui avvocati erano un pool che difendeva un gruppo di Aziende tra cui la Umbria Olii. Questo spiegherebbe il perchè.
Per la stessa causa i soldi arrivavano sia da difesa che dall'accusa, decisamente dei geni!?!
@ Chit: questa mi era sfuggita. Grazie per l'informazione. Cercherò anch'io, ma se tu dovessi trovare l'articolo, ti prego di segnalrmelo.
@ Daniele: la risposta potrebbe essere nel commento di Chit. Speriamo di riuscire a saperne di più.
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