martedì 16 giugno 2009

Il referendum serve a cambiare il porcellum? No, ma aiuta il bonapartismo parodistico di Berlusconi

Questa legge elettorale è una porcata, lo dice anche l'estensore della legge, il ministro Calderoli. E va bè, questo è un fatto assodato. Sappiamo che è una porcata per diversi motivi, ma in particolare, il più odioso ed immediatamente percepibile, è l'impossibilità di esprimere una preferenza. Da qualche mese, ci vengono a dire che siccome quella legge è, appunto, una porcata, bisogna riscriverla, la legge elettorale. Giusto. Come? "Con un referendum", ci dicono ed a dircelo sono i suoi promotori: Mario Segni, Gianni Alemanno, Antonio Bassolino, Renato Brunetta, Daniele Capezzone, Arturo Parisi, Stefania Prestigiacomo, Gaetano Quagliarello, Marco Taradash. Trasversalismo porcaro. A questi si aggiunge tutto il PD, che nemmeno in questo caso riesce a distinguersi in maniera netta dal PdL. Salvo poi per il fatto che il PdL dice ora, dopo le elezioni europee e amministrative, di disinteressarsi al referendum per non dispiacere la Lega del senatùr.

Il partito del trasversalismo porcaro, non si accontenta della porcata a firma leghista e chiede che si faccia di più: premio di maggioranza al partito (anzichè alla coalizione come avviene ora) con maggior numero di voti e sbarramento del 4% alla Camera e dell'8% al Senato (al posto degli attuali sbarramenti arzigogolati). Il terzo quesito chiede di impedire la candidatura in più circoscrizioni. Un problema che riguarda più che altro Berlusconi ed anche Di Pietro. Fine. E per le preferenze che il porcellum non permette, che si fa? Niente! Assolutamente niente! Le segreterie continueranno a decidere chi saranno i loro parlamentari. La cosiddetta casta continuerà a nominare i suoi "eletti". Il voto degli elettori continuerà a valere uno zero virgola.

Allora questo referendum non serve? Ed invece serve. A proseguire sulla illegittima strada del bonapartismo italiano, rivisto e corretto in senso parodistico da Berlusconi. Perchè illegittimo? Basta ascoltare i proclami di Berlusconi inneggianti alla volontà di popolo ed al suo primato sulla politica a 360°: dall'esecutivo alla parte legislativa, fino a quella giudiziaria e gestione personalistica dell'emergenza. Ma è sufficiente ascoltare qualche frase del presidente del consiglio nel suo discorso agli industriali, specie quando il Bonaparte de noi artri afferma che contro di lui ci sarebbe: "un progetto eversivo teso a voler far decadere un presidente del consiglio eletto democraticamente dagli italiani per metterne un altro". Che? Eletto democraticamente dagli italiani? Ma il presidente del consiglio, non viene nominato dal Presidente della Repubblica, ascoltato il parlamento, il quale pone la fiducia al governo costituito dopo aver valutato il programma politico di questo?

Dovrebbe essere così. Ma scendendo nella pratica, con l'attuale legge elettorale, i partiti nominano prima delle elezioni i loro parlamentari, coalizzati per essere impiegati di un Presidente del Consiglio già individuato, che rende le consultazioni e la nomina da parte del Capo dello Stato una banale formalità richiesta da "quisquilie costituzionali". Gli impiegati del Presidente del Consiglio, attualmente appartenenti a più partiti, non legiferano ma compiono atti notarili al servizio del governo e del suo capo. Questo oggi nella pratica e lo si vede ogni giorno. Ma se passasse il referendum, questa lacerazione della democrazia sarebbe accentuata, visto che gli impiegati del Capo del Governo sarebbero tutti suoi dipendenti, in quanto tutti appartenenti allo stesso partito, avendo ottenuto, quel dato partito, la maggioranza assoluta anche avendo ottenuto alle elezioni (esempio non a caso) un 35%. Quindi a rappresentare, al netto delle astensioni e del mancato raggiungimento del quorum da parte di alcuni partiti, una assoluta minoranza dei cittadini. Tu chiamala, se vuoi, democrazia!

In conclusione: modificare la legge elettorale come proposto dai referendari, cambierebbe niente per gli elettori in cabina elettorale. Ma lascerebbe una persona come Berlusconi, libero di fare un po' quello che cazzo gli pare. Ma questa è la libertà del Popolo delle libertà berlusconiane e non dei cittadini. Né è democrazia.

16 commenti:

Anonimo,  16 giugno 2009 alle ore 13:17  

Non è certo il referendum che risolverà il problema della legge elettorale che a mio giudizio bisogna cambiare totalmente.

Crocco1830 16 giugno 2009 alle ore 16:08  

@ Giovanni Greco: la legge elettorale va cambiata di certo. Ma con questo referendum si cerca solo di accentuarne le storture democratiche.

Unknown 16 giugno 2009 alle ore 16:41  

La cosa tragica è che l'istituto così democratico del referendum ormai è lo strumento preferito dai berluskones: ne fanno ciò che vogliono.

