lunedì 17 marzo 2008

La forza di un sorriso contro il neuroblastoma

Con questo post, manifesto la mia adesione ad una bella iniziativa ideata da Comicomix ed intitolata "Un sorriso lungo un anno". L'iniziativa è nobile e si prefigge di sostenere la lotta al neuroblastoma, un tumore dell'infanzia che rappresenta la prima causa di morte in età pediatrica.
Bel titolo per una grande iniziativa, che ricorda il valore di un sorriso.

Non delle fragorose risate che ormai troppo spesso, si sentono grasse per inutili volgarità. Questa iniziativa richiama al valore di un sorriso, come gesto semplice di comunicazione, di confronto e di apertura agli altri. Un gesto semplice di cui si sente la mancanza e sempre più la necessità e di cui dovremmo tornare ad impararne la spontaneità.
Un gesto semplice ma pieno di significato, il sorriso, la cui forza non saprei descrivere meglio di come ha fatto, uno dei miei poeti preferiti.


Il tuo sorriso
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

Pablo Neruda


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