Crocco1830 16 giugno 2009 alle ore 17:28  

@ Riverinflood: cercano anche in quel caso l'appoggio del popolo. Non in senso democratico, ma plebiscitario.

progvolution 16 giugno 2009 alle ore 20:58  

Eitengo che l'astensione sia doverosa e vada sostenuta e propagandata in ogni sede.
Sussurri obliqui

Aride 16 giugno 2009 alle ore 22:32  

Il 21 giugno asteniamoci. Utilizziamo questo metodo democratico per far fallire il referendum....

Matteo 16 giugno 2009 alle ore 22:59  

Questo referendum assomiglia molto alla legge Acerbo che spianò la strada al fascismo in Italia.
Allora al partito maggiore (quindi quello fascista) andavano i due terzi dei seggi. Oggi se si sommano i seggi che con la legge voluta dal referendum andrebbero al PdL (55%) con quelli della Lega (10%) otteniamo che il 65% dei seggi andrebbero al centrodestra!!! ovvero quasi i due terzi!!
In altre parole ci sarebbero tutte le condizioni per una riproposizione di un regime fascista. Pensateci!!

Matteo 16 giugno 2009 alle ore 23:02  

Quello che mi fa incazzare questa volta non è tanto Berlusconi a cui chiaramente gli si fa un favore.
Ma sono quei deficenti del pd che sostengono il referendum della nuova legge Acerbo!!
Ma dico io che sono completamente rincoglioniti? Fanno veramente schifo.

Scusa per lo sfogo.

Le Favà 17 giugno 2009 alle ore 12:34  

Io andrò a votare solo per il terzo quesito. Che comporta l'impossibilità per un candidato di candidarsi in più collegi.
Questo porterebbe a mio avviso almeno ad una rinfrescata di nomi.

certo che la migliore sarebbe quella di dare di nuovo le preferenze. E lo dico davvero.

Uhurunausalama 18 giugno 2009 alle ore 11:12  

Devo ringraziarti per questo post perchè ho davvero le idee confuse su questo voto. Avrei optato per l'astensionismo,magari non si raggiunge i quorum ma se dovesse vincere il SI (giusto?) Berlusconi non avrebbe più opposizione e avrebbe pieni poteri;insomma una dittatura portata a compimento?
Quindi, consiglieresti il NO?

Crocco1830 18 giugno 2009 alle ore 18:19  

@ Progvolution: esatto!

@ Aride: per dire che noi a questo assalto alla democrazia non partecipiamo.

@ Matteo: e con quelle percentuali potrebbero cambiare da soli la Costituzione.

@ Le Favà e La Mente Persa: non è questo che mette in declino la nomenklatura, potendo le segreterie dei partiti continuare a scegliere i propri parlamentari. Quel quesito lo considero uno specchietto per le allodole. Tanto che Segni, nelle sue interviste, parte sempre dal terzo quesito per trattare l'argomento.

@ Uhurunausalama: assolutamente ASTENSIONE! Se sei in una zona dove si vota per il ballottaggio, non ritirare le schede referendarie. Se il quorum venisse raggiunto (cosa che mi pare comunque difficile), quasi certamente vincerebbero i sì, mettendo a rischio la democrazia italiana. Bisogna non partecipare al voto per dire che non si vuole partecipare a questo scempio democratico.

Uhurunausalama 18 giugno 2009 alle ore 19:45  

Perfetto, grazie per la chiarezza!Allora proseguo nella mia scelta iniziale...
Sono a Torino:mi limiterò a votare Saitta..

Franca 18 giugno 2009 alle ore 22:09  

Se passasse il referendum si avrebbe una legge ancora peggiore di quella Acerbo perchè il 55% dei seggi del Parlamento si otterrebbe qualunque sia la percentuale ttenuta dal primopartito...

Quindi la parola d'ordine è: ASTENSIONE!

riccardo uccheddu 24 giugno 2009 alle ore 16:03  

Fortunatamente gli italiani e le italiane han dimostrato un minimo di buon senso facendo saltare il quorum.
Ma quello che deprime è che forse, dobbiamo ringraziare la Lega... che ha fatto pesare a mr. B. il proprio potere sul territorio.
P.s.: oggi, secondo 'Inail e Sacconi, i morti sul lavoro sarebbero diminuiti. Ma tu su "Liberazione" hai scritto (giustamente) tempo fa che certi calcoli sono purtroppo prematuri. Potresti riparlarne?
Ciao.

Chit 24 giugno 2009 alle ore 19:47  

Io sono andato ed ho votato NO ben sapendo l'inutilità del mio gesto. Ma penso che se ci si lamenta, spesso e a ragione, della lontananza della politica dal popolo bè è quantomeno paradossale non avvalersi di quella possibilità. Votando ciò che gli pare ma votando! Sarò un bastian contrario ma la penso così.

Crocco1830 25 giugno 2009 alle ore 16:36  

@ Uhurunausalama: figurati... ;-)

@ Franca: per fortuna, non è passato.

@ Riccardo Uccheddu: speriamo sia stato buon senso.

@ Chit: la non partecipazione al voto, fatta in modo consapevole e non disinteressata, non è sintomo di lontananza dalla politica.

